In arrivo 31 milioni di euro per la zootecnia italiana. L’annuncio è stato dato dal ministro Maurizio Martina durante la Fiera del bovino da latte di Cremona, che si è chiusa pochi giorni fa. «In queste ore – ha detto – stiamo elaborando un intervento da 30-31 milioni di euro, un investimento nazionale. Lo definiremo in novembre, ma posso anticipare che, di questo importo, 10 milioni saranno destinati alla suinicoltura, in particolare a favorire il benessere animale, e 14 agli allevatori che operano in montagna».
Ma forse non è neppure questa la principale notizia emersa alla fiera. La situazione principale da segnalare sembra piuttosto il fatto che finalmente, dopo anni di geremiadi, nel mondo della zootecnia si è ricominciato a riscontrare un feeling ottimistico. Gli allevatori e gli altri operatori del settore hanno ripreso a pensare positivo. E questo vale tanto per il comparto suinicolo (vedi box) quanto per quello lattiero caseario.
Guardiamo soltanto a cosa ha dichiarato il presidente di Cremonafiere, Antonio Piva: «Dopo lunghissimi anni di sofferenza del settore agricolo in tutte le sue componenti, con la crisi del latte tristemente in primo piano, finalmente all’orizzonte balenano indizi positivi e incoraggianti. La ripresa della suinicoltura, che negli ultimi tempi ha riconquistato posizioni, si accompagna alla speranza di vedere ristabilita la giusta remunerazione anche per i produttori di latte, affinché al sistema lattiero caseario venga restituita quella condizione di sicurezza che gli spetta».
In ogni caso anche girando tra gli stand di Cremona, incontrando gli operatori, un campione ben rappresentativo della zootecnia nazionale, si poteva apprezzare un clima di ottimismo. Motivazione numero uno la recente risalita dei prezzi alla produzione. Lo si è visto per il latte: lo scorso novembre il prezzo del latte spot viaggiava tra i 25 e i 30 cent/litro, oggi sul mercato di Verona è arrivato quota a 44,5.
E il prezzo dei suini l’anno scorso si collocava sugli 1,20-1,30 €/kg, mentre oggi siamo a 1,70 €/kg. La recente apertura del mercato cinese alla carne suina, ha aggiunto Piva, «ha provocato, forse da sola, un balzo verso l’alto del prezzo dei suini».
Ottimismo anche nella ricostruzione proposta in fiera dallo stesso ministro: «Solo un anno fa, anche qui a Cremona, guardavo alla zootecnia con preoccupazione. Ma tutti i produttori hanno tenuto il punto, non si sono scoraggiati. E quest’anno qualche elemento positivo in più effettivamente c’è, stiamo vivendo una fase migliore. Non che non ci siano problemi, c’è anche qualche preoccupazione su come potrà evolvere il mercato, ma il lavoro di questi ultimi dodici mesi ha aperto qualche prospettiva».
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