L’oidio complica la difesa del melone in pieno campo

oidio melone
Nei confronti di questo patogeno è fondamentale applicare in strategia prodotti a diverso meccanismo d’azione

Le cucurbitacee occupano un posto di rilievo fra le orticole più coltivate in Italia: si seminano o trapiantano in pieno campo circa 50mila ettari tra meloni, zucchine, cocomeri e cetrioli, mentre si coltivano in serra circa 10.000 ettari. Puglia, Sicilia, Campania e Lazio occupano un posto di rilievo tra le Regioni meridionali dove più si coltivano le cucurbitacee mentre, tra le Regioni del Nord Italia, possiamo annoverare sicuramente Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.

La strategia Basf per la difesa del melone dall’oidio - Guarda il video

La gestione dell’oidio

Le malattie fungine che colpiscono queste colture possono determinare notevoli perdite quanti-qualitative nella produzione. Tra queste, l’oidio delle cucurbitacee è un patogeno aggressivo sia per le colture in pieno campo sia in serra. Varie specie della famiglia delle Erysiphaceae causano l’oidio delle cucurbitacee (Podosphaera xanthii e Golovinomyces cichoracearum) che colpisce tutti gli organi vegetativi della pianta (foglie, fusti, piccioli ed eccezionalmente i frutti).

L’oidio si evidenzia con piccole macchie bianche, rotondeggianti e polverulenti inizialmente presenti sulla pagina inferiore delle foglie e che poi si diffondono all’intera superficie fogliare. Le piogge ostacolano la diffusione dell’oidio che si esalta invece in condizioni di elevata umidità relativa (optimum intorno al 70%) e con temperature ottimali di 26 °C (a meno di 10 e a più di 35 °C l’infezione si blocca).

Nelle coltivazioni di pieno campo, giugno è il mese più critico per i trapianti precoci ma la diffusione più ampia si può raggiungere - nei trapianti tardivi - in agosto-settembre; in serra, invece, le infezioni possono essere anche abbastanza precoci ma le alte temperature diurne frenano l’intensità e la progressione della malattia.

oidio melone
Foglia di melone con macchie farinose di mal bianco

Nei territori italiani, condizioni di siccità e alte temperature si sono impossessate degli ultimi mesi primaverili del 2022, anche in Basilicata la situazione non è stata differente. A Metaponto, in provincia di Matera, l’oidio ha rappresentato una grave problematica per il melone. In queste condizioni è stato possibile testare l’impiego di diverse soluzioni già presenti nel portafoglio Basf: Dagonis®, Vivando® e Allstar®.

Ce lo spiega dettagliatamente Giampaolo Ronga, Technical Crop Manager orticole di Basf.

Le strategie per il melone

oidio melone
Giampaolo Ronga

«Dagonis® rappresenta una delle armi più efficaci per i produttori agricoli per cercare di controllare questa patologia – afferma Ronga -. L’uso combinato e sinergico di fluxapyroxad e difenoconazolo garantisce un ottimo controllo dell’oidio sulle cucurbitacee in una strategia di difesa che prevede l’alternanza di soluzioni con diverso meccanismo d’azione. Questa alternanza è fondamentale per controllare funghi così aggressivi, così come è importante gestire in maniera oculata l’intervallo tra le applicazioni.

È evidente, inoltre, come sia importante disporre di soluzioni differenti che possano essere utilizzate in maniera efficace in funzione delle situazioni contingenti.

In questo panorama si inserisce lo sviluppo di una nuova soluzione a base di solo fluxapyroxad (Allstar ®) che ci permette di trovare sinergie con altre molecole a diversa funzionalità. Per esempio, potremmo pensare di utilizzare Allstar® in combinazione con Vivando® (metrafenone) di cui possiamo sfruttare la caratteristica interessante di diffusione in fase di vapore che ci aiuta, per esempio, per raggiungere zone vegetative particolarmente sviluppate e serrate.

La sinergia fra prodotti efficienti ed efficaci come fluxapyroxad, che sfrutta la caratteristica di essere rapido a raggiungere il bersaglio target in funzione della sua conformazione fisico chimica e la persistenza d’azione legata all’alto valore di lipofilia, e metrafenone, che si diffonde quanto più è caldo l’ambiente, ci permette di offrire all’agricoltore delle soluzioni innovative e sostenibili».


Il prodotto Allstar®

Allstar® ha un’ampia etichetta e un ampio spettro di azione su numerose colture orticole. Si distingue per la rapidità di azione nel raggiungere il sito bersaglio e per la lunga persistenza di azione. Ha un breve intervallo di sicurezza e consente una gestione ottimizzata dei residui. Il prodotto è selettivo su insetti utili e adatto a programmi di protezione integrata.

L’innovativa struttura della molecola di Xemium® (fluxapyroxad), di cui è composto Allstar®, gli consente di legarsi velocemente all’enzima bersaglio succinato deidrogenasi (SDH), impedendone il normale funzionamento. Questo enzima, che si trova nel complesso II della catena respiratoria all’interno dei mitocondri, svolge un ruolo chiave nella respirazione cellulare dei funghi. Il mancato funzionamento del complesso II della catena respiratoria blocca la produzione di energia e di molecole fondamentali per la crescita del fungo, determinandone la rapida soppressione.

Si consiglia di posizionare Allstar® sulle diverse colture in stadi avanzati di sviluppo. In particolare, su cucurbitacee applicare Allstar® in maniera preventiva (prima del verificarsi delle infezioni dei patogeni) in post fioritura, nei periodi di maggiore pressione dei patogeni. Se utilizzato prima della fioritura, considerando che spesso in quelle fasi vengono utilizzati bassi volumi di acqua (500-600 l/ha), si consiglia un utilizzo di 0,12 – 0,35 l/ha di Allstar® in funzione delle differenti dosi riportate per i vari patogeni. Applicare Allstar® in miscela con sostanze ad altro meccanismo d’azione.

In questo modo si rafforza l’efficacia in caso di alte pressioni dei patogeni, si sviluppa una migliore strategia anti-resistenza e ottimizziamo la gestione dei residui.


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L’oidio complica la difesa del melone in pieno campo - Ultima modifica: 2023-06-19T08:30:17+02:00 da K4

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