Due pesi e due misure. Lo scorso gennaio l’EuroParlamento, dopo il rinnovo per l’autorizzazione del glifosate per altri 5 anni, aveva nominato una “Commissione speciale sui pesticidi” per vigilare sui criteri di autorizzazione delle sostanze attive. Una sorta di superdirettorio per vigilare sull’azione dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), organismo scientifico con potere consultivo su questo argomento.
Il Comitato Pest ha solo il glifosato nel mirino
Eric Andrieu, eurodeputato francese al vertice di questo Comitato ha recentemente insistito sul fatto che «la salute pubblica debba essere considerata prioritaria rispetto agli interessi economici quando si tratta di autorizzazione dei pesticidi». Tuttavia, dal momento in cui ad essere sotto indagine è stato il rame, il suo rigore pare essersi ammorbidito. «Le alternative al rame – ha affermato lo scorso giugno (leggi qui) -rimangono molto limitate e attualmente non soddisfano la domanda di 500 milioni di consumatori. A breve termine, è in gioco la sopravvivenza di gran parte delle aziende vinicole europee, in particolare le cantine biologiche. La Commissione e gli Stati membri devono tenerne conto nel processo decisionale».
I nuovi dati Efsa confermano le vecchie conclusioni
Ora però la decisione dell’organismo contestato da Andrieu e dall’Europarlamento all’indomani del prolungamento dell’autorizzazione del glifosate mette il politico francese in forte difficoltà.
Efsa ha infatti appena pubblicato nuovi dati che riconfermano la tossicità dei composti del rame, prodotti fitosanitari utilizzati non solo in agricoltura biologica, ma anche in quella convenzionale soprattutto su vite, frutta e ortive.
Rame “Candidato alla sostituzione”
I sali di rame, compreso il solfato di rame, sono autorizzati nell'Ue come battericidi e fungicidi. Per l’agricoltura biologica sono input ancora oggi insostituibili e molto utilizzati per la produzione di uva da vino e da tavola, patate e pomodori da industria. Si tratta però di sostanze che sono state classificate dal 2015 come “candidate alla sostituzione” nell'ambito delle regole fissate dal Reg. Ue 1107/2009 Ue, per le caratteristiche di persistenza, bioaccumulo nei suoli e tossicità. Ciò significa che per la Comunità europea il rame è una sostanza "di particolare interesse per la salute pubblica o l'ambiente" e deve essere gradualmente eliminato e sostituito.
La proposta di ridurre del 30% il limite ammesso
Per questo motivo, in vista del rinnovo dell’autorizzazione in scadenza a fine anno, la Commissione ha presentato agli Stati Membri riuniti in un apposito comitato tecnico della Direzione Generale Salute la proposta di ridurre da 6 a 4 kg/ha il limite nelle applicazioni di Sali di rame per la protezione delle piante (leggi qui) , basandosi anche sugli studi EFSA. Nelle precedenti valutazioni, l'agenzia ha aveva infatti definito come il rame, e in particolare il solfato di rame, rappresentasse un rischio in varie categorie (compresi gli esseri umani che lavorano direttamente con la sostanza chimica, nonché numerose categorie di animali).
Tuttavia, l'Authority di Parma aveva anche riconosciuto che "gli attuali orientamenti per la valutazione del rischio ambientale dei pesticidi non riguardano specificamente i composti metallici" e ciò aveva reso necessari studi più approfonditi.
L'organismo di controllo alimentare dell'UE ha ora analizzato nuovi dati, i cosiddetti "dati di conferma", concludendo che nulla ha modificato le sue precedenti valutazioni.
«Considerando – osserva il rapporto - le informazioni disponibili nel quadro dei dati di conferma, la valutazione del rischio rimane invariata e pertanto le nuove informazioni fornite non modificano la conclusione generale elaborata durante la valutazione di rinnovo dei composti di rame».
Dicembre 2018, scadenza improrogabile
A dicembre 2017, la Commissione europea e gli Stati Membri avevano concordato di estendere l'uso di composti di rame per un anno.
Il 31 agosto 2018, l'esecutivo dell'UE ha proposto la riapprovazione dei composti di rame come prodotti fitosanitari. Il progetto di regolamento di attuazione propone un rinnovo quinquennale, che entrerà in vigore a gennaio 2019, eliminando nel contempo le restrizioni sull'uso che in precedenza l'avevano riconosciuto solo come fungicida e battericida.
Nel nostro Paese occorrerà al più presto risolvere il problema dell’utilizzo dei fertilizzanti che contengono dosi rilevanti di rame e che possono determinare un pregiudizio molto forte per l’export dei nostri prodotti, in particolare di quelli bio.