Il Green Deal ha delineato la strategia di crescita dell’agricoltura europea nei prossimi decenni con precisi obiettivi: 1. almeno il 25% dell’intera superficie agricola dell’Ue coltivata biologicamente entro il 2030; 2. riduzione di almeno il 50% delle perdite di nutrienti senza alcun deterioramento della fertilità del suolo, nell’ottica di ottenere una diminuzione di almeno il 20% nell’uso di fertilizzanti entro il 2030; 3. riduzione dell’uso dei pesticidi chimici del 50% entro il 2030. Ebbene, al raggiungimento di tali lungimiranti e non facili obiettivi possono contribuire anche i Trichoderma spp., funghi benefici “multi purpose”, cioè “multiuso”, come agenti di biocontrollo nella difesa fitosanitaria. È l’indicazione operativa scaturita dall’incontro di approfondimento “Advanced Integrated Pest Management” organizzato in collaborazione tra Fruit Communication, Associazione regionale pugliese tecnici e ricercatori in agricoltura (Arptra), Associazione italiana protezione delle piante (Aipp), Università di Bari e Consiglio nazionale delle ricerche.
Trichoderma spp., funghi benefici “multiuso”
Il genere Trichoderma, ha illustrato Claudio Altomare, Primo ricercatore dell’Istituto di scienze delle produzioni alimentari (Ispa-Cnr) di Bari, «è costituito da funghi cosmopoliti, comuni nel suolo e su residui vegetativi, caratterizzati da crescita rapida e conidiazione abbondante e in grado di garantire numerosi effetti benefici: controllo biologico, effetto “priming” di attivazione della resistenza ad agenti fitopatogeni biotici, biostimolazione della crescita delle piante, azione biofertilizzante, miglioramento della resilienza a stress abiotici».
Controllo biologico per malattie radicali, di legno e fogliari
In particolare i Trichoderma spp. sono in grado di esercitare il controllo biologico verso:
- malattie radicali di orticole e cereali (marciumi radicali causati, fra gli altri, da Rhizoctonia solani, Fusarium spp., Sclerotium rolfsii; marciumi dello stelo da Phytophthora, Sclerotinia sclerotiorum, Sclerotinia homeocarpa; moria dei semenzai da Pythium spp.; tracheofusariosi; mal del piede del grano da Gaeumannomyces graminis);
- malattie del legno (marciumi del legno da Chondrostereum e Armillaria; mal dell’esca da Phaeoacremonium e Phaemoniella);
- malattie fogliari e delle parti aeree (muffa grigia dell’uva e di piante ortive da Botrytis cinerea; marciumi dei frutti da Monilia laxa e Rhizopus stolonifer).
«Esercita tale controllo o per azione diretta, mediante micoparassitismo (riconoscimento e adesione, avvolgimento, penetrazione, lisi e uccisione dell’ifa), competizione per lo spazio e i nutrienti, antibiosi, oppure per azione indiretta (effetto “priming” di attivazione della resistenza ad agenti fitopatogeni biotici o pre-immunizzazione)».
Biostimolazione della crescita delle piante
La biostimolazione della crescita delle piante, ha aggiunto Altomare, «avviene per aumento dello sviluppo delle radici e miglioramento dell’architettura dell’apparato radicale, mobilizzazione di macro (P)/micro nutrienti attraverso acidi organici e chelanti, soppressione di patogeni blandi, produzione di sostanze di crescita (amminoacidi, vitamine, ormoni e sostanze ormono-simili)».
Trichoderma, impieghi in etichetta
Gli impieghi in etichetta dei Trichoderma spp. oggi in commercio possono perciò essere vari: bio-fungicidi, bio-fertilizzanti, biostimolanti della crescita, biostimolanti della resistenza naturale.
I Trichoderma spp. garantiscono numerosi vantaggi: rispetto dell’ambiente (basso impatto ambientale), assenza di residui di pesticidi nei prodotti, maggiore sicurezza per gli operatori e i consumatori, riduzione dei rischi di sviluppo di resistenza agli anticrittogamici nelle popolazioni dei patogeni (agricoltura convenzionale e lotta integrata), possibilità di utilizzo nelle coltivazioni biologiche, impiego utile laddove altri mezzi non sono disponibili o sostenibili.
Riguardo ai Trichoderma spp. occorre però ricordare che:
- hanno effetto preventivo, non curativo;
- sono lenti nel produrre effetti;
- lo spettro d’azione dipende dal ceppo;
- è importante la conoscenza tecnica del prodotto commerciale e delle sue caratteristiche (UFC/g), della sua shelf life e delle modalità di conservazione (possono variare da formulazione a formulazione), delle modalità di corretta applicazione (in particolare la compatibilità con altri fitofarmaci o concimi)».