Continuano a registrarsi con una certa frequenza infestazioni di Orobanche ramosa in alcuni importanti comprensori di coltivazione del pomodoro da industria.
La specie
Orobanche ramosa, al pari delle altre specie del suo genere, è una fanerogama parassita obbligata (in quanto priva di clorofilla, il cui ciclo vitale dipende totalmente dall’ospite) priva di un vero apparato radicale, sostituito da “austori” che si fissano alle radici delle piante parassitizzate da cui traggono nutrimento direttamente dal sistema vascolare.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Questa specie parassitizza diverse piante coltivate ma è soprattutto su pomodoro che sta creando problemi, probabilmente perché ha ormai contaminato diversi terreni con i suoi semi che possono persistere in fase latente per molti anni.
I danni
Il danno alla coltura dipende dalla diffusione dell’infestazione ed è tanto maggiore quanto più precoce è l’attacco. Le piante parassitizzate presentano uno sviluppo stentato e, in caso di forte attacco, subiscono perdite di prodotto quantitative e qualitative (ad esempio con una sensibile riduzione dei gradi Brix).
Come intervenire
Nonostante dal 2015 sia stata autorizzata l’estensione di impiego di un prodotto a base dell’erbicida rimsulfuron (ancora oggi resta l’unico erbicida registrato) il problema non è certo risolto, soprattutto nei terreni che nello scorso anno sono stati fortemente infestati. Nei campi che ricadono in aree in cui è nota la presenza dell’Orobanche, sin dalle prime fasi della coltura, occorrerà prestare attenzione ai sintomi dell’infestazione o programmare trattamenti preventivi.
I prodotti a base di rimsulfuron registrati contro l’Orobanche vanno somministrati in 2-3 interventi tramite distribuzione in manichetta (con le stesse accortezze che si utilizzano per le fertirrigazioni in modo che la soluzione erbicida raggiunga il terreno esplorato dalle radici del pomodoro) a dosi variabili tra i 30 e i 50 g/ha.
Il posizionamento ottimale
La fase fenologica migliore in cui avviare gli interventi erbicidi è la fioritura del primo palco. In questa fase del pomodoro, infatti, è massima la possibilità che i semi di O. ramosa abbiano concluso la fase di pre-germogliamento (indotta dallo stimolo degli essudati radicali della specie ospite) e inizino a germogliare, venendo in contatto precocemente con il diserbante, prima di aver iniziato il processo di parassitizzazione del pomodoro. I successivi interventi potranno essere effettuati, a distanza di 10-15 giorni, a seconda del livello di infestazione osservata negli anni precedenti o di quella in corso.
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Valutare bene l’impianto
La disponibilità di prodotti “antiorobanche” è positiva ma per la corretta gestione della problematica fitosanitaria restano comunque valide tutte le misure di carattere preventivo.
Pertanto la prima valutazione da fare è se impiantare il pomodoro in un terreno che è stato infestato negli anni scorsi o che è nelle vicinanze di campi infestati. In caso di elevata carica di inoculo o di alto rischio di contaminazione, potrebbe essere saggio evitare la coltura del pomodoro, optando per altre ortive piuttosto che ritrovarsi ad affrontare una forte infestazione di Orobanche nei campi in piena vegetazione. In attesa che il miglioramento genetico renda disponibili varietà di pomodoro tolleranti o resistenti all’Orobanche che probabilmente saranno “licenziate” tra qualche anno.