Milk day, la zootecnia italiana vede più nero che bianco

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Nel giorno in cui si celebra la giornata mondiale del latte, i numeri del settore mostrano più ombre che luci: il prezzo del latte vaccino è sotto la soglia di sostenibilità economica e in cinque anni hanno chiuso 180mila stalle

Di vacca soprattutto, ma anche di pecora, di bufala e d'asina. Sono poco meno di 13 milioni le tonnellate di latte prodotto ogni anno da circa due milioni di stalle italiane. Un comparto che fattura circa 17 miliardi di euro, incidendo per l'11,5% sul totale dell'industria dell'agroalimentare, oltre a dare lavoro a circa circa 800mila persone. Ma anche un settore in grande difficoltà soprattutto da quando è scoppiata la pandemia da coronavirus. La materia prima viene pagata oggi circa 37 centesimi di euro al litro, mentre i prezzi dei mangimi per alimentare gli animali sono molto alti. Quello del mais, ad esempio, è cresciuto del 55% in un anno. Un valore ritenuto dagli allevatori sotto la soglia di sostenibilità finanziaria fissata a 39 centesimi.

Questo i numeri significativi della zootecnia da latte in Italia nel giorno in cui si festeggia il World Milk day, la Giornata mondiale del latte istituita dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura che si celebra il 1° giugno proprio in coincidenza con la riapertura in Italia del servizio al banco a e al tavolo al coperto nella ristorazione in tutta Italia.

Stalle bovine: -10% in cinque anni

Secondo i dati pubblicati dalla Commissione europea, nel 2020 erano presenti in Italia 1.639.000 bovine da latte, mentre nel 2015 ce n’erano 1.822.000. In cinque anni si è quindi verificato un calo del 10%. Una diminuzione dovuta anche al crescente disaffezione dei consumatori verso il latte vaccino, con il proliferare di campagne mediatiche tese a criminalizzare il consumo di proteine animali e il conseguente calo degli acquisti del latte fresco del 5% annuo. Campagne denigratorie a cui si aggiungono quelle sull'impronta di carbonio delle produzioni zootecniche, che non tengono conto della riduzione del 40% delle emissioni di gas serra negli allevamenti italiani degli ultimi anni.

Uno studio scientifico condotto nel 2020 dall’Istituto zooprofilattico di Lombardia ed Emilia-Romagna ha stabilito come nel latte italiano i residui di antibiotici siano di cento volte inferiore a quanto consentito dalla legge.

In occasione del milk day, Coldiretti, Confagricoltura, Cia - agricoltori italiani e Copagri fanno notare come il comparto zootecnico italiano rischi il collasso a causa delle troppe fake news sul latte. Le organizzazioni professionali agricole chiedono al governo di definire nuove strategie per la valorizzazione della crescente offerta produttiva e di puntare a mirate campagne promozionali con un efficace piano di comunicazione che racconti la bontà del prodotto e tutti gli aspetti positivi della filiera.

Milk day, la zootecnia italiana vede più nero che bianco - Ultima modifica: 2021-06-01T07:32:13+02:00 da Simone Martarello

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