Undici mesi per la piena applicazione del Pan, piano nazionale per gli usi sostenibili dei prodotti fitosanitari. Entro dicembre 2016 l’Italia dovrà infatti rendere conto degli obiettivi raggiunti. Entro novembre dovranno essere sottoposte a verifica tutte le irroratrici e gli atomizzatori in uso.
La sostenibiltà ha già però fortemente inciso sulla difesa: dal 26 novembre 2015 possono comprare e utilizzare gli agrofarmaci solo i produttori abilitati. Le abilitazioni rilasciate nel nostro Paese non sono però più di 250-270mila, due terzi delle aziende agricole ne è privo. Chi effettuerà i trattamenti (i diserbi delle colture erbacee sono imminenti)?
I contoterzisti si candidano ad un nuovo patto di collaborazione con le aziende agricole, in nome della difesa sostenibile. A Fieragricola di Verona Cai, il coordinamento tra Unima e Confai, le associazioni di riferimento delle imprese agromeccaniche, ha fatto il punto sull’applicazione del Pan nel convegno “Fitofarmaci: acquisto, utilizzo, stoccaggio, distribuzione e uso professionale”. «Una normativa – afferma Roberto Guidotti dell’Ufficio Tecnico Unima – che per gli agromeccanici comporta vincoli, ma anche opportunità».
Quste ultime derivano dall’atteso riconoscimento del loro ruolo (nel nostro Paese non è scontato). Il Piano fa infatti diretto riferimento ai contoterzisti, intendendo come tali solo quelli iscritti alla Camera di Commercio (non le aziende agricole che svolgono lavorazioni in regime di connessione). Operatori, considerati utilizzatori professionali, e quindi tenuti all’abilitazione, che possono ora acquistare prodotti in proprio e usarli presso i clienti, acquistare i prodotti su delega del cliente, oppure limitarsi all’utilizzo dei prodotti aziendali. Nell’ultimo caso possono anche annotare i dati dell’intervento sul registro dei trattamenti dell’agricoltore o limitarsi a rilasciare una scheda riepilogativa (il registro spesso non è in azienda).
Un prezioso contributo per evitare grossi danni alle aziende: la mancata tenuta o l’errata compilazione dei registri può infatti comportare la sospensione degli aiuti comunitari. Nel caso di acquisto in proprio deve tenere un registro di carico/scarico e fatturare al cliente il prodotto impiegato e il servizio svolto. Si configura così, per la prima volta, la possibilità di mettere nero su bianco il valore del ruolo ambientale del settore primario. Perchè il servizio fornito riguarda anche tutti i nuovi adempimenti del Pan: mantenere le distanze di sicurezza da abitazioni e corsi d’acqua, informare del trattamento i residenti, occuparsi dello smaltimento dei rifiuti, mantenere efficienti le irroratrici e ridurre la deriva, evitare gli inquinamenti puntiformi.
Gli svantaggi derivano da una frequenza maggiore nella verifica funzionale delle attrezzature (due anni invece che quattro) e l’onere di affrontare tutte le vischiosità della burocrazia agricola italiana. Perchè questa rinnovata collaborazione tra imprese agricole e agromeccaniche nella difesa fitosanitaria si basa su alcuni precisi elementi. Alcune Regioni come l’Emilia-Romagna hanno già deliberato tutti gli elementi previsti nei documenti di appalto e di delega, molte altre no.
«Con l’applicazione del Pan – afferma Leonardo Bolis, presidente di Confai – la difesa verrà sempre più affidata alle imprese agromeccaniche. Siamo pronti a fare la nostra parte». «Le nuove norme – conclude il presidente di Unima Silvano Ramadori – richiedono una maggiore professionalità e il nostro ruolo diventa strategico per conseguire l’obiettivo della sostenibilità».
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