Così il raffrescamento riduce lo stress da caldo dei suini

raffrescamento
Le alte temperature sono nemiche dell’efficienza produttiva e riproduttiva. Diversi studi hanno dimostrato che quando gli animali sono allevati in condizioni climatiche estreme, le performance vengono depresse.

È noto che le temperature elevate causano un peggioramento nelle performance degli animali da reddito. Tra gli effetti principali possiamo citare il calo dell’appetito, un peggioramento dell’efficienza alimentare, dell’incremento ponderale, con manifestazioni che si presentano su tutte le categorie di suini: dai verri alle scrofe, dai giovani suinetti agli animali nella fase di magronaggio e ingrasso.
A esempio nelle scrofe, lo stress da calore riduce la capacità di produrre latte con ripercussioni sull’accrescimento dei suinetti fin dopo la nascita. Durante la fase di lattazione, il calo dell’appetito può portare a una perdita importante di peso corporeo con ripercussioni negative sul ciclo riproduttivo successivo.
Quali dunque le possibili soluzioni per difendersi dal caldo estivo?

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Rappresentazione schematica del pad cooling.

Raffrescamento evaporativo
Il raffrescamento evaporativo (cooling system) ha acquistato in questi ultimi anni una certa popolarità nei nostri allevamenti soprattutto nelle sale parto dove le alte temperature possono arrecare i danni produttivi maggiori in termini di mortalità delle scrofe (spesso in prossimità del parto), riduzione dell’appetito e della produzione di latte, compromissione delle performance al ciclo successivo, ecc. Va detto che anche le gestazioni vengono sempre più frequentemente dotate di tali sistemi per ridurre le temperature ed alleviare gli effetti negativi del calore.
Tecnicamente il raffrescamento evaporativo avviene quando l’acqua cambia dallo stato liquido a quello gassoso. Uno dei sistemi più noti, è rappresentato dal “pad cooling” in cui l’aria in entrata passa attraverso uno strato di materiale poroso (fibre di cellulosa o fibre di vetro o materiale plastico) che è tenuto costantemente bagnato da rivoli d’acqua che cadono per gravità dall’alto. L’aria perde calore per l’energia impiegata nel far evaporare l’acqua che incontra sul suo cammino (vedi figura 1). I risultati migliori si ottengono in presenza di clima caldo secco, nel clima estivo della Pianura Padana caratterizzato da umidità relativa elevata, l’efficacia è leggermente inferiore anche se si possono raggiungere risultati ugualmente apprezzabili e positivi.
Altro sistema differente rispetto ai filtri umidi appena descritti, è rappresentato dai cosiddetti cassoni adiabatici in cui l’aria in ingresso all’interno dei capannoni è umidificata per l’apporto di acqua che viene nebulizzata ad alta o bassa pressione. Ovviamente più le particelle d’acqua sono piccole, migliore è il grado di umidificazione raggiungibile, inoltre tanto più fini sono le gocce d’acqua, tanto maggiore sarà l’effetto raffrescante che esse provocano.
Varianti dei sistemi con cassone evaporativo, sono rappresentati da nebulizzatori che sono installati direttamente all’interno dei ricoveri zootecnici nei quali è fatta circolare aria al loro interno. Naturalmente l’efficacia dei nebulizzatori è inferiore ai sistemi a filtri umidi.
Raffrescamento ad acqua
Altri sistemi che vedono una certa diffusione anche se inferiore rispetto al raffrescamento evaporativo precedentemente descritto, sono rappresentati da docce o gocciolatori che possono raggiungere direttamente gli animali. Docce e/o impianti a goccia sono diffusi soprattutto per le scrofe gestanti e per i suini all’ingrasso. Tali sistemi sono di facile installazione, anche se nel caso in cui non siano ben gestiti possono causare spreco di acqua e aumento nella produzione di liquami.
L’acqua fornita concorre ad asportare il calore dall’animale attraverso due vie:
- conduzione;
- evaporazione.
Mentre la perdita per conduzione dura soltanto il tempo della doccia, la dispersione di calore per evaporazione dura per tutto il tempo impiegato dall’animale per asciugarsi. Diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato come il benessere dell’animale si manifesti con una minore frequenza respiratoria, calo della temperatura cutanea (3-4°C subito dopo la doccia), di quella rettale (0,3-0,4°C fino a oltre due ore dopo la doccia stessa) e diminuzione nelle pulsazioni cardiache.
Tali sistemi inducono quindi un maggior benessere negli animali che aumentano l’ingestione. Negli ultimi anni le docce hanno iniziato a diffondersi anche nei capannoni d’ingrasso dove con l’utilizzo di semplici temporizzatori, si riescono ad ottenere effetti positivi sugli animali senza andare a penalizzare aspetti quali lo spreco di acqua ed il conseguente aumento nella produzione di liquami.
Per le scrofe in gabbia si possono utilizzare gli impianti a goccia tipici dei sistemi di irrigazione utilizzati ad esempio nei frutteti, che dirigono l’acqua (2-4 l/h) nella regione della testa dell’animale, zona ad elevata vascolarizzazione e pertanto in grado di avere un’intensa attività di scambio termico.
Raffrescamento localizzato con aria
Nel Nord Europa negli allevamenti moderni di recente costruzione, il sistema che va per la maggiore è quello che prende l’aria dall’esterno attraverso una fitta rete di tubi interrati che rilasciano l’aria in corrispondenza del naso della scrofa. L’entrata dell’aria può avvenire dall’alto oppure dal basso. Tale tecnologia utilizzata sia in sia parto che in gestazione, ha il vantaggio di portare aria fresca direttamente in corrispondenza del muso dell’animale.
In condizioni invernali l’aria presa dall’esterno passando attraverso i tubi interrati si preriscalda, viceversa d’estate l’aria più calda si raffresca prima di entrare.
Ventilatori
Anche i semplici ventilatori creando un flusso d’aria che investe gli animali possono avere un effetto raffrescante. È stato stabilito che con velocità dell’aria pari a 0,2 m/s, ogni m/s addizionale in termini di velocità, genera un effetto raffrescante di 1°C. Pertanto con una velocità dell’aria di 0,5 m/s all’interno dei capannoni, 30°C sono percepiti come 27°C.
Questo sistema ha il vantaggio di essere indipendente dal livello di umidità ambientale e come svantaggi invece la possibilità di essere utilizzato solo all’interno di ambienti ampi e al tempo stesso l’impossibilità di essere applicato nelle sale parto perché l’eccessiva velocità dell’aria può causare problematiche ai suinetti (es. diarree).
Pavimenti raffrescati
Raffrescare il pavimento sul quale giace l’animale è un modo per incrementare la dispersione del calore attraverso la conduzione, facendo sentire la scrofa più confortevole e senza al tempo stesso deprimere la temperatura del resto della gabbia che potrebbe pregiudicare il benessere dei suinetti. Nella fattispecie si è costruito un sistema di cooling consistente in una normale gabbia parto che sostituisce in parte il grigliato in corrispondenza della regione del collo della scrofa con un pavimento pieno al di sotto del quale si trova una serpentina di tubi che fanno scorrere in modo costante l’acqua a 17°C (vedi figura 2)

Così il raffrescamento riduce lo stress da caldo dei suini - Ultima modifica: 2018-05-23T12:53:40+02:00 da Lucia Berti

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