L’orzo è un cereale che viene normalmente coltivato nelle aree più marginali, in quanto considerato più rustico rispetto al frumento e pertanto meno suscettibile alle malattie fungine fogliari. In effetti malattie come l’oidio e la ruggine bruna, causati rispettivamente da Blumeria graminis e Puccinia hordei, si presentano raramente nei nostri areali con una pressione infettiva tale da compromettere la produzione. Al contrario, da alcuni anni, si riscontrano con una certa frequenza e gravità, attacchi di Maculatura reticolare e, seppure in minore misura, Rincosporiosi. Tale recrudescenza su orzo potrebbe essere attribuita all’inserimento sempre più frequente della coltura all’interno di corte rotazioni, all’adozione della pratica della semina su sodo e all’impiego di varietà suscettibili.
Maculatura reticolare
La Maculatura reticolare provoca due sintomatologie fogliari distinte. Quella ascrivibile a Pyrenophora teres f.sp. teres si manifesta con piccole maculature brunastre disposte tra le nervature della pagina superiore della foglia. Tali maculature sono di forma irregolare e confluendo formano striature con evidenti reticolature chiare racchiudenti aree di colore più scuro. La seconda tipologia, causata da Pyrenophora teres f.sp. maculata, si caratterizza con macchie circolari o ellittiche brunastre e circondate da un’area clorotica. Durante i mesi più freddi la malattia progredisce lentamente per riprendersi a fine inverno non appena le temperature cominciano ad innalzarsi. In presenza di elevata umidità relativa la contaminazione ascosporica delle piante richiede temperature comprese tra 4 e 30 °C ma con un optimum a 18 °C.
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