Alla 41esima edizione della North American–Eu Agricultural Conference, svoltasi sulle sponde del Lago di Como, il commissario europeo per l’Agricoltura Christophe Hansen ha lanciato un appello per una cooperazione transatlantica più solida e lungimirante. L’incontro, che ha riunito istituzioni, organizzazioni agricole europee e partner nordamericani, ha confermato quanto la stabilità dei mercati agroalimentari sia oggi una priorità politica condivisa.
«Abbiamo bisogno di prevedibilità nelle regole commerciali e di strumenti efficaci per affrontare la crisi climatica», ha sottolineato Hansen, ricordando il recente accordo Ue–Usa volto a scongiurare un’escalation tariffaria. L’obiettivo è mantenere aperti i canali di scambio e rafforzare la competitività del settore agricolo, oggi esposto a oscillazioni di mercato e fenomeni meteorologici sempre più estremi.
Per le imprese italiane, e in particolare per le filiere ad alta qualità come olio, vino e formaggi, questo significa poter contare su una Pac che tuteli il reddito agricolo senza sacrificare gli impegni ambientali.
Clima e incendi: la prevenzione diventa strategia
L’estate 2025 ha lasciato un segno drammatico: oltre un milione di ettari di superficie agricola in Europa è stato interessato da incendi di portata eccezionale.
Colture bruciate, pascoli distrutti, danni alle infrastrutture rurali. La Commissione europea ha riconosciuto la gravità della situazione, richiamando gli Stati membri all’uso coordinato delle misure della Pac dedicate alla prevenzione e al ripristino post-disastro.
Tra le azioni più efficaci:
- creazione e manutenzione di fasce tagliafuoco (firebreaks);
- gestione della biomassa e del sottobosco per ridurre il carico combustibile;
- sostegno al pascolo estensivo, che contribuisce a mantenere puliti i terreni;
- promozione dell’agroforestazione e della gestione sostenibile delle aree marginali.
Le regioni mediterranee, tra cui l’Italia, restano le più vulnerabili. In aree come la Sicilia, la Calabria o la Sardegna, dove la coltivazione dell’olivo rappresenta spesso l’unica forma di presidio del territorio, la manutenzione agricola assume anche una funzione di sicurezza ambientale.
«Ogni ettaro coltivato è un ettaro difeso dal fuoco», ricorda un passaggio del dibattito in Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
Biodiversità: salvare gli impollinatori per salvare la produttività
Il tema del declino dei pollinatori è stato al centro di un’audizione congiunta tra le Direzioni Generali Env, Sante e Agri della Commissione.
Le api e gli altri insetti impollinatori garantiscono oltre il 70% della produttività agricola mondiale, ma le loro popolazioni sono in calo per effetto dell’uso di fitofarmaci, della perdita di habitat e dei cambiamenti climatici.
Il Parlamento europeo ha chiesto misure più concrete e monitoraggi indipendenti sugli effetti delle politiche attuali. Per l’Italia, dove la presenza di siepi, muretti e piccoli appezzamenti favorisce una biodiversità unica, l’obiettivo è trasformare le buone intenzioni in pagamenti reali e pratiche sostenibili diffuse.
Il legame tra agricoltura e ambiente torna così al centro della strategia europea, anche per la credibilità del Green Deal.
Prezzi agroalimentari tra calo e record
L’ultimo Food Price Index della Fao segnala un lieve calo complessivo dei prezzi alimentari, trainato da zucchero e lattiero-caseari, ma con una sorpresa: i prezzi della carne hanno raggiunto il massimo storico, spinti dalla domanda globale di bovini e ovini. Per l’agricoltura italiana, questo significa scenari contrastanti.
Alcune filiere vedono margini più stabili (carne e latticini), altre — soprattutto cereali e ortofrutta — restano sotto pressione per l’aumento dei costi energetici e dei fertilizzanti.
Le oscillazioni di mercato restano strettamente connesse agli eventi climatici e alle tensioni geopolitiche, confermando la fragilità strutturale di un sistema produttivo interdipendente.
Bioeconomia, la nuova frontiera europea
Nel frattempo, Bruxelles lavora alla nuova strategia europea per la bioeconomia, che sarà al centro del vertice di Copenhagen del 2–3 dicembre.
Il piano punta a integrare innovazione, economia circolare e valorizzazione delle biomasse — agricole, forestali e marine — per creare nuovi modelli di sviluppo sostenibile.
Per l’Italia, la bioeconomia rappresenta una frontiera di opportunità concrete: dagli scarti della molitura delle olive ai sottoprodotti della vitivinicoltura, tutto ciò che oggi è rifiuto può diventare materia prima per bioprodotti, bioplastiche, bioenergie e fertilizzanti naturali.
Un percorso che lega sostenibilità, ricerca e industria, con un potenziale economico stimato in oltre 400 miliardi di euro annui a livello europeo.
Come la Pac sostiene il ripristino post-incendi
La Politica Agricola Comune consente agli Stati membri di attivare strumenti per la ricostruzione del potenziale produttivo danneggiato da calamità naturali, tra cui:
- contributi fino al 100% dei costi ammissibili per opere di ripristino;
- incentivi per la riforestazione e la creazione di fasce di protezione;
- fondi per la ricostituzione di infrastrutture rurali (muretti, recinzioni, punti d’acqua);
- interventi combinati con i Programmi di sviluppo rurale per il sostegno agli agricoltori colpiti.
L’Italia può inoltre attivare misure straordinarie nazionali integrate con la riserva agricola europea, come già avvenuto dopo le alluvioni in Emilia-Romagna e gli incendi in Sardegna.
Bioeconomia: opportunità per la filiera olivicolo-olearia italiana
L’Italia, primo Paese europeo per diversità varietale dell’olivo, può giocare un ruolo da protagonista nella bioeconomia.
Le principali direttrici di sviluppo:
- Recupero della sansa e delle acque di vegetazione per la produzione di biogas e bioplastiche;
- Utilizzo dei residui di potatura come biomassa legnosa o compost naturale;
- Nuovi materiali da scarti oleari, come cosmetici, integratori e biopolimeri;
- Cooperazione pubblico-privato per progetti pilota regionali finanziabili con fondi Horizon Europe e Life.
Un modello che coniuga competitività industriale e sostenibilità agricola, proiettando l’olivicoltura italiana nel cuore della transizione verde.
Dal Lago di Como a Bruxelles, l’Europa agricola si trova di fronte a un bivio decisivo.
Clima, mercati e sostenibilità non sono più sfide separate, ma dimensioni intrecciate della stessa politica agricola.
Per l’Italia — terra di eccellenze, ma anche di fragilità territoriali — la sfida è rendere il cambiamento un’occasione di crescita concreta.
Perché dietro ogni ettaro coltivato non c’è solo produzione, ma presidio del paesaggio, sicurezza e futuro delle comunità rurali.










