Trasformare entro il 2020 un milione di t di prodotti inutilizzati che derivano dall’industria alimentare, facendoli passare da perdita netta a risorsa per l’alimentazione animale. È la sfida dell’industria mangimistica lanciata oggi da Assalzoo in occasione dell’assemblea annuale dell’Associazione nazionale alimenti zootecnici. La riduzione degli sprechi alimentari e la sostenibilità delle produzioni, infatti, rappresentano da sempre una sfida per l’industria mangimistica italiana e la recente proposta normativa dell’Ue sull’economia circolare, indica ora una via precisa da percorrere.
In Italia importanti processi di valorizzazione sono già in atto. Secondo gli ultimi dati, l’industria mangimistica impiega e valorizza 650 mila t l’anno di coprodotti inviati dall’industria alimentare: prodotti da forno dell’industria della pasta, dolciaria, amidiera, degli zuccheri, della distillazione per un valore di circa 300 milioni di €. Altri coprodotti derivano dall’industria molitoria (3 milioni di t pari a 400 milioni di € l’anno) e dalla olearia (oltre 4,2 milioni di te per circa 2 miliardi di € l’anno). «Produrre di più producendo meglio ed utilizzando quanto non viene consumato per uso umano - sottolinea Alberto Allodi, presidente di Assalzoo - è una delle sfide della mangimistica e dell’intera filiera zootecnia».