Allarme rientrato per la filiera italiana della canapa. È stato infatti accantonato l'emendamento al Ddl Sicurezza che vietava la produzione, la lavorazione e la vendita delle infiorescenze, ovvero dei fiori di canapa.
A esprimere grande soddisfazione per la decisione del Governo è, tra gli altri, il presidente di Copagri, Tommaso Battista, che rileva: «Nel ringraziare tutti i parlamentari che hanno accolto l’accorato appello della filiera canapicola a valutare nel dettaglio le molteplici e negative ricadute di un simile intervento, e nell’auspicare che il suddetto emendamento non veda la luce, ribadiamo che oggetto del divieto sono anche i fiori di canapa con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%, che oltre a essere consentiti dalla normativa comunitaria sono privi di qualsivoglia efficacia drogante, come chiarito da una recente sentenza della Corte di Giustizia Ue».
Italia ai vertici del settore
«Al contrario - prosegue il presidente di Copagri - nelle infiorescenze canapicole sono presenti elementi non stupefacenti, quali cannabinoidi e terpeni, che rivestono una notevole rilevanza per i nuovi mercati della bioeconomia, con ricadute positive in termini di redditività e multifuzionalità; non a caso, parliamo di una coltura che vanta una tradizione secolare nel nostro Paese, il quale fino alla metà del Novecento era il maggior produttore comunitario e il secondo a livello mondiale di canapa, e che al momento conta diverse migliaia di ettari coltivati, con un’estensione che nell’Ue è inferiore solo a quella della Francia. E’ del tutto evidente, quindi, che ci troviamo davanti a una presa di posizione di carattere ideologico; prova ne è il fatto che nel testo del disegno di legge, il quale peraltro si occupa di ben altri temi, si mira a vietare addirittura il mero ricorso al simbolo grafico della pianta di canapa, il quale come noto viene utilizzato per le più disparate e innocue attività commerciali legate ai molteplici utilizzi della canapa, quali la bioedilizia, il biotessile e la biocosmesi».
Necessità di un confronto
«Per questo - conclude Battista - ribadiamo il nostro invito affinché ci si adoperi per avviare un confronto con tutti gli attori della filiera, così da andare a colmare il vuoto legato all’applicazione della Legge 242/2016 per la promozione del settore, conditio sine qua non per sciogliere i tanti nodi normativi che gravitano intorno alla canapicoltura e andare in tal modo a rispondere alle richieste dei tantissimi produttori agricoli che vogliono operare nella piena legalità e nella tutela della salute dei consumatori».
Analoghe considerazioni in merito erano state espresse nelle scorse ore anche da Cia-Agricoltori Italiani.