Puglia, task force per gestire il parrocchetto monaco

parrocchetto monaco
Gravi danni su mandorle provocati da parrocchetti monaci
Regione e Università di Bari hanno avviato un progetto per il monitoraggio e la gestione di questa specie aliena invasiva in rapida espansione sul territorio pugliese. In alcune aree sta causando gravi danni alle colture agrarie

La Regione Puglia, attraverso la Sezione gestione sostenibile e tutela delle risorse forestali e naturali, in collaborazione con il Dipartimento di bioscienze, biotecnologie e ambiente (Dbba) dell’Università di Bari, ha avviato un progetto per il monitoraggio e la gestione del parrocchetto monaco (Myiopsitta monachus), specie aliena invasiva in rapida espansione sul territorio pugliese.

Il parrocchetto monaco compete con specie autoctone

pappagalli verdi
Esemplari di parrocchetto monaco nelle campagne a nord di Bari

Il parrocchetto monaco è un agile e affusolato pappagallo dalla taglia di circa 29cm e dalla colorazione generale verde chiara, con fronte, guance e petto grigio chiaro, ventre giallognolo sfumato in verde; remiganti e timoniere blu.

È originario di una vasta area della parte sud-orientale dell’America meridionale (Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay e Uruguay), dove è spesso cacciato come uccello dannoso alle coltivazioni. In Italia il parrocchetto monaco è presente in diverse grandi città (Roma, Cagliari e Firenze), ma si sta diffondendo gradualmente in molte altre zone della penisola, dove può competere con specie autoctone e causare danni alle colture.

In Puglia è molto presente a nord di Bari, dove, da un primo insediamento a Molfetta, ha invaso città e campagne di Bari, Bisceglie, Giovinazzo, Bitonto, Bitetto, Palo del Colle, Binetto, Grumo Appula, fino a spingersi sull’Alta Murgia, causando gravi danni su diverse colture frutticole, in particolare sui mandorli.

Mappare presenza e definire un piano di gestione

foto parr
Il progetto prevede una forma di collaborazione fra scienziati professionisti e cittadini comuni

Il progetto messo a punto dalla Regione Puglia ha l’obiettivo di mappare la presenza della specie in Puglia e definire un piano di gestione basato su dati scientifici e sulle migliori pratiche internazionali, per limitare gli impatti sugli ecosistemi e sulle attività agricole.

Il progetto prevede anche un’azione di citizen science (scienza dei cittadini), una forma di collaborazione fra scienziati professionisti e cittadini comuni per svolgere attività di ricerca scientifica, attraverso la raccolta di dati, l'analisi e la produzione di nuova conoscenza.

Tale azione consentirà ai cittadini di segnalare la presenza della specie attraverso un modulo online disponibile a un apposito link.

Costruire un modello di gestione efficace e sostenibile

La Regione Puglia curerà la redazione del Piano di gestione e la diffusione dei risultati a cittadini, agricoltori e amministratori locali, fornendo informazioni su mappatura, distribuzione dei nidi e buone pratiche di intervento. Il Dbba effettuerà il censimento delle popolazioni, elaborerà linee guida per il controllo numerico e divulgherà i risultati tramite report, pubblicazioni e attività di comunicazione scientifica.

«Il nostro obiettivo – sottolinea il professor Giuseppe Corriero – è costruire un modello di gestione efficace e sostenibile, capace di limitare nel tempo l’impatto del parrocchetto monaco sugli ecosistemi e sulle attività agricole, coinvolgendo direttamente i cittadini nella raccolta dei dati. Con questo progetto Regione Puglia e Università di Bari uniscono ricerca scientifica e partecipazione civica per la tutela della biodiversità e una gestione sostenibile delle risorse naturali».

Puglia, task force per gestire il parrocchetto monaco - Ultima modifica: 2025-10-18T16:10:17+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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