Frutta a guscio, nel Basso Piemonte annata in chiaroscuro

frutta a guscio
Produzione in aumento per il Consorzio di tutela che ha acquisito nuovi soci, ma la qualità dei frutti è stata compromessa dal clima

Tonnellaggi in aumento, assieme all’interesse per le colture, nonostante un’annata difficile, la scorsa, a causa del clima. Il Consorzio di tutela della frutta a guscio - sodalizio che riunisce, nel Basso Piemonte, una cinquantina di produttori di mandorle e noci - chiude il secondo anno di attività con un bilancio in chiaroscuro. A tracciarlo sono i cuneesi Stefano Marchisio, 41 anni, e Franco Sereno, 71, rispettivamente presidente e segretario dell’ente.

Produzione in crescita

«Attraversiamo una fase di crescita della produzione – spiega Marchisio, alla guida della consorteria dal gennaio 2023 – determinata dall’aumento dei soci e dal pieno vigore vegetativo di impianti messi a dimora negli ultimi anni». Il balzo avanti è evidente per le mandorle: il raccolto 2024, 37 tonnellate, ha superato di gran lunga quello dell’anno precedente, chiuso a quota 24. In aumento anche i volumi delle noci con 24 tonnellate contro le 13 del 2023.

Stefano Marchisio

Qualità compromessa dall'andamento climatico

Se si analizza il dato qualitativo il quadro è decisamente meno roseo. «Le piogge primaverili e l’aumento dell’umidità media nel periodo estivo hanno favorito la diffusione di monilia e batteriosi, responsabili delle problematiche dei frutti». L’accordo di filiera sottoscritto dal consorzio con la Life di Sommariva Perno - che assorbe, dal 2021, più dell’80% della produzione, immettendola nei canali della grande distribuzione – ha mitigato i contraccolpi sulla remunerazione. «L’azienda è stata la prima a interessarsi al nostro prodotto e ha deciso di valorizzarlo al di là dei limiti emersi al punto resa».

L’annata anomala non ha avuto ripercussioni sull’attrattività delle colture. Nel 2024 i soci sono aumentati del 10% e nuove adesioni sono all’orizzonte. «La possibilità di meccanizzare alcune operazioni di gestione, i costi di impianto contenuti e la crisi di rendite del comparto frutticolo avvicinano agricoltori interessati a investire», precisa Marchisio. Gli effetti sono evidenti sulle superfici totali. Dai 70 ettari complessivi del 2023 si è passati, nell’anno appena concluso, a 67 ettari di mandorleti e 39 di noceti. Numeri che fanno ben sperare, anche se il direttivo guarda già oltre: «Dobbiamo capire se siamo l’areale giusto per crescere ulteriormente in fatto di soci ed ettari, per il noce siamo più tranquilli, nel caso del mandorlo attendiamo conferme».

Franco Sereno

Il ruolo del consorzio e le economie di scala

Le province di Cuneo, con 39 affiliati, e Alessandria, con 11, sono i cuori pulsanti dell’ente, fondato nel 2021 dai mandorlicoltori e aperto, nel 2023, anche i nocicoltori, con un cambio di denominazione. Variegato il panorama delle aziende associate, come spiega il segretario Franco Sereno: «Ci sono hobbisti con impianti di mezzo ettaro accanto a realtà strutturate con appezzamenti di una decina». Profondamente diversi gli areali: si va dalla pianura irrigua nei pressi di Cuneo e di Saluzzo, alle colline delle Langhe, al Monferrato astigiano e alessandrino. Le varietà Chandler, Tulare e Lara sono le più diffuse fra i noceti; nei mandorleti prevalgono i cultivar Tuono, Penta, Makako, Lauranne e Soleta.

L’ente consortile punta sull’assistenza tecnica – fornita da Coldiretti tramite una convenzione – per uniformare le pratiche agronomiche, a fronte della pluralità di varietà coltivate: «In termini di trattamenti fitosanitari il mandorlo è assimilabile al pesco. Il noce è paragonabile, invece, al melo. I frutticoltori professionisti, a differenza degli hobbisti, sono agevolati per le competenze pregresse», precisa Sereno Le fitopatie non sono l’unico aspetto da considerare: la disponibilità di acqua è cruciale per la piena produttività delle piante. «Nei mandorleti irrigui si può arrivare a 60 quintali di frutti in guscio per ettaro. A 35 nei noceti».

Il consorzio ha assistito i soci anche durante la raccolta: «Un terzista di Cuneo ha messo a disposizione delle aziende l’ombrello scuotitore, smallatrici ed essiccatoi». Per lo stoccaggio, invece, «ci siamo appoggiati alle strutture della Lagnasco Group. Nei magazzini della cooperativa saluzzese sono state concentrate le partite cedute alla Life». Nel futuro l’impegno si estenderà anche alla promozione del prodotto, già attuata a livello locale: «Puntiamo a partecipare a eventi specialistici di rilievo nazionale per dare visibilità ai nostri produttori», conclude il segretario.

Frutta a guscio, nel Basso Piemonte annata in chiaroscuro - Ultima modifica: 2025-02-11T16:20:07+01:00 da Simone Martarello

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