Terminata la fase di raccolta delle olive, peraltro quest’anno un po’ anticipata rispetto agli anni passati, è già ora di pensare ai trattamenti delle chiome degli olivi con prodotti rameici, molto utili anche per disinfettare eventuali microferite causate dall’uso degli abbacchiatori.
Fondamentale la scelta del formulato giusto, perché esistono in commercio molti tipi di rame.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati e accedi all’edicola digitale
L’azione del rame
Il rame ha avuto un’evoluzione tecnica notevole con la commercializzazione di nuovi formulati rameici e con la riduzione dei dosaggi.
Proprio quest’ultimo aspetto, imposto ope legis per gli effetti indesiderati su microflora e microfauna del terreno, ha fatto sì che vi sia stata, negli ultimi anni, la sperimentazione di nuovi formulati caratterizzati dalla possibilità di impiego a bassi dosaggi.
Ciò al fine di rispettare i limiti imposti di 4 kg per ettaro di rame che, per le colture poliennali, diviene 28 kg a ettaro nell’arco di 7 anni. L’attività fungitossica del rame è dovuta all’azione degli ioni Cu++ che liberati in acqua penetrano a livello della membrana semipermeabile delle cellule fungine, agendo a diversi livelli.
L’attività batteriostatica, invece, è determinata dalla sua capacità di rompere la membrana cellulare, generando quindi radicali tossici e distruggendo il DNA delle cellule batteriche. La sua peculiarità di essere multisito fa si che il rame sia un prodotto che non conosce fenomeni di resistenza e che sia il principale partner di molti fungicidi ad azione specifica.
Leggi anche
Rame, con il cambio di norme si userà “un tanto all’anno”
Ue, stretta sul rame: da 6 a 4 kg/ha per anno, però flessibili
Trattamenti per rogna e cicloconio
I trattamenti con formulati rameici sull’olivo, nel periodo autunnale, sono importanti per diversi motivi: per disinfettare le ferite causate dagli abbacchiatori e per tenere sotto controllo la rogna (Pseudomonas savastanoi) e il cicloconio (Spilocaea oleaginea), per le quali occorre eseguire un primo intervento in concomitanza della fine della raccolta delle olive.
Quindi eseguire un secondo intervento a distanza di 7-10 giorni, valutabile in funzione delle condizioni climatiche più o meno favorevoli. Qualora la problematica fitosanitaria principale dell’oliveto sia la rogna, privilegiare, in oliveti di limitate dimensioni, il trattamento con lancia irroratrice al fine di bagnare bene il tronco e le branche attaccate dal batterio.
Prediligere formulati con rapida prontezza d’azione nel primo trattamento per poi intervenire con formulati caratterizzati da maggior persistenza nel secondo intervento.
I Sali di rame in commercio
In commercio si trovano un numero considerevole di formulati commerciali caratterizzati da diversi sali rameici:
• Idrossido di rame: formulati che presentano con un elevato contenuto di rame metallo (50%) e caratterizzati da una elevata prontezza d’azione grazie alla finezza delle loro particelle, maggiore persistenza d’azione e ridistribuzione grazie alla capacità di rimobilitarsi sulla vegetazione in presenza di forte umidità ambientale. La degradazione chimica e fotolitica risulta limitata.
• Ossicloruro di rame ed ossicloruro tetraramico: la sua attività fungicida è paragonabile a quella della poltiglia bordolese, con il vantaggio però di una penetrazione più rapida senza l’aggiunta di calce. L’ossicloruro tetraramico presenta una efficienza e persistenza maggiore, ma una più lenta azione biologica; rappresenta la forma più attiva nei confronti delle batteriosi.
• Ossido di rame: è una sostanza che con nell’aria secca è stabile mentre si ossida gradualmente ad ossido ramico in presenza di umidità. Si caratterizza per una buona adesività, e presenta una buona azione battericida.
• Solfato di rame neutralizzato: questo sale di rame solubile in acqua che, per il suo impiego, viene normalmente neutralizzato con idrato di calce al fine di ridurne l’acidità (composto noto come poltiglia bordolese). Il solfato di rame reagisce con la calce portando alla formazione di composti insolubili che rimangono in sospensione nell’acqua. Se il composto ottenuto è acido, il prodotto ha una azione pronta ma poco persistente, mentre se è alcalino è più persistente, ma meno efficace.
• Solfato di rame tribasico: è una sostanza che permette, grazie alla sua struttura molecolare, il rilascio rapido di una parte di ioni, mentre una frazione di essi si solubilizza più lentamente garantendo una maggiore persistenza del prodotto.
Ho sentito parlare di bentonite più rame. Si può fare.