In una zona come quella emiliana, dove la zootecnia è chiamata a fornire il latte per le produzioni di Parmigiano Reggiano, le superfici destinate ai foraggi sono considerevoli. Tuttavia un’agricoltura moderna non può operare ignorando la sostenibilità delle produzioni non solo sotto l’aspetto economico, ma anche ambientale; inoltre in aree come quelle montane, dove i bovini appaiono l’unica attività agricola remunerativa, la sostenibilità diventa anche sociale.
In quest’ottica l’Unione europea ha sviluppato un progetto denominato “Forage4climate”, inserito nell’ambito del programma “Life+Climate Change Mitigation project”, e coordinato dal Crpa, volto a studiare come i sistemi agricoli collegati alla produzione di latte possano essere attivi nella mitigazione del cambiamento climatico. Così per il suo primo anno d’attività il progetto “Forage4climate” procederà con:
– la divulgazione di buone pratiche che contribuiscono a limitare le emissioni e a preservare e/o accrescere le riserve di carbonio dei terreni (seminativi, prati e pascoli) utilizzati per produrre foraggi per l’alimentazione dei ruminanti (bovini, ovini e caprini);
– la messa a punto e la diffusione di strumenti di valutazione dei carbon stock e delle emissioni di gas a effetto serra rispondenti ai requisiti richiesti da gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici per valutare gli effetti degli interventi di mitigazione.
Nelle zone montane poi, particolarmente soggette a casi di dissesto e di perdita di fertilità dei suoli si sta già lavorando alla valorizzazione della sostanza organica d’origine animale come ammendante e fertilizzante, il ripristino di cotici e prati con minime lavorazioni, l’inserimento d’erbai di graminacee specializzati e il miglioramento della produttività dell’erba medica. Al contempo nelle stalle si monitorano i consumi di foraggi e mangimi, dopo aver registrato le produzioni foraggere sia sotto l’aspetto della quantità che della qualità, con l’intento d’aumentare la quota d’autoapprovvigionamento aziendale.
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