«Solo il 3% dei prodotti che entrano in Europa viene controllato. Garantire un'omogeneità nelle azioni delle agenzie doganali di tutta Europa diventa quindi fondamentale, sia per rafforzare i controlli sia per preservare il lavoro dei nostri agricoltori. In questo contesto, se riuscissimo a ottenere che l'Autorità delle dogane abbia la sede centrale a Roma, valorizzeremmo tutto il lavoro svolto in questi anni dalle forze dell'ordine e dalle nostre agenzie». Lo ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, a margine dell’assemblea annuale svoltasi a Roma, sottolineando: «Siamo convinti che, guidando questa battaglia, potremmo aumentare la percentuale dei controlli e dare certezze al lavoro dei nostri agricoltori e delle filiere agroalimentari».
La candidatura di Roma
È stata presentata giovedì 11 dicembre a Bruxelles la candidatura di Roma a ospitare la sede della nuova Autorità europea delle dogane (Euca). La nuova Autorità, prevista dalla riforma doganale europea, avrà il compito di armonizzare le procedure e coordinare l’analisi dei rischi e le attività operative tra le amministrazioni degli Stati membri.
«Riteniamo di avere tutte le carte in regola, soprattutto per il grande lavoro svolto in questi anni, anche attraverso le agenzie delle dogane – ha dichiarato il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti –. Chiedere che l’Autorità delle dogane abbia sede in Italia è un segnale molto forte che vogliamo dare in Europa e auspichiamo che, a livello europeo, la nostra proposta venga accolta».
Il deficit democratico dell’Ue
La Pac è stato l’altro grande affrontato durante l’assemblea. «Coldiretti – ha detto Prandini – ha presentato le sue proposte per un’Europa che sappia colmare il deficit democratico causato dalle scelte della Commissione europea, organo non eletto che detiene ormai il monopolio legislativo, mentre il Parlamento europeo risulta marginale e spesso ignorato. Proposte che saranno al centro della grande manifestazione in programma il prossimo 18 dicembre a Bruxelles».
«L’attuale Commissione è talmente slegata dalla realtà da non aver compreso che il cibo è un elemento strategico, che vale molto più delle armi», ha evidenziato Prandini. Mentre il segretario generale Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, ha definito l'Europa “un vaso di coccio” privo di sovranità, auspicando una “Europa diversa” per recuperare il buon senso agricolo.
Tagli Pac, Coldiretti: «l'Italia rischia di perdere nove miliardi»
Inoltre, ha incalzato Prandini: «Non possiamo permettere che ci sia una forma di rinazionalizzazione dove ogni Stato decide di fare quello che meglio ritiene. Da condannare anche i tagli da 90 miliardi alla Pac per il periodo 2028-2034, con l'Italia a rischio di perderne nove nella prossima programmazione. Il resto del mondo investe di più. Rispetto alla Farm Bill Usa, che investe quattro volte di più, l'Ue appare in ritardo sul piano competitivo globale. Così rischiamo di perdere quel primato che oggi pone il settore agroalimentare come prima voce per importanza delle esportazioni dell’intero continente europeo».
«L’attuale Commissione è talmente slegata dalla realtà da non aver compreso che il cibo è un elemento strategico, che vale molto più delle armi», ha evidenziato Prandini, criticando la dipendenza da import extra-Ue. Vincenzo Gesmundo, segretario generale, ha definito l'Europa un vaso di coccio” privo di sovranità, auspicando una “Europa diversa” per recuperare il buon senso agricolo.











