La cimice esotica, Halyomorpha halys, conosciuta negli Stati Uniti come Brown marmorated stink bug è stata la grande novità, in negativo del 2015. I danni provocati da questa cimice hanno interessato principalmente il pero, anche grazie alla grande diffusione degli impianti nella zona in cui è comparso l’insetto, ma anche altre colture frutticole (soprattutto pesco, melo e actinidia) sono state danneggiate dalle punture di questa specie di origine asiatica.
Trappole modello “rescue”
Lo scorso anno, fortunatamente, è servito anche per acquisire conoscenze sulla biologia della cimice asiatica nei nostri ambienti e sulle possibili strategie di difesa. Nel corso dell’inverno, ad esempio, è venuta in Italia Anne Nielsen, ricercatrice americana della Rutgers University, a raccontare come viene gestita nell’Est degli Stati Uniti la difesa da Halyomorpha e sono stati realizzati molti incontri sul territorio per definire una strategia di difesa.
La base di questa strategia è rappresentata dal monitoraggio. La disponibilità anche in Italia di trappole a feromone di aggregazione (modello “Rescue” ma non solo) è un importante novità che permetterà la realizzazione di un monitoraggio preventivo sia nelle aree già interessate dai danni lo scorso anno, sia nelle zone in cui l’insetto non è ancora presente con popolazioni rilevanti ma in cui potrebbe presentarsi nel corso di questa stagione vegetativa.
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