Tutelare la filiera del pomodoro da industria, attraverso un’etichettatura trasparente e un’equa ripartizione del valore aggiunto. È l'obiettivo dell’accordo di collaborazione firmato presso il Masaf da Coldiretti, Filiera Italia e Anicav, Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali che, attraverso un vero e proprio patto di filiera tra produzione agricola e imprese di trasformazione del pomodoro, punta a garantire la distintività del prodotto 100% italiano.
Il settore, tra i più rilevanti comparti dell’agroalimentare con oltre 5 miliardi di fatturato per 5,4 milioni di tonnellate nel 2023, grazie alla sua forte vocazione all’export cui è destinato il 60% delle produzioni per circa 3 miliardi di euro, non sta vivendo un momento particolarmente florido.
Infatti, come confermato recentemente da Alessandro Squeri, direttore di Steriltom, società leader a livello Ue nella produzione di polpa di pomodoro per il settore food service e industriale, è previsto un calo nella raccolta (appena iniziata) e nella produzione di pomodoro da industria, dovuti principalmente al maltempo che ha colpito soprattutto i territori emiliani e piemontesi con periodi di siccità alternati a grandine e temporali. A pesare anche, ha precisato Squeri, la concorrenza estera scorretta di paesi come la Cina che vende in Europa in dumping non rispettando i nostri standard di sicurezza e sostenibilità.
Previsioni difficili a parte, l’Italia si conferma leader mondiale nella produzione e nell’esportazione di derivati del pomodoro destinati direttamente al consumatore finale. Da questa certezza nasce questo patto.
Pomodoro da industria, gli obiettivi dell’accordo in sintesi:
- Promozione della sostenibilità ambientale ed etico - sociale lungo tutta la filiera favorendo azioni a tutela dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori.
- Tracciabilità e trasparenza sull’origine della materia prima utilizzata per la produzione dei derivati del pomodoro, garantendo ai consumatori informazioni chiare e affidabili sull'origine dei prodotti al fine di contrastare le frodi e le contraffazioni.
- Valorizzazione del made in Italy attraverso azioni di comunicazione tese a difendere la distintività delle produzioni italiane, informando i consumatori che i derivati del pomodoro sono 100% italiani e sui limitati rischi di trovare un falso made in Italy sulle tavole italiane.
- Supporto alla filiera del pomodoro: promuovere e tutelare la filiera del pomodoro da industria, sostenendo il riconoscimento delle denominazioni d'origine, a partire dall’Igp del “Pomodoro Pelato di Napoli” in attesa di riconoscimento, e migliorando la competitività del comparto.
- Innovazione tecnologica: favorire l'adozione di tecnologie avanzate per migliorare la produttività e la sostenibilità delle coltivazioni, come le Tecniche di evoluzione assistita (Tea).
- Tutela della filiera attraverso l’applicazione del principio di reciprocità in ambito Ue per garantire che tutti i paesi extra Ue che esportano nel mercato comunitario rispettino le stesse regole commerciali e gli stessi requisiti ambientali e sociali.
- Contrasto all’Italian sounding sui mercati di esportazione.
«Punteremo sullo sviluppo di una filiera strategica»
«All’inizio di una campagna di trasformazione del pomodoro, caratterizzata da una serie di complessità, arriva questa importante intesa che vuole accendere i riflettori su una delle più importanti filiere italiane dell’agroindustria non sempre conosciuta e valorizzata per quello che realmente rappresenta. Il documento – ha affermato il presidente di Anicav Marco Serafini –, che pone l’accento su una serie di temi di interesse del comparto, si inserisce in un quadro di alleanze tra parte agricola e industria indispensabile per promuovere lo sviluppo della filiera del pomodoro e dei suoi derivati».
«L’intesa tra le nostre Organizzazioni – ha sottolineato il direttore generale Anicav Giovanni De Angelis – si propone di valorizzare e rafforzare il pomodoro italiano sia all’estero che sul mercato interno, anche attraverso il sostegno congiunto al riconoscimento del pomodoro pelato di Napoli, garantendo ai consumatori che le nostre produzioni sono di qualità e 100% italiane, con l’impegno a contrastare i pur limitati casi di frode».
«Un passo in avanti sull’origine in etichetta»
«Insieme ad Anicav vogliamo promuovere un modello di filiera più equo e trasparente. Per questo chiediamo all’Europa – ha dichiarato il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini – un passo in avanti sull’origine in etichetta e di applicare il principio di reciprocità, combattendo lo sfruttamento ovunque in Italia così come nei prodotti importati».
Pomodoro da industria, «Sì a contratti di filiera a lungo termine»
«Incentiveremo – ha specificato l’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia – contratti a lungo termine, equi e trasparenti, in cui tutte le parti si impegneranno a generare e condividere equamente il massimo valore aggiunto. Lavoreremo sull’indicazione di origine in etichetta, rendendola obbligatoria in tutta Europa e combatteremo senza compromessi l’Italian Sounding, sostenendo le denominazioni Dop e Igp già presentate (Napoli) e quelle future (Puglia). Insieme investiremo in ricerca, innovazione e promozione, offrendo una risposta di sistema vera e unitaria per il rilancio di uno dei prodotti cardine della dieta mediterranea».