«Siamo la prima economia agricola per valore aggiunto a livello europeo». Ha aperto così, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida la consueta conferenza stampa di fine anno al Masaf, a cui hanno preso parte i sottosegretari Patrizio La Pietra e Luigi D’Eramo, e il capo di gabinetto Raffaele Borriello.
Negli ultimi tre anni, come ricordato da Lollobrigida, le risorse che il governo ha destinato al settore agricolo sono state pari a 15 miliardi di euro. Finanziamenti che hanno contribuito ad accrescere il valore aggiunto che nel 2024 ha toccato i 44,4 miliardi di euro. «Rispetto al Pil nazionale dello 0,7% l’agricoltura – ha precisato – cresce del 2%».
Tra i principali dati evidenziati durante la conferenza dal ministro: il valore record dell’export agroalimentare, che ha raggiunto nel 2024 i 70 miliardi di euro; la crescita del 9,2% del reddito medio agricolo in Italia nel 2024, contro una media Ue del +0,9%; +5,3% miliardi di euro di risorse ottenute in più per il Pnrr agricolo, passando da 3,6% a 8,9 miliardi di euro; la capacità di impegno di spesa da parte del Masaf passata dal 57% al 79%.
Il ministro ha quindi elencato gli interventi messi in campo per il rafforzamento del settore realizzati nel 2025. Dal ddl ColtivaItalia (strategia di lungo periodo da 1 miliardo di euro) al fondo innovazione. Dal bando Isi-Inail (90 milioni nel 2025 per acquisto e noleggio di trattori e macchinari più sicuri) ai pagamenti più efficienti (oltre 5 miliardi di euro al settore erogati da Agea nel 2025).
Lollobrigida: «Per crescita del settore indispensabili i controlli»
«Abbiamo rafforzato e consolidato gli interventi messi in campo negli anni passati e delineato una nuova strategia per il futuro. Su tutto questo – ha puntualizzato il ministro – i controlli rappresentano un elemento indispensabile, sono stati aumentati ed efficientati, a favore della qualità, bloccando il più possibile le importazioni irregolari. Abbiamo aumentato i controlli preventivi per le aziende, abbiamo chiesto la regolarizzazione dei flussi e aumentato il numero degli ispettori».
Senza reddito il ricambio generazionale resta al palo
Nella nuova strategia per il futuro non può non occupare un ruolo di rilievo il tema del ricambio generazionale, che continua a non decollare. A riguardo, il ministro ha dichiarato: «Il ricambio generazionale può avvenire solo se ci sono due fattori che emergono: il primo è il reddito. Se non c’è reddito, se non c’è la possibilità di avviare un’azienda, è impensabile poter avere il ricambio generazionale. Il secondo è la terra. A riguardo abbiamo messo a disposizione ulteriori migliaia di ettari di terra, che verranno conferiti ai giovani, con la possibilità per i comuni italiani di mettere a produzione anche i terreni che risultano abbandonati».
ColtivaItalia in fase di definizione
Infine, a margine della conferenza stampa, il ministro ha dichiarato che il Ddl ColtivaItalia è in fase di definizione e chiusura. «I primi mesi del prossimo anno sono quelli decisivi, e vedranno l’approvazione e successivamente la possibilità di lavorare per mettere a terra le risorse. Credo ci sia la predisposizione di tutte le forze politiche a votare favorevolmente a un intervento unico».













