Soia più sostenibile. Almeno nelle intenzioni di Assalzoo, l'Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici, che in un comunicato ad hoc sottolinea l’impegno dell’industria mangimistica europea a favore della sostenibilità. Il Fefac – Federazione tra i produttori di mangimi – ha infatti approvato le nuove linee guida per l’approvvigionamento di soia sostenibile. Lo strumento punta a essere un metodo di valutazione avanzato degli standard per la certificazione della coltivazione di soia, fra le principali materie prime del settore mangimistico. Tramite le associazioni confederate in Fefac, tra cui Assalzoo il comparto contribuisce al completamento della transizione verso un sistema produttivo sostenibile e quanto più possibile rispettoso dell’ambiente.
Sistema indipendente
Approvate per la prima volta nel 2015, le Linee Guida definiscono un sistema indipendente con cui valutare singoli standard rispetto a criteri di riferimento relativi alla sostenibilità, intesa non solo nella sua dimensione ambientale ma anche sociale. Nel 2020 l’azione della mangimistica europea per incrementare il profilo di sostenibilità del settore agro-alimentare-zootecnico ha segnato una tappa importante con l’adozione della Carta per la Sostenibilità dei mangimi. Ora, nel solco di questo provvedimento, arriva l’aggiornamento delle Linee Guida per l’approvvigionamento di soia sostenibile.
Le novità
Il nuovo metodo di valutazione prevede alcune importanti novità. La principale è la considerazione della tematica della deforestazione. Gli standard potranno richiedere una valutazione sulla base di un nuovo criterio, ovvero la capacità di fornire soia che non provenga dalla conversione di ecosistemi naturali. Gli standard in grado di certificare l’approvvigionamento di soia a ‘conversione-zero’ saranno indicati nella sezione dedicata a Fefac del sito Itc Sustainability Map in un’ottica di completa trasparenza.
Dal 2015 a oggi sono 19 i programmi (tra cui quelli già utilizzati in Italia da anni) che si sono sottoposti al processo di valutazione di Fefac, effettuato da Itc-International Trade Center, un Ente terzo, e che quindi sono risultati conformi alle Linee Guida. La produzione di soia conforme ai parametri previsti da questi standard rappresenta quasi il 50% di tutta la soia utilizzata nell’industria mangimistica europea. L’obiettivo è incrementare questa quota e permettere all’intera filiera di valorizzare la sostenibilità, a beneficio di tutti gli operatori e portatori di interesse.
Va inoltre ricordato che già il 78% della soia utilizzata nell’Unione europea arriva da luoghi non a rischio deforestazione e che l’Italia è uno dei principali produttori europei di soia sostenibile.
Sforzo di filiera
«L’industria mangimistica italiana è impegnata da tempo ad aumentare la sostenibilità della produzione, in uno sforzo condiviso da tutti gli altri soggetti attivi lungo la filiera agroalimentare e zootecnica - ricorda Marcello Veronesi, presidente di Assalzoo - . Queste nuove Linee guida, che Assalzoo recepisce e promuove, sono uno strumento essenziale per continuare su questa strada in linea con il nuovo corso della politica europea per il settore primario», conclude Veronesi.