Falso made in Italy e fitopatie: frontiere da “blindare”

made in Italy
Coldiretti manifesta al valico del Brennero per difendere il vero cibo italiano e Cia chiede misure d'emergenza per arginare l'ingresso di prodotti che portano con loro fitopatie pericolose

Il Brennero per due giorni si tinge di giallo, il colore dei giacconi dei manifestanti di Coldiretti a difesa del Made in Italy. In migliaia si sono radunati al valico "per fermare l'invasione di cibo straniero spacciato per italiano mentre l'Ue mette a rischio l'etichetta". Numerosi tir in ingresso sono stati controllati dalle forze dell'ordine e sotto gli occhi vigili dei partecipanti alla protesta.

«L'obbligo dell'indicazione d'origine va reso obbligatorio in tutti gli stati membri Ue, in modo che i consumatori abbiano, ovunque, evidenza compiuta di quello che acquistano – ha detto il presidente di Coldiretti Ettore Prandini –. E contestualmente va fatto valere il principio di reciprocità: ovvero, le regole imposte alle imprese agricole italiane devono valere ogni volta che viene importato un prodotto straniero. Altrimenti si tratta di concorrenza sleale, che si traduce in mancanza di reddito economico per i nostri agricoltori e mette arischio l'incalcolabile valore e ruolo della nostra biodiversità agroalimentare».

I risultati dei controlli

Così, durante i controlli di tir in ingresso, tra cosce di prosciutto in arrivo dal centro Europa e dirette in Friuli, 22.000 chili di cagliate tedesche dirette nel Beneventano, grano tenero straniero destinato alla provincia di Como o uva indiana diretta in Puglia, l'organizzazione agricola evidenzia l'urgenza di un cambio di rotta. Dal Brennero viene anche lanciata la raccolta di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola: l'obiettivo è raggiungere un milione di adesioni. La richiesta degli agricoltori al Brennero è di "maggiori controlli per bloccare letruffe a tavola. Porti e valichi di frontiera – denuncia Coldiretti – non possono più essere un colabrodo da cui passa ditutto".

Lollobrigida: «Impegno costante per proteggere il made in Italy»

Sulla questione è intervenuto il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. «Il Governo Meloni – ha detto – è costantemente impegnato per proteggere il vero made in Italy nel settore agroalimentare. Chiunque manifesti, come accade al Brennero con la Coldiretti, ci troverà sempre in linea con loro nella richiesta di effettuare più controlli».

Italia contro Austria a Bruxelles

Mentre al Brennero manifestano gli agricoltori, a Bruxelles prende il via l'iter legale della procedura d'infrazione Ue lanciata dall'Italia contro l'Austria per i divieti unilaterali imposti ai tir in transito al valico alpino. Nel pomeriggio dell'8 aprile si è svolta un'audizione, ma l'esecutivo Ue per il momento non intende rilasciare dichiarazioni in quanto si tratta di "una procedura legalmente vincolata". La procedura per trascinare l'Austria davanti alla Corte di giustizia Ue, ricorda un portavoce della Commissione, è regolamentata dall'articolo 259 dei Trattati. Dopo il ricorso presentato dal governo italiano, ora entrambe le parti hanno la possibilità di esporre le loro argomentazioni sia oralmente che per iscritto davanti all'esecutivo Ue che dovrà quindi redigere - entro il 15 maggio - un parere motivato. Nel caso in cui Bruxelles non agisca entro quel termine, il governo italiano potrà rivolgersi direttamente alla Corte di giustizia europea.

Cia, contro le fitopatie piano d'emergenza e regia Ue

Ma le derrate alimentari che arrivano dall'estero sono anche fonte di problemi fitosanitari. È quanto denuncia la Cia-Agricoltori italiani che con una lettera indirizzata al sottosegretario al Masaf Luigi D'Eramo chiede con urgenza un piano di emergenza contro le fitopatie più pericolose a difesa delle produzioni tipiche made in Italy. La professionale esprime "forte preoccupazione rispetto al possibile ingresso in Ue dai Paesi terzi di patogeni e organismi dannosi per le colture".

Secondo Cia, le attuali misure sull'import adottate dall'Europa risultano inefficaci e insufficienti a garantire un adeguato livello di protezione. Questo conferma la necessità di poter disporre in tempi brevi del piano di emergenza nazionale per gli organismi nocivi prioritari, come previsto dal Regolamento Ue del 2016, che contenga le informazioni sui processi decisionali, i protocolli da seguire e le risorse da mettere in campo nel caso di presenze sospette o confermate, con il coinvolgimento diretto delle organizzazioni agricole.
Allo stesso tempo, occorre lavorare a un piano di prevenzione europeo che includa il rafforzamento del coordinamento scientifico e maggiori fondi dedicati.

Agrumi penalizzati

Cia, da tempo, segnala i forti rischi fitosanitari per i sistemi produttivi ed è in prima linea su settori particolarmente esposti come quello agrumicolo, vulnerabile specificatamente a tre organismi nocivi attualmente assenti in Europa, ma in circolazione in aree che hanno stretti rapporti commerciali con l'Ue, responsabili di malattie devastanti quali la macchia nera
degli agrumi e il citrus greening e di danni enormi come quelli causati dalla falsa cidia.

In particolare, a testimonianza della debolezza delle disposizioni vigenti, per il citrus black spot si continuano a registrare un numero elevato di intercettazioni di prodotto contaminato proveniente da paesi come il Sudafrica (principale esportatore in Ue nel 2023 con oltre 860mila tonnellate di agrumi) mentre per la prima volta è stata rilevata la macchia
nera in una spedizione di arance dall'Egitto (balzato la scorsa campagna al secondo posto dei fornitori Ue di agrumi con 488mila tonnellate).

Inoltre, Cia ricorda come, a distanza di oltre dieci anni dal primo rilevamento in Puglia, la Xylella fastidiosa rappresenti ancora una sfida aperta e un temibile pericolo non solo per l'olivicoltura ma anche per altri sistemi produttivi. Per tutti questi motivi, dettagliati nella lettera a D'Eramo, Cia chiede un'accelerazione sul tema a tutela delle produzioni mediterranee.

Falso made in Italy e fitopatie: frontiere da “blindare” - Ultima modifica: 2024-04-08T20:03:59+02:00 da Redazione Terra e Vita

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