L’inizio dell’autunno in Italia meridionale è stato generalmente mite e siccitoso, favorendo lo sviluppo delle colture ortive trapiantate in quel periodo che hanno beneficiato di buone temperature e dell’acqua di irrigazione.
Ci sono state alcune eccezioni, in territori colpiti da forti e concentrate precipitazioni come quella che ha interessate la Sicilia, nota come “medcane”, ovvero “uragano mediterraneo”, che ha distrutto e devastato intere coltivazioni. Con l’approssimarsi dell’inverno la probabilità che il tempo peggiori aumenta e la pioggia e l’alta umidità dell’aria favoriscono i patogeni fungini e batterici per i quali potrebbero rendersi necessari interventi di controllo.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati e accedi all’edicola digitale
Le sclerotinie
Tra i funghi, le polifaghe sclerotinie (Sclerotinia sclerotiorum, S. minor), spesso presenti nel terreno dove è intensiva la coltivazione delle ortive, costituiscono un pericolo per tutte le colture “carnose” (lattuga, indivia, brassicacee, finocchio). In presenza di inoculo nel terreno e con condizioni climatiche predisponenti (temperature non particolarmente rigide e elevata umidità) le sclerotinie possono rapidamente attaccare e colonizzare le parti ipogee delle piante. Spesso i sintomi degli attacchi da sclerotinia si evidenziano verso la fine del ciclo colturale, con aspecifici marciumi molli e la comparsa dei caratteristici sclerozi nerastri immersi in un feltro miceliale biancastro. L’infezione, tuttavia, solitamente è precoce ed il fungo colonizza a partire dal terreno i tessuti vegetali fino ad “esplodere” in concomitanza di condizioni ambientali favorevoli.
![](https://terraevita.edagricole.it/wp-content/uploads/sites/11/2021/11/Caponero_occhio_sud_34_2021_foto_9288251.jpg)
Negli impianti delle ortive più suscettibili, soprattutto quelle come le lattughe che formano il grumolo, superata la crisi di trapianto e prima della chiusura del cespo, se non si è già intervenuti preventivamente con preparati a base di microrganismi antagonisti (es. Coniothyrium minitans o Trichoderma spp.) è consigliabile effettuare precauzionalmente un intervento con formulati specifici (a base di Bacillus subtilis, B. amyloliquefaciens, iprodione, pyrimetanil, ciprodinil+fludioxonil, boscalid + piraclostrobin o fenexamid, azoxistrobin + difenoconazolo), avendo cura di raggiungere bene la base del cespo.
La peronospora
Su lattuga, con un decorso climatico caldo-umido, sono possibili attacchi di peronospora (Bremia lactucae) che si manifesta sulle foglie più esterne con macchie decolorate di forma poligonale. Sulla pagine inferiore, in corrispondenza delle macchie è osservabile una muffetta farinosa e biancastra. Prima della chiusura del cespo delle varietà tipo iceberg andrà effettuato un trattamento antiperonosporico scegliendo tra i numerosi prodotti specifici (dai “biologici” B. amyloliquefaciens e rameici, ai mezzi chimici a base di propamocarb, fosetil Al, metalaxil, cimoxanil, iprovalicarb, azoxystrobin, propamocarb, mandipropamide, pyraclostrobin, dimetomorf, ametoctradina, difenconazolo, flupicolide, amisulbrom ecc.). La disponibilità delle sostanze attive disponibili, singole o variamente combinate tra loro, è ampia e consente di impostare corrette strategie antiresistenza.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati e accedi all’edicola digitale
Infezioni batteriche
Il rame è l’unico prodotto utilizzabile per contrastare infezioni batteriche che, in concomitanza di temperature miti e piogge persistenti, possono arrecare seri danni alle insalate. Le infezioni batteriche più frequenti sono ad opera di Pseudomonas cichorii (agente del marciume batterico) e di Xanthomonas campestris pv. vitians (agente della maculatura batterica) che danno sintomi non facilmente distinguibili con la sola osservazione visiva. Entrambi i batteri possono sopravvivere saprofitariamente nel terreno, sono veicolati dall’acqua irrigua o piovana e penetrano attraverso ferite o gli stomi, prevalentemente quelli marginali.