Il calo delle esportazioni italiane di macchine agricole (-15,1% in valore sul 2023), determinato dalla contrazione della domanda globale, e la flessione delle vendite sul mercato interno (che lo scorso anno ha toccato uno dei livelli più bassi mai raggiunti, appena 15.500 le trattrici immatricolate), si riflettono negativamente sui dati di produzione.
Questo lo scenario tracciato da Mariateresa Maschio, presidente dell’associazione italiana dei costruttori FederUnacoma, nel corso dell’assemblea annuale della Federazione, che si è tenuta a Palazzo Albergati (Zona Predosa, Bologna).
«Se si esclude il settore delle macchine per il giardinaggio e la cura del verde, che segna un leggero attivo (+0,6%) con un valore pari a 905 milioni di euro – ha spigato Maschio – tutti i segmenti del comparto agromeccanico sono in negativo. La produzione di trattrici perde il 29% rispetto al 2023, fermandosi a 1,9 miliardi di euro. Le trattrici incomplete calano del 17%, attestandosi a 1,2 miliardi». Le altre macchine agricole e le attrezzature arretrano del 9%, esprimendo un valore totale di 6,8 miliardi.
La componentistica cala del 17,5% per un totale di 3,3 miliardi. Complessivamente, nel 2024 il valore della produzione nazionale riferita all’intero comparto si ferma a 14 miliardi di euro, vale a dire il 14,5% in meno rispetto ai precedenti dodici mesi. Nel breve termine l’andamento della produzione appare ancora condizionato dalle dinamiche dei mercati internazionali, dove si auspica una ripresa delle esportazioni italiane nel corso dell’anno ma dove permane un clima d’incertezza.

Macchine agricole: dati produttivi 2024 e confronto con il 2023

Timidi segnali di ripresa nel 2025
I costruttori italiani auspicano anche una ripresa del mercato interno. Il bilancio dei primi cinque mesi del 2025 (6.729 mezzi immatricolati, sostanzialmente in linea con il dato riferito allo stesso periodo dello scorso anno) non indica ancora un’inversione di tendenza, anche se il bimestre aprile-maggio registra una crescita del 9% che potrebbe prefigurare una possibile ripresa delle vendite. Il bilancio dei cinque mesi è positivo per i transporter (le trattrici con pianale di carico) che incrementano del 42,1% in ragione di 334 unità vendute, mentre sollevatori telescopici (+0,5% in ragione 409 unità vendute) e rimorchi (-2,7% e 3.181 mezzi) si confermano sugli stessi livelli dello scorso anno. Un calo consistente (-40%) registrano invece le mietitrebbie anche se in questo caso il passivo è riferito a un numero limitato di mezzi (60 le unità immatricolate tra gennaio e maggio).
Siglato accordo tra Federunacoma e Università di Bologna
Durante l'assemblea annuale di Federunacoma è stato anche siglato un accordo triennale tra FederUnacoma e Università di Bologna che, da tempo, collaborano e condividono informazioni e know-how tecnologico in tema di meccanica agraria, con riferimento anche alle applicazioni digitali e robotiche più avanzate. L’Università di Bologna e FederUnacoma, si impegneranno a favorire le sinergie di attività e progetti multidisciplinari, nel campo della ricerca e innovazione, dell’internazionalizzazione e della formazione continua.
In particolare, collaboreranno allo sviluppo e promozione di percorsi di formazione per le industrie del settore, per gli operatori professionali e per gli studenti universitari. In particolare, gli industriali potranno accedere alle competenze offerte dall’Alma Mater per progettare e realizzare percorsi formativi specifici su temi di innovazione digitale, marketing, mercati esteri e management fieristico. I corsi verranno erogati dall’Università di Bologna in collaborazione con l’Accademia di Alta formazione per l’industria - AFI, appositamente costituita.
«La cooperazione fra l’Università di Bologna e l’Associazione degli industriali di FederUnacoma è nel segno della cosiddetta terza missione che compete alle istituzioni universitarie – ha ricordato il rettore dell'Unibo Giovanni Molari – quella di costruire ponti tra ricerca, formazione e impresa: attraverso una cooperazione strutturata con l’industria possiamo trasformare conoscenza in innovazione concreta, utile al territorio e al Paese».
«L’accordo prevede anche la progettazione e l’erogazione di moduli specifici – ha spiegato la direttrice generale di FederUnacoma Simona Rapastella – che non riguardano solo le nuove tecnologie ma l’intera rosa delle attività aziendali, quelle relative al marketing, ai mercati esteri, alla comunicazione d’impresa e al business fieristico, tutte funzioni molto strategiche per le nostre imprese.
«L’attività di formazione verrà svolta da Afi Accademia, la struttura appositamente costituita da FederUnacoma in collaborazione con l’Università di Bologna – ha aggiunto Rapastella – che comprende al suo interno la “Trade Fair Management School”, specificamente dedicata al management fieristico e rivolta agli organizzatori e operatori delle esposizioni e degli eventi promozionali in Italia e all’estero».
«Investire nella formazione è divenuto prioritario per tutti i settori produttivi – ha sostenuto la presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio – perché il contesto nel quale operano le imprese europee e italiane è davvero molto difficile. Dobbiamo fronteggiare variabili imprevedibili come quelle delle materie prime e delle forniture energetiche, dobbiamo contrastare l’offensiva di Paesi emergenti che puntano ad invadere i mercati con prodotti a prezzi estremamente bassi, e dobbiamo esplorare mercati emergenti in un quadro internazionale reso molto difficile dalle restrizioni e dalle guerre commerciali. Tutto questo richiede nuove competenze e nuove professionalità».
L’Accademia terrà i corsi, co-progettati in collaborazione con l’Università di Bologna, presso la propria sede di Bologna, presso la nuova struttura di Afi Accademia appositamente realizzata a Roma, oltre che presso le strutture dell’Università in base alle esigenze dei differenti corsi. Molti seminari sono già in programmazione e a fine anno verrà reso pubblico il calendario completo delle attività per il 2026.