«Darwin ci ha insegnato che solo chi muta, sopravvive. Questo vale anche per le nostre aziende, che devono cambiare continuamente, e per la nostra associazione». Il neoeletto presidente FederUnacoma, Alessandro Malavolti, si è così presentato al termine dell’assemblea annuale dell’associazione tenutasi ieri a Varignana (Bo), dopo aver ringraziato il suo predecessore Massimo Goldoni, rimasto al comando per ben 13 anni. E ha sintetizzato in sei punti il suo programma. «Dobbiamo partire dalle associazioni di settore, nel senso di renderle più vive, coinvolgendo di più gli associati, che devono “usarci” più di quanto fanno adesso. Al secondo punto metto l’internazionalizzazione, perché dobbiamo aiutare i nostri associati a vendere di più all’estero, tramite fiere e missioni: siamo tutti uomini con la valigia e nessuna delle nostre aziende funziona bene se non ha un uomo con la valigia, vale a dire una persona capace di esplorare i mercati esteri, farne diretta esperienza, familiarizzare con essi. Terzo punto il servizio tecnico, che si è sempre comportato in modo eccellente, ma deve continuare a migliorarsi. Quindi viene la lobby, parola brutta per alcuni, ma per noi importante, con due priorità: la riforma della Cema (associazione europea dei costruttori di macchine agricole), che ci sta molto a cuore, e la nuova Pac 2020-2026, che è una grossa incognita, ma noi dobbiamo esserci per impostare le cose in modo che risultino più giuste per le nostre aziende, creando un piccolo team di Psr per le regioni più importanti.
Non si possono poi trascurare le fiere, Eima in primis (dobbiamo renderla più attrattiva soprattutto per gli operatori di business esteri), ma non solo, perché occorre anche portare avanti una politica di fiere business to business all’estero e anche in Italia, in modo da vendere e imporre le nostre tecnologie, Infine, la formazione: il mondo sta cambiando, verso due aspetti che noi uomini d’azienda dobbiamo imparare a gestire, ossia la finanza, cambiata completamente durante l’ultima crisi, per cui occorre formare i nostri imprenditori per capire questo mondo, e l’agrobusiness, ossia un vero e proprio mondo di interlocutori con cui interfacciarsi per capire come cambierà l’agricoltura in futuro».
Malavolti durerà in carica due anni e il suo mandato, secondo quanto previsto dai statuti di Confindustria, potrà essere rinnovato per ulteriori due anni.