Attività di supporto e secondarie, parola d’ordine diversificare

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Le stime Istat rilevano dal 2010 al 2014 un'impennata di queste attività

La revisione dei conti nazionali e regionali dell’agricoltura, e le modifiche apportate con la recente introduzione, dall’Istat e dall’Eurostat, del Sec 2010, ha consentito di approfondire alcuni aspetti legati alle attività di supporto e quelle connesse all’attività agricola. Secondo le nuove stime il loro valore complessivo è aumentato nel corso degli ultimi anni, passando da 6,3 miliardi di € nel 2000 a oltre 10,6 miliardi nel 2014, che rappresentano il 19% del valore complessivo della branca dell’agricoltura, foreste e pesca. La rivalutazione delle attività di supporto e connesse, e delle altre attività introdotte dalla nuova metodologia di contabilità, sempre secondo le stime dell’Istat, si aggira a circa il 5% del valore della produzione dell’intera branca agricoltura, foreste e pesca, rispetto alle stime precedenti.

La crescita è stata più rilevante negli ultimi anni, a partire dal 2010, in particolare per la rivalutazione, fra le attività secondarie, dell’energia rinnovabile. La composizione di questi aggregati economici risulta molto differenziata, e spesso si ricollega al processo di diversificazione e multifunzionalità che ha interessato il settore primario.

 

Le attività di supporto

Le attività di supporto all’agricoltura nel 2014 hanno raggiunto quasi 6,5 miliardi di € e fra loro primeggiano le “Attività agricole per conto terzi (contoterzismo)”, con oltre 2,9 miliardi di €, e la “Prima lavorazione dei prodotti agricoli (esclusa la trasformazione)”, con quasi 2,1 miliardi. Fra le altre attività seguono per importanza la “Manutenzione del terreno al fine di mantenerlo in buone condizioni agricole ed ecologiche”, con quasi 550 milioni di €, seguite da “Lavorazioni sementi per la semina”, con 286 milioni, le “Nuove coltivazioni e piantagioni” con 235 milioni, e le “Attività di supporto all’allevamento del bestiame” con poco più di 200 milioni sempre nel 2014.

La distribuzione territoriale delle attività di supporto vede concentrarsi per oltre il 40,5% nel Nord del valore totale (Nord Ovest il 15,2%, e il 25,3% nel Nord Est), il 15,3% nelle regioni del Centro e ben il 44,2% nel Sud.

 

Le attività secondarie

Le attività secondarie dell’agricoltura, sempre nel 2014, hanno superato i 4,3 miliardi di €, e le due attività largamente prevalenti riguardano l’Agriturismo (comprese le attività ricreative e sociali, fattorie didattiche) con oltre 1,1 miliardi, e l’Energia rinnovabile (fotovoltaico, biogas, biomasse) con quasi 1,5 miliardi. Altre importanti attività riguardano la “Trasformazione di prodotti” con quasi 830 milioni, tra cui frutta (165), latte (322) e carni (314), a cui si aggiungono le “Produzioni di mangimi” con 190 milioni. Un aspetto che assume un certo rilievo riguarda la “sistemazione di parchi e giardini”, con 350 milioni di €, e le “Vendite dirette/commercializzazione” con 266 milioni. Le attività secondarie vedono una concentrazione particolare nel Nord con quasi il 59% del valore totale (23,8% nel Nord Ovest e oltre il 35% nel Nord Est), contro il 18,9% nel Centro e il 22,1% nel Sud.

A livello regionale l’importanza delle attività di supporto e secondarie dell’agricoltura italiana vede una concentrazione particolare, come abbiamo già sottolineato, nelle regioni del Nord, con particolare riferimento alle attività secondarie e soprattutto di quelle collegate alla produzione di energie rinnovabili.

La graduatoria delle regioni per importanza delle attività di supporto vede prevalere l’Emila-Romagna, con oltre 730 milioni di euro, seguita da vicino dalla Sicilia (725 milioni) e poi dalla Puglia (660 mio), dal Veneto (640 mio) e dalla Lombardia (540 mio).

 

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Attività di supporto e secondarie, parola d’ordine diversificare - Ultima modifica: 2016-03-24T08:59:31+01:00 da Sandra Osti

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