«Abbiamo chiesto al ministero delle Politiche agricole di intervenire subito per bloccare i prezzi salvaguardando in questo modo tutta la filiera del suino, dall’allevatore al macellatore».
Così il presidente nazionale della Federazione suinicola di Confagricoltura, Claudio Canali, spiega l'appello per un intervento immediato del Governo a salvaguardia del comparto suinicolo che sta affrontando un nuovo momento di difficoltà legato, in primis, al pesante crollo dei prezzi posizionati «ormai al di sotto dei costi di produzione».
«Siamo in un Paese di libero mercato, ma - sottolinea Canali - in questa situazione di emergenza, che si ripropone a 6 mesi di distanza dalla prima e in maniera ancora più grave, chiediamo un intervento immediato della politica. E' impossibile per le parti trovare un accordo sul prezzo in questo momento, per questo chiediamo l’intervento della politica a tutela di tutta la filiera».
«Questa – precisa Canali – potrebbe essere la misura più efficace da adottare in questo momento di caduta del prezzo. Stabilire un prezzo consentirebbe di dare un immediato sollievo al comparto evitando così di richiedere nuovi aiuti quando la situazione diventerà ancora più grave”.
Un settore in affanno per problemi vecchi e nuovi
Il calo dei consumi a causa della pandemia si aggiunge oggi alla grande offerta di carne dalla Germania dopo i casi di Peste suina africana (Psa) e la conseguente chiusura dell’export verso la Cina e allo slittamento dell’indicazione di origine in etichetta.
Un intreccio di problemi vecchi e nuovi rischia di mettere in serio pericolo la tenuta del settore che conta 25mila allevamenti e circa 8,3 milioni di capi allevati per un fatturato di circa 3 miliardi di euro in termini di produzione e di circa 8 miliardi di euro nella fase industriale.
Prezzo suini, la situazione peggiorerà con l'anno nuovo
Come ha spiegato Canali, il surplus che si è creato Germania in seguito ai casi di peste suina africana e la sospensione dei ritiri di carne da parte della Cina hanno creato condizioni particolarmente negative. Condizioni che sono destinate ad aggravarsi ancora tra gennaio e febbraio perché si prevede che in Europa possano accumularsi numerose partite di suini non macellati.
Serve anche un’applicazione immediata dell'obbligo dell’origine in etichetta
Il presidente nazionale del settore suinicolo di Confagricoltura ha anche sollecitato un’applicazione immediata dell’indicazione di origine in etichetta prevista per il 16 novembre, ma posticipata al 31 gennaio 2021 da una circolare del Mise.
Un ritardo che avvantaggerà ancora la concorrenza del prodotto d’importazione senza arrivare subito all’obiettivo, quello di aumentare la consapevolezza degli acquisti del consumatore.
Sempre legato a questo obiettivo di valorizzare il mercato della carne suinicola nazionale è il tema della destinazione di un eventuale sostegno pubblico: «Qualora fossero attivati degli interventi a sostegno della filiera in crisi – ha aggiunto Canali – chiediamo, però, di premiare solo chi utilizzerà nella trasformazione produzioni suinicole italiane».
Sull’emergenza suinicoltura è in programma questa settimana un’audizione in commissione Agricoltura del Senato.