Tra le vecchie e le nuove avversità che interessano la coltura della vite in Italia meridionale, la tignoletta (Lobesia botrana) resta un fitofago chiave. Questo insetto si concentra maggiormente nelle aree più calde e nei vigneti di uva da tavola. La confusione sessuale, dove l’estensione della superfice ne consente l’applicazione, è il metodo più efficace e sostenibile per il controllo dell’insetto.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati o accedi all’edicola digitale
Importante l’ispezione visiva
Ovviamente, gli erogatori di feromone devono già essere stati applicati per agire sugli adulti del primo volo dell’anno (quelli che danno origine alla prima generazione larvale, antofaga). Nei campi in confusione sessuale è comunque importante proseguire il monitoraggio dell’insetto. Oltre all'utilizzo di trappole a feromoni, è importante l’ispezione visiva sui grappoli per individuare l’eventuale presenza di larvette negli acini, in modo da valutare la “tenuta” dei diffusori.
In vigneti di non grande estensione, inoltre, è sempre possibile un certo grado di infestazione dall’esterno, soprattutto in vicinanza di oliveti o macchia mediterranea. In queste aree, infatti, sono presenti specie vegetali che possono offrire substrato nutritivo alla tignoletta. Oltre alle trappole a feromoni installate nel vigneto in cui si applica confusione o disorientamento sessuale, è molto utile avere delle trappole poste al di fuori, nelle vicinanze. Lo scopo è quello di ottenere un’idea della quantità di adulti nell’area e soprattutto per seguire il volo degli insetti.
Informazioni preziose sul ciclo dell’insetto in zona, inoltre, possono essere fornite dai modelli previsionali; questi aiutano ad individuare gli stadi della tignoletta più sensibili a eventuali trattamenti o quelli per i quali conviene intensificare il monitoraggio.
Tignoletta della vite, monitorare e confondere - Terra e Vita (edagricole.it)
Trattamenti e scelta dei prodotti
Nei vigneti in cui non si applica la confusione ma il controllo è affidato a trattamenti insetticidi, dove la popolazione della tignoletta non raggiunge livelli molto alti (le trappole forniscono utili indicazioni), l’intervento insetticida sulla generazione antofaga è in genere da evitare; sono fondamentali, invece, trattamenti larvicidi o ovolarvicidi dopo il picco del II volo degli adulti; questi ultimi, infatti, daranno origine alle larve che si nutrono direttamente delle bacche (I carpofaga).
La scelta dei prodotti disponibili è abbastanza ampia, andando da quelli ammessi in agricoltura biologica (Bacillus thuringiensis e spinosad) agli insetticidi chimici (spinetoram, ormonosimili, clorantraniliprole, emamectina). Si tratta di prodotti con diverso meccanismo di azione che consentono di applicare con facilità strategie antiresistenza.
Emergente anche la tignola rigata
Negli ultimi anni, probabilmente a causa della drastica riduzione dell’uso di insetticidi nei vigneti, la tignola rigata (cryptoblabes gnidiella) è stata spesso segnalata come fitofago emergente in vigneto che richiede specifici interventi di controllo. Per questo, soprattutto nei vigneti in confusione sessuale, è importante monitorare con le specifiche trappole a feromoni l’eventuale presenza anche della tignola rigata. In caso di infestazioni sulle bacche intervenire utilizzando i prodotti già citati per Lobesia botrana.