La Commissione Ue propone limiti agli aiuti. Innalzabili in proporzione ai salariati

PAC 2014-2020: Tetti aziendali? Dipende dal lavoro

Uniche realtà colpite le grandi imprese estensive e destrutturate che conducono i terreni con contoterzisti

Due nuovi temi si affacciano nell’orizzonte della Pac post 2013: i tetti (o massimali) aziendali e il lavoro, strettamente collegati tra loro.
Infatti, la proposta della Commissione europea del 18 novembre 2010 recita “Ai fini di una migliore distribuzione dei pagamenti tra gli agricoltori si dovrebbe considerare la possibilità di introdurre un massimale per i pagamenti diretti erogati a singole grandi aziende. La presa in conto dell’intensità di lavoro salariato consentirebbe di attenuare eventuali effetti sproporzionati sulle grandi aziende con un numero elevato di addetti”.
Cerchiamo di capire gli effetti pratici e le reazioni politiche alla proposta della Commissione.
 

 

SCOPO DEL CAPPING
Il tetto aziendale si applica all’aiuto di base erogato a ogni singolo beneficiario, quindi non a tutti gli aiuti. Infatti la Commissione propone quattro tipologie di pagamenti diretti:
– pagamento di base;
– pagamento all’inverdimento (greening);
– alle aree svantaggiate;
– pagamento accoppiato.
Il tetto aziendale si applicherebbe solo al pagamento di base.
Il tetto agli aiuti per le grandi aziende è stato più volte proposto nella Pac, sia nella riforma Fischler che nell’Health check. La proposta del tetto aziendale è sempre stata fortemente avversata dalle organizzazioni agricole europee e, nelle decisioni finali, non è mai passata. L’unica concretizzazione è stata con la modulazione prevista dall’Health check, tuttora in vigore, in cui i pagamenti diretti sopra i 300.000 €/azienda subiscono una taglio maggiorato del 4%.
In realtà è ben poca cosa.
Nella nuova Pac 2014-2020, il Commissario Ciolos ritorna alla carica, con il tetto aziendale o capping, che potrebbe essere fissato ad un livello abbastanza basso (es. 50.000 €); a tal proposito, bisogna tener conto che il pagamento di base potrebbe attestarsi sui 150-180 €/ha e, quindi, un tetto a 50.000 € scatta per un’azienda di oltre 300 ha. Il tetto verrebbe poi innalzato (attenuandone l’impatto) in proporzione all’impiego di lavoro.
 

 

IL LAVORO
L’altra novità della nuova Pac è il lavoro. Non si tratta di erogare i pagamenti diretti in funzione del lavoro, ma di eliminare gli effetti del tetto aziendale per le aziende che impieganomolto lavoro.
La Commissione, infatti, prevede un tetto aziendale in funzione “dell’intensità di lavoro salariato” che consentirebbe di “attenuare eventuali effetti sproporzionati sulle grandi aziende con un numero elevato di addetti”. In altre parole, il tetto aziendale potrebbe essere fissato ad un certo livello (es. 50.000 €), per cui l’azienda non può percepire importi superiori al tetto; se però l’azienda impiega lavoro salariato, il tetto aziendale viene innalzato, per esempio di 10.000 € per ogni unità di lavoro salariato.
In questo modo, le uniche aziende colpite dal capping sarebbero le grandi aziende estensive e destrutturate, che non hanno salariati e che conducono i terreni con contoterzisti. 
 

 

VALUTAZIONE POSITIVA
In linea di principio, l’introduzione del capping e del lavoro è positiva, perché è una misura di contrasto alle posizioni di rendita fondiaria. Il legame con il lavoro inoltre offre molteplici vantaggi, sia sul piano economico che politico:
– elimina gli effetti del capping per le aziende strutturate, dinamiche e innovative (es. aziende con produzioni ad alto valore aggiunto, cooperative di lavoratori);
– crea un’alleanza favorevole alla Pac con i sindacati dei lavoratori e rende più sostenibile il sistema di aiuti diretti della Pac agli occhi dei contribuenti.
Ma la proposta è molto avversata dalla maggior parte delle organizzazioni agricole europee.
 

 

LE REAZIONI
Il Copa-Cogeca ritiene che tutti gli agricoltori devono essere trattati allo stessomodo, indipendentemente dalle dimensioni o dalla forma giuridica della loro azienda. Considera quindi qualsiasi capping contrario al principio della parità di trattamento poiché non può fondarsi su alcuna base oggettiva.
Il Comitato economico e sociale (Cese) concorda invece con l’adozione del capping da applicare tenendo conto della struttura agricola del paese o della regione specifica cioè facendo riferimento ai livelli di intensità del lavoro (salariato e non salariato) impegnato in azienda, tenendo anche conto del lavoro dell’agricoltore, garantendo così una giustificazione anche sociale all’utilizzo delle risorse della Pac. Il Cese ritiene, inoltre, necessario tenere in considerazione la specificità delle aziende a proprietà multipla o formate da cooperative e forme associate di produttori agricoli, rapportando il pagamento alla pluralità dei soci.
Il Parlamento europeo, con la relazione Dess, boccia l’ipotesi di tetti aziendali, ma accetta una limitazione alle grandi aziende con lo strumento della degressività in funzione del lavoro, quindi una soluzione intermedia tra la proposta della Commissione e le posizioni del Copa-Cogeca

PAC 2014-2020: Tetti aziendali? Dipende dal lavoro - Ultima modifica: 2011-06-22T12:09:49+02:00 da Redazione Terra e Vita

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