È con una certa delusione che i coltivatori di pomodoro da industria hanno accolto la firma dell’accordo relativo alla campagna di trasformazione per il Centro-Sud. Una insoddisfazione motivata dall’idea che l’intesa, firmata in fretta a ridosso della scadenza imposta dall’Agea, avrebbe potuto essere più favorevole per gli agricoltori. Anche se restano consapevoli che la crisi di mercato non lascia spazio a migliori condizioni.
«Aver dovuto firmare un contratto a tutti i costi entro la scadenza del 15 giugno, pena la perdita dell’aiuto comunitario, significa che non c’erano reali margini di trattativa», dichiara il presidente dell’Op Apo Foggia Giuseppe Grasso, il quale rimarca di non aver firmato direttamente l’accordo, ma di non poter sottrarre gli associati alla sua applicazione. «Sotto il ricatto dell’imminente scadenza – continua – e senza vera libertà contrattuale, le Op agricole hanno dovuto accettare un accordo che prevede, per gli agricoltori, prezzi incapaci di recuperare i costi di produzione. È stato un accordo fra alcune Op e le industrie rappresentate dall’Anicav, nel quale il Distretto del pomodoro da industria del Centro-Sud non ha avuto alcun peso, dimostrando ancora una volta di non contare nulla».
«Nelle condizioni concrete in cui le Op si sono trovate a discutere e firmare l’accordo – sostiene però il presidente dell’Op Assodaunia Foggia Romeo Maestri – esso è stato, per quanto insoddisfacente, il migliore sottoscrivibile.
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