«Agricoltori multiruolo e custodi che fanno anche reddito, capaci non solo di produrre nei campi ma di preservare l’ambiente, di qualificarlo attraverso l’attività turistica, di costruire sistemi territoriali capaci di rispettare la natura e le caratteristiche di quell’area». Così il presidente della Cia Dino Scanavino ha dato il via alle premiazioni della tredicesima edizione del premio Bandiera Verde, tenutasi a Roma. L’Italia, con un trentesimo della superficie europea, detiene ben il 50% della biodiversità vegetale e il 30% di quella animale dell’intero continente europeo ha detto Scanavino.
Il contributo della multifunzionalità al reddito agricolo è inoltre consistente. Nelle aziende diversificate arriva al 25% delle entrate complessive, superando anche il 30% nel caso delle imprese “under 40”. Altro obiettivo importante dichiarato dalla Cia è la ‘conquista’ dell’area mediterraneo, oggi martoriata dai conflitti e che potrebbe invece divenire terra del futuro per una buona e proficua agricoltura. A tal proposito, durante la cerimonia, è stata premiata per la categoria “Agrimed”, la “Cooperativa agricola delle donne del Deir Kanoun Ras el Ain”: dodici donne libanesi che alla distruzione della loro struttura durante la “seconda guerra del Libano”, hanno reagito rilanciando la cooperativa dove oggi producono pani tradizionali, marmellate e gelatine di pompelmo, zucca e fichi.
La nuova tendenza che emerge dai 78 “campioni della nuova agricoltura italiana”, è quella di sfruttare anche l’indotto generato da un’agricoltura funzionale al turismo eno-gastronomico e rurale che registra un costante aumento con giro di affari di circa 6 miliardi di €.
Tra le eccellenze, sono state premiate aziende biodinamiche che utilizzano cavalli da tiro per lavorare la terra, la zootecnia che rispetta gli standard Halal; un antico frantoio ipogeo in chiave di turismo archeologico e il ‘ciclo chiuso’ in azienda dal punto di vista energetico e produttivo.