La legge n. 33/2015 ha riformato profondamente il mondo delle banche popolari, in particolare attraverso la modifica di alcuni articoli del Tub (Testo unico bancario), è stato imposto ad alcune di esse di mutare la propria forma societaria da quella cooperativa alla Spa. Per una banca popolare vi è l’obbligo di trasformazione in Spa nel caso in cui il suo attivo dovesse superare la soglia degli 8 miliardi di euro.
La riforma ha l’obiettivo di rendere più efficiente l’attività di tali istituti, in quanto alcuni tratti caratteristici delle banche popolari, come ad esempio il voto capitario (cioè la regola per la quale ogni socio è titolare di un singolo voto indipendentemente dal numero delle azioni possedute o rappresentate) o la funzione delle deleghe, non permettevano di attrarre investitori esterni in quanto il potere decisionale non era proporzionale alla quantità di capitale apportato. Pertanto alla luce di ciò, per le banche “riformate”, sarà più facile reperire risorse finanziarie e conseguentemente il mondo delle imprese potrà beneficare di un più agevole accesso al credito.
Anche le imprese agricole sono interessate dagli effetti della riforma, in quanto oltre a beneficiare della maggiore efficienza del sistema bancario, sono potenzialmente soggette ad alcune evoluzioni negative, come ad esempio il possibile venir meno della caratteristica territorialità che contraddistingueva tali istituti.
Al via le fusioni tra banche
Effettivamente nel periodo immediatamente successivo all’emanazione del decreto, molti organi di stampa hanno riportato la notizia di possibili fusioni tra le banche coinvolte. Tale possibilità è un altro effetto della riforma in quanto, prima di essa e grazie alla presenza del voto capitario, le banche popolari non sono mai state “scalabili”, poiché nessun soggetto (e nessun’altra banca) ha mai potuto acquisire da solo il controllo diretto della maggioranza dei voti dell’assemblea. Dato che le più grandi popolari si stanno trasformando in Spa, in futuro saranno in competizione con le altre banche che hanno da sempre assunto tale forma giuridica, e dovranno concorrere al raggiungimento degli stessi obiettivi (massimizzazione profitti), molto diversi dagli scopi mutualistici che contraddistinguono il mondo delle cooperative.
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