Con un calo dell’11,9% degli ettari seminati a grano duro e dell’8,7% di quelli destinati a orzo e avena e addirittura del 17,8% di quelli dedicati al riso, il 2024 si conferma un’annata nella quale gli agricoltori, soprattutto al Sud, si sono allontanati dalle colture cerealicole, la cui redditività è sempre più bassa principalmente a causa dell’andamento climatico e della volatilità dei mercati. Arretra anche il mais (-0,9% la Sau dedicata rispetto al 2023), mentre avanza il frumento tenero (+1,4%), spinto dalle quotazioni interessanti. A fotografare le intenzioni di semina delle aziende agricole italiane è un report dell’Istat stilato dopo aver intervistato 15mila aziende lungo tutta la Penisola.
Cereali, in un anno perso il 6,7% della Sau
Tra 2022 e 2023 si è registrato a livello nazionale un andamento piuttosto stabile delle superfici investite a cereali (+0,2%). Le previsioni per il 2024 denotano invece un brusco calo che arriva al -6,7%. L’analisi della distribuzione territoriale evidenzia la posizione di primo piano del Nord-est, dove il peso relativo delle superfici investite a cereali si attesta, nel 2023 al 28,8%, confermando sostanzialmente il dato del 2022 (29%). Tuttavia, è proprio questa l’area geografica nella quale per l’annata agraria 2024 si prevede il maggior calo del peso delle superfici a cereali rispetto al totale nazionale (-2%), giustificato probabilmente da fattori metereologici, a volte di estrema intensità (come l’alluvione in Emilia-Romagna di maggio 2023) che hanno impedito in parte o totalmente un’adeguata preparazione dei terreni per le successive coltivazioni.
Il peso dei cereali al Sud, tra il 2022 e il 2023, registra una lieve diminuzione delle superfici (dal 23,1% al 22,6%), mentre per l’annata 2023-2024 le previsioni delle aziende registrano un aumento fino al 26,1% che spingerebbe il Sud a posizionarlo subito dopo il Nord-est (+26,8%). Nel 2023, le superfici destinate ai cereali del Nord-ovest coprono il 22,6% del totale delle superfici cerealicole nazionali (con un incremento solo dello 0,3% rispetto all’anno precedente), ma le previsioni di semina per il 2024 indicano un sensibile calo che porterebbe questo valore al 21,2%. Anche le Isole mostrano un trend in diminuzione (-0,5%), passando da un peso relativo delle superfici investite a cereali del 14,2% al 13,7%. Al Centro i valori continuano a mostrare un lieve aumento negli anni, i valori delle superfici investite a cereali registrati passano dall’11,3% all’11,9% nel 2023 e nelle previsioni si registra un lieve aumento al 12,2%.
fig. 1 Intenzioni di semina
Per grano duro e riso calo a doppia cifra
Il frumento duro e l’orzo mostrano un andamento in controtendenza rispetto al 2023: infatti, se nell’anno passato i dati indicavamo rispettivamente un aumento del 2,2% e del 7,7%, nelle previsioni 2024 registrano forti diminuzioni, -11,9% e -8,7%.
Per la superficie destinata al frumento duro (che copre il 39,5% di quelle seminate a cereali) si prevede per il 2024 una diminuzione del 14,3% rispetto all’annata agraria 2022/2023 che registrava invece un aumento del 2,5% rispetto al 2021-2022. Si è infatti arrivati a una previsione di calo pari all’11,9% delle superfici destinate al frumento duro.
Lo stesso andamento si registra nelle previsioni 2024 per la superficie destinata alla coltivazione dell’orzo (che conta il 9,3% della superficie nazionale); i dati mostrano, rispetto all’annata agraria 2022/2023, una diminuzione del 16,4%, passando dal 7,7% (aumento registrato rispetto all’annata 2021/2022) a -8,7%. Diverso l’andamento delle superfici investite a mais, che ricoprono il 17,2% delle superfici nazionali coltivate a cereali: le previsioni 2024 mostrano un aumento 12,2 punti percentuali rispetto all’annata 2022/23, i valori passano da -13,1% a -0,9%. Anche il riso è in forte arretramento con un -17,8% dei terreni dedicati rispetto ai dodici mesi precedenti.
Nelle previsioni 2024 solo il frumento tenero mostra, a livello nazionale, un lieve aumento rispetto al 2023 (+1,4%), condizionato dalle superfici coltivate nel Nord-est che rappresentano quasi il 50% del frumento tenero in Italia.
A livello territoriale, si prevede una diminuzione delle principali superfici a cereali nel Nord-ovest, nel Centro e al Sud, più evidente per il frumento duro e l’orzo. In calo anche le superfici investite a frumento duro con valori che registrano -17,2% nel Nord-Ovest, -17,3% al Centro e -14,7% al Sud.
Meno mais al Nord-Ovest, in crescita al Centro
L’orzo mostra lo stesso andamento con diminuzioni di superficie nelle stesse ripartizioni rispettivamente pari al -14%, -17% e -19,1%. Per il mais si prevede a livello nazionale una lieve flessione (pari a -0,9%) su cui incide soprattutto la diminuzione prevista nel Nord-ovest (-12,8%), area che ricopre il 46,6% della superficie investita a livello nazionale. Il calo è controbilanciato da valori positivi nelle altre partizioni: al Nord-est +9,5%, al Centro +18,1% e nel Sud e Isole +1,9%.