Nei mesi più freddi dell’anno, che nel meridione tipicamente sono gennaio e febbraio, in molte serre non riscaldate si interrompe la coltivazione a causa delle temperature troppo basse.
Questa pausa invernale delle intense coltivazioni in serra può essere una buona occasione per effettuare la manutenzione delle strutture e delle importanti operazioni di pulizia, sanificazione e profilassi fitosanitaria che consentiranno in primavera di ripartire con le nuove coltivazioni in un ambiente più salubre e, quindi, con meno rischi di affrontare avversità parassitarie.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Asportare i residui vegetali
I residui vegetali ancora presenti in serra vanno accuratamente rimossi e allontanati dal terreno, per eliminare i propaguli di malattie o eventuali fitofagi. Un’alternativa interessante all’eliminazione dei residui vegetali (la bruciatura è sempre più problematica), se questi non sono particolarmente infetti, è il loro compostaggio che può essere realizzato anche in semplici “concimaie” aziendali.
Al contrario delle deiezioni animali, il materiale vegetale è povero di azoto per cui è consigliabile l’aggiunta di piccole quantità di nitrato ammonico il quale accelera l’attività della microflora saprofita o anche l’aggiunta di materiale organico ricco di microrganismi degradatori (es. letame o prodotti in commercio appositamente studiati). Questa pratica consente di ottenere nel giro di qualche mese dell’economico concime organico da impiegare in azienda.
I prodotti per disinfettare
Oltre all’asportazione dei residui vegetali, nelle serre dovrà procedere alla pulizia delle strutture, dei bancali, dell’eventuale impianto di irrigazione fisso e delle attrezzature nonché alla loro disinfezione con prodotti idonei. Tra questi, l’ipoclorito di sodio è economico, efficace e praticamente non lascia residui. Ha, però, l’inconveniente di essere tossico per l’operatore (libera cloro) e corrosivo su tessuti, alcuni tipi di coperture e sulle parti metalliche. I sali quaternari di ammonio hanno il vantaggio di non rilasciare gas irritanti e di non essere corrosivi ma le superfici trattate devono essere successivamente lavate accuratamente.
Un’alternativa ai citati prodotti disinfettanti è l’acqua ossigenata, disponibile in varie formulazioni concentrate che al vantaggio di non essere particolarmente corrosiva aggiunge quello di non lasciare residui.
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Prodotti a base di acido benzoico, sostanza organica completamente degradabile, sono anche commercializzati per la disinfezione delle serre e delle attrezzature agricole, con il vantaggio di non essere fitotossici alle dosi di utilizzo, nel caso dovessero raggiungere delle piante in coltivazione. Alcuni prodotti sono distribuiti con l’aggiunta di schiumogeni che aumentano la persistenza del prodotto, riducendone la perdita per gocciolamento, e consentono visivamente di controllare l’omogenea distribuzione.
Esistono prodotti disinfettanti, che da un punto di vista normativo rientrano nella categoria dei “biocidi”, appositamente registrati per la filiera agroalimentare che, alle concentrazioni consigliate esplicano una buona azione disinfettante oltre che sui batteri anche sulle spore di patogeni fungini come botrite, Penicillium o Aspergillus. È il caso dei prodotti che generano acqua ossigenata. Prima di acquistare e utilizzare uno dei diversi prodotti “disinfettanti” commercializzati, comunque, sarà bene verificare che in etichetta sia riportato l’uso in ambito agricolo per evitare problemi in caso di controlli amministrativi o di residui sui prodotti.