Per cause non sempre facilmente comprensibili, ma probabilmente a causa di una serie di fattori concomitanti, come spesso accade per i parassiti di debolezza, sono sempre più frequenti segnalazioni di deperimento e successiva morte dei pini interessati da una elevata presenza di scolitidi.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Pinete in condizioni di stress
Da alcuni monitoraggi eseguiti lungo le pinete del litorale adriatico, la specie presente in maniera predominate su P. halepensis, P. pinea e P. pinaster, è il Tomicus destruens. Trattasi di un coleottero scolitide che compie una generazione l’anno e che si segnala principalmente in pinete sottoposte a situazioni di stress quali lunghi periodi di siccità, schianti o sradicamenti causati da eventi meteorici ecc. Durante la fase riproduttiva dell’insetto, che si ha in settembre-ottobre, gli adulti si portano sulle piante da attaccare e iniziano a scavare delle gallerie sottocorticali.
Come individuarli
Gli scolitidi sono insetti difficilmente visibili in quanto svolgono il proprio ciclo all’interno degli alberi, ma T. destruens è facilmente diagnosticabile grazie alla presenza di fori di penetrazione sul tronco o sulle branche, in prossimità dei quali è visibile un cono di resina derivante dalla reazione della pianta. Inoltre durante il periodo di volo degli adulti, quindi da inizio estate, si possono osservare germogli che cadono facilmente a terra a seguito di eventi atmosferici dove si rileva la presenza di piccoli fori con formazione di un piccolo cono di resina.
I getti attaccati che non cadono a terra disseccano e si ripiegano su se stessi. Se si scava un po’ al di sotto del ritidoma, è possibile anche vedere ad occhio nudo i piccoli insetti con elitre di colore rosso-bruno, all’interno di gallerie riproduttive longitudinali semplici.
La presenza di una popolazione elevata di Tomicus determina fenomeni di deperimento delle pinete. Inoltre è vettore di funghi simbionti agenti di azzurramento del legno di pino.
La pullulazione degli scolitidi nelle pinete litoranee è principalmente determinata dalla presenza di legno fresco derivante da schianti e sradicamenti facilmente riscontrabili soprattutto in pinete con terreno sabbioso a ridosso delle spiagge. L’indebolimento dei pini dovuto all’attacco degli scolitidi, predispone gli stessi ad ulteriori attacchi di funghi quali l’Armillaria.
Metodi di controllo
Il metodo più efficace di contenimento è quello di ridurre il materiale legnoso potenzialmente attrattivo per gli scolitidi e, quindi, mantenere le pinete in buono stato vegetativo. Non possono essere utilizzati metodi di “mass-trapping” poiché non esistono feromoni di aggregazione specifici ma soltanto sostanze attrattive di origine naturale.
Le corrette cure selvicolturali, con diradamenti dal basso, eliminando le piante sofferenti e sottomesse, al fine di migliorare le condizioni vegetative delle piante, l’eliminazione di materiale a terra, sono determinanti al fine di ridurre la popolazione dell’insetto. Possono essere anche predisposti tronchi esca nel periodo di fine estate per poi essere rimossi entro marzo dell’anno successivo.
È importante anche effettuare un attento monitoraggio per tenere sotto controllo la popolazione di tali insetti che può essere eseguito con trappole Multifunnel o Theysohn attivate con miscele di sostanze terpeniche, peraltro poco attrattive per T. destruens.