Il cambiamento climatico in atto – innalzamento costante delle temperature, siccità, eventi estremi, piogge abbondanti concentrate in poche ore, irraggiamento solare più violento – spinge tecnici e viticoltori ad adattare la tecnica colturale alle nuove condizioni ambientali che, oltre a incidere sul ciclo biologico della pianta, avranno sempre un maggiore effetto sulle strategie di contenimento delle avversità.
Influenza del clima sulle strategie di difesa
L'incremento delle temperature medie si ripercuote primariamente sull’anticipo del risveglio vegetativo e, conseguentemente, dell’entrata in produzione. Questi anticipi hanno un effetto a cascata sul ciclo e sul comportamento dei parassiti alterando le interazioni e i cicli epidemici delle principali malattie.
Tra le tante avversità della vite, la peronospora (Plasmopara viticola), la più temuta, non potrebbe trovare situazioni climatiche più favorevoli di quelle odierne. Tuttavia, in futuro, i brevi ma intensi periodi primaverili piovosi e la temperatura in aumento all’inizio della primavera tenderanno ad anticipare gli eventi infettivi rispetto a oggi.
A questo si aggiunge anche la modifica dell’interazione tra pianta-prodotto fitosanitario e patogeno. Per esempio, l’incremento delle temperature e degli eventi piovosi estremi possono alterare la persistenza dei prodotti sugli organi trattati, riducendo il livello di copertura sulla pianta dei fungicidi che agiscono per contatto. I cambiamenti fisiologici e morfologici delle piante possono influenzare anche l’assorbimento e la traslocazione dei fungicidi sistemici. Per esempio, l’accresciuto spessore degli strati di cere epicuticolari delle foglie, potrebbe portare a un maggiore assorbimento del principio attivo da parte dell’ospite, mentre l’aumento della massa fogliare potrebbe influenzare negativamente la copertura (ndr Questo tema è stato recentemente trattato nello Speciale Difesa Vite su Terra e Vita 8/2020).
Una nuova linea per la difesa della vite
Di tutti questi aspetti si dovrà tenere conto nella scelta dei prodotti, che dovranno essere sempre più flessibili nel posizionamento. Tra le più recenti novità per il controllo della peronospora della vite, Chimiberg ha presentato Daramun, fungicida antiperonosporico ad azione preventiva, di titolarità Diachem.
Il fungicida è a base di cyazofamid (100 g/l), della famiglia dei ciano-imidazoli, che agisce con meccanismo MoA C e Qil, ovvero inibisce la respirazione mitocondriale. Le sue caratteristiche sono esaltate da un bagnante organo siliconico di ultima generazione, contenuto nel formulato stesso, che abbassa la tensione superficiale massimizzando il contatto tra fungicida e organi vegetali trattati e favorisce l’adesività e la copertura omogenea. Daramun è un formulato in sospensione concentrata, dotato di spiccata affinità per le cere cuticolari, moderata capacità di penetrazione ed elevata resistenza all’azione dilavante della pioggia (figura 1).
Strategia Chimiberg per la difesa antiperonosporica
I risultati delle prove condotte in campo hanno evidenziato un'elevata efficacia di Daramun nel contenimento della peronospora, sia su foglia sia su grappolo o frutto. Ha dimostrato anche un’ottima flessibilità nel posizionamento - da prefioritura a maturazione - e compatibilità con numerose sostanze attive dotate di meccanismo d’azione complementare (a questo proposito si raccomanda di utilizzare il prodotto in miscela). Vedi figura 2.
Per quanto riguarda le dosi d’impiego, per la vite da vino e da tavola si usa a 0,9-1,1 l/ha (fino max 4 trattamenti) ogni 8-10 gg (dose minima) e 12-14 gg a (dose massima).