Non vede positivo il presidente della sezione lattiero-casearia di Confagricoltura Piacenza, Alfredo Lucchini, che in prospettiva evidenzia come oggi siano penalizzati proprio gli imprenditori che hanno deciso di investire e modernizzare le stalle mettendo a valore anche le diverse forme di sostegno pensate per il settore. «L’acconto della Pac, a chi è arrivato, è dimezzato rispetto al passato, mentre le spese sono aumentate – commenta preoccupato Lucchini –. In passato l’acconto ci aiutava ad affrontare le spese di fine anno, invece quest’anno manca liquidità. Anche a causa dell’aumento dei tassi di interesse, che ha portato a chi ha investito a essere ostacolato invece che supportato. I nostri piani sono saltati».
Il noto allevatore, che è anche ingegnere, analizza gli investimenti, diffusi e incentivati, dedicati alla transizione verde e alle rinnovabili: «Ben poco servono i piani sulle energie alternative, perché gli aumenti delle bollette insieme al pesante incremento dei tassi annulla i piani di rientro che erano stati fatti. Non è possibile così fare bilancio con le energie rinnovabili e neppure si riesce a tagliare sui costi dei fattori produttivi, che di fatto subiamo».
I cereali, soprattutto quelli d’importazione che servono all’alimentazione del bestiame, stanno salendo (nella settimana 45 rispetto alle 4 precedenti, i costi della razione animale hanno registrato un +2%) il gasolio è arrivato a cifre proibitive.
Efficienza, impossibile fare di più
«La gestione è già portata al massimo dell’efficienza – riflette Lucchini – con tutta l’innovazione introdotta. A breve inizieranno a svanire gli effetti positivi dell’agricoltura 4.0 che ha consentito sgravi importanti sulla manodopera e dovremo tornare a sostenere i costi vivi del lavoro che prima erano convertiti in innovazione». Il prezzo del latte cede gradualmente da diversi mesi, mentre i costi registrano la tendenza opposta.
«Le quotazioni del latte spot sono in crescita – precisa però Lucchini – i derivati anche e le quotazioni dei formaggi Dop permangono interessanti». La quotazione del latte spot italiano è arrivata a 55,8 cent/kg (12/11/2023). Secondo dati della Commissione Ue, su base mensile, i prezzi delle principali commodity lattiero-casearie hanno guadagnato terreno a eccezione del cheddar: butter scambiato a 508 €/100 kg (+4,8%), SMP a 262 €/100 kg (+2%), WMP a 365 €/100 kg (+3,4%).
Stalle destinate a chiudere
«Nonostante ciò – prosegue – non riusciamo a trasferire le opportunità di mercato sui prezzi alla stalla, così come non siamo in grado di farlo con i costi. Temiamo un ulteriore ridimensionamento del numero degli allevamenti e un accentramento delle produzioni su chi, per cercare di fronteggiare questa situazione economica, decide di investire pesantemente e ampliarsi nonostante la situazione completamente avversa, scommettendo come se fosse un gioco d’azzardo».
«È chiaro – prosegue – che la perdita di una produzione di latte lascerebbe scoperti ambiti di mercato che sarebbero immediatamente occupati da altri, con buona pace della produzione nazionale con tutti i plus certificativi e di qualità che ci sono stati di fatto imposti con l’illusione di essere uno strumento utile ad una maggiore valorizzazione della materia prima. Non ultimo – conclude Lucchini – la definizione del prezzo oggi non considera come interlocutori gli allevatori. Nessuno si rende conto delle reali esigenze degli allevatori e denunciamo una certa autoreferenzialità degli esperti che propinano ricette, ma sono cure di scarsa efficacia perché non c’è una reale contezza, soprattutto da parte della politica, della reale situazione nelle stalle».