Le aziende che hanno problemi di nematodi o elateridi, soprattutto in terreni su cui è prevista per il prossimo anno la coltivazione di carota o patata, dovrebbero valutare l’opportunità di una semina intercalare di piante biocide da interrare in primavera, prima della semina della coltura principale.
Nematodi ed elateridi
Diverse specie di nematodi, sia galligeni (Genere Meloidogyne) sia cisticoli (Heterodera carotae), sono in grado di arrecare danni alla carota, soprattutto su terreni sciolti. Gli elateridi rappresentano un’altra importante problematica negli areali orticoli del Centro Italia, che negli ultimi anni sta assumendo proporzioni preoccupanti, seppur localizzata in alcune zone del bacino del Fucino. Tali parassiti risultano dannosi soprattutto per le patate ma interessano anche altre colture tra cui le carote.
Una strategia integrata
Con l’eliminazione di molte molecole chimiche ad azione insetticida e nematocida, attive nei confronti degli elateridi e dei nematodi, bisogna ricorrere anche a strategie di tipo agronomico che aiutano a contenere le diverse problematiche telluriche. Tra le operazioni che maggiormente offrono risultati in termini di efficacia vi è l’utilizzo di piante biocide da intercalare alle coltivazioni principali.
La pratica del sovescio, purtroppo, per ragioni più economiche che tecniche, viene spesso disattesa soprattutto dalle aziende più specializzate, così come gli avvicendamenti colturali sono stati ridotti. L’aumento di alcune problematiche del terreno, tuttavia, impone un ritorno a tecniche tradizionali con approcci più moderni legati alle nuove conoscenze scientifiche.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati e accedi all’edicola digitale
Il sovescio è una pratica agronomica, peraltro molto diffusa in agricoltura biologica, che consente di apportare, con l’interramento della coltura, importanti miglioramenti al terreno. Nel caso specifico l’interramento di piante appartenenti alle Brassicaceae, oltre all’apporto di sostanza organica, determina una certa azione biocida nei confronti di diversi organismi terricoli.
Da sempre le brassicacee sono state considerate piante miglioratrici del terreno. Oltre a ciò le piante di questa famiglia rilasciano nel terreno, in seguito alla trinciatura, prodotti di idrolisi dei glucosinolati, composti naturali con riconosciute capacità biocide ed efficaci anche nel contrasto ai nematodi ed agli elateridi. Il rilascio di tali prodotti (isotiocianati e nitrili) avviene anche quando vi è un attacco diretto da parte dei parassiti nei confronti dell’apparato radicale delle brassicacee.
L’azione biocida, quindi, può essere svolta in due modi: alcune brassicacee contengono isotiocianati soprattutto nella parte ipogea della pianta e, quindi, una volta che il nematode attacca la radice, essi vengono rilasciati e impediscono il completamento del ciclo del nematode con conseguente diminuzione del livello di infestazione del terreno; altre accumulano le sostanze biocide soprattutto nella parte epigea e necessitano del sovescio per esplicare la propria azione biocida.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati e accedi all’edicola digitale
Quali operazioni effettuare
Il sovescio può essere eseguito o con semina di brassicacee in primavera e interramento agli inizi dell’estate, oppure con semina all’inizio dell’autunno (appena dopo la raccolta delle patate o delle carote) e interramento a fine inverno. Esso andrebbe eseguito in piena fioritura quando risulta massima la quantità di glucosinolati, interrando la biomassa ad almeno 20 cm di profondità. Dopo l’interramento si deve bagnare il terreno per attivare velocemente i processi idrolitici e la produzione di isotiocianati.
Utile, ed anche di maggior interesse applicativo per una efficace biofumigazione del terreno, è l’uso di pellet biocidi secchi che concentrano un elevato contenuto di glucosinolati e che vengono attivati direttamente nel terreno a seguito di un intervento irriguo.
I risultati sono incoraggianti
Da numerose sperimentazioni, sia in laboratorio che in pieno campo, appare evidente l’azione biocida di diverse specie di brassicacee. L’uso di piante che concentrano la presenza di sostanze tossiche a livello ipogeo, sono senz’altro più indicate per contenere problemi di nematodi. Più efficaci nei confronti degli elateridi, invece, risultano essere i pellet biocidi secchi. Ciò è soprattutto legato al fatto che l’azione biofumigante delle sostanze attive in seguito al sovescio è limitata a sole 48 ore. Pertanto l’efficacia dell’interramento è strettamente legata alla tempestività di somministrazione dei residui colturali in relazione al ciclo di sviluppo delle larve. L’efficacia delle piante biocide, soprattutto in relazione al contenimento della carica nematica, si evidenzia soprattutto quando esse vengono seminate per più anni consecutivi.