Pomodoro da industria, nel Foggiano Sau in calo del 25%

pomodoro da industria
Riduzione dovuta all'impossibilità di utilizzare l'acqua della diga di Occhito per irrigare. Cece la coltura alternativa preferita

Semine di pomodoro da industria in calo del 20-25% rispetto alla campagna 2024 in provincia di Foggia, quando la Sau investita aveva sfiorato i 18.000 ettari. A fare la differenza la risorsa idrica: la decisione di utilizzare l'acqua della diga di Occhito per i soli usi civili, a causa della siccità, sta limitando la possibilità di investire a pomodoro nelle sole aree con vasconi aziendali o pozzi profondi. Da qui le stime di minore Sau investita di almeno di un quarto, fino a 15.000 ettari. La flessione è confermata, in queste settimane di ultimi trapianti che termineranno a fine giugno, anche dalla minore domanda di sementi.

«Solo chi ha acqua investe nella coltura e la minore superficie oscillerà, in media, tra il 25 ed il 30%» - stima Fabrizio Fontana, responsabile acquisti del conservificio Newlat Princess Italia di Borgo Incoronata, il più grande in Europa nella lavorazione del pomodoro da industria. Per avere contezza esatta della flessione bisognerà comunque attendere le rilevazioni satellitari, di fine giugno, di Anicav Sud, l'associazione delle industrie di conserve alimentari e vegetali che, dopo una lunga trattativa, a metà aprile ha siglato il contratto di coltivazione con i produttori del centro Sud a un prezzo di 147,50 €/t per il pomodoro tondo e 155 €/t per il lungo).

Intanto i trapianti sono in corso, iniziati quest'anno in ritardo, in una condizione meteo caratterizzata  da temperature miti e cielo prevalentemente coperto che provocano una evapotraspirazione dei terreni più bassa. Stesse previsioni in forte flessione per Mario De Matteo, presidente di Coldiretti Foggia, numero due di Coldiretti Puglia e socio di Rosso Gargano (75 milioni di fatturato nel 2024), quasi 800 ettari, tutti irrigui, coltivati a pomodoro da industria negli agri di Foggia, Cerignola, San Severo.

«Il calo è nella forchetta 20-25% e dunque la Sau dovrebbe attestarsi sui 15mila ettari. Senza acqua non c'è pomodoro» ribadisce De Matteo che, con la sua azienda, trasforma anche il prodotto proveniente da altri 400 ettari. E quindi meno prodotto, meno lavoro, meno economia. Le rese dovrebbero rimanere stabili, con medie tra gli 800 e i 900 quintali per ettaro. La coltura dunque si salva nelle sole aree dove ci sono invasi dove decantare le acque dei pozzi la cui salinità, mano a mano che scende il livello, aumenta. E a chi non ha vasconi o pozzi non è rimasto che disinvestire dal pomodoro per preferire colture alternative, ceci soprattutto.

Pomodoro da industria, nel Foggiano Sau in calo del 25% - Ultima modifica: 2025-05-24T10:33:55+02:00 da Simone Martarello

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