Ripristino della Natura, via libera dell’Ue alla legge

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A legislatura terminata passa grazie al voto favorevole dell'Austria una delle misure più controverse del Green Deal. Contrarie le principali organizzazioni agricole

Via libera del Consiglio Ambiente dell'Ue alla proposta legge sul ripristino della natura. Dopo mesi di stallo, i ministri dell'Ambiente hanno confermato l'accordo con l'Eurocamera sul regolamento proposto a giugno 2022 dalla Commissione europea per ripristinare le aree naturali già degradate, tassello del Green Deal. L'Italia ha votato contro insieme a Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia. Il Belgio si è astenuto. Decisivo il sì dell'Austria, che aveva inizialmente dichiarato l'intenzione di astenersi per poi annunciare il voto a favore. Con il sì di Vienna è stato possibile raggiungere la maggioranza qualificata in seno al Consiglio, che si ottiene quando a votare a favore sono almeno 15 Stati Ue (su 27) che rappresentano almeno il 65% della popolazione.

Ma il voto austriaco, con il sì della ministra dell’Ambiente Leonore Gewessler (esponente dei Verdi), è diventato un giallo, perché a seguito di questo pronunciamento, il governo di Vienna ha annunciato di voler ricorrere alla Corte di Giustizia europea per chiedere l’annullamento del voto, contrario alle indicazioni originarie.

Le tappe e le scelte nazionali

La proposta di regolamento è uno dei pilastri chiave della strategia dell'Ue per la biodiversità e serve ad allineare l'Unione europea agli impegni internazionali assunti con l'accordo di Kunming-Montreal sulla biodiversità. Per la prima volta non disciplina solo la protezione delle aree naturali ma punta a ripristinare quelle già degradate attraverso una tabella di marcia in tre tappe: il 30% di ogni ecosistema dovrà essere oggetto di misure di ripristino entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050.

I governi dovranno mettere a punto dei piani nazionali di ripristino per riferire periodicamente alla Commissione europea su come intendono raggiungere gli obiettivi. Nel complesso, le norme impongono agli Stati membri di definire e attuare misure volte a ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell'Ue entro il 2030. Tra i timori per la sicurezza alimentare dettati dalla guerra in Ucraina e le ripetute proteste degli agricoltori, la proposta è stata per mesi accantonata.

Possibilità di sospenderla

L'accordo finale raggiunto a novembre 2023 da Parlamento e Consiglio Ue e confermato il 17 giugno 2024 dai ministri prevede di fatto un "freno d'emergenza" per andare incontro
alle preoccupazioni manifestate sulla sicurezza alimentare, fissando al 2033 la data per la Commissione per rivedere e valutare l'applicazione del regolamento e il suo impatto sui
settori agricolo, della pesca e forestale.

Inoltre, con un atto di esecuzione, la Commissione Ue ha il potere di sospendere fino a un anno l'attuazione delle norme relative agli ecosistemi agricoli in caso di "gravi conseguenze a livello comunitario per la sicurezza alimentare".

Sindacati agricoli contrari

«La legge sul ripristino della natura appena approvata a maggioranza risicata dall’ultimo Consiglio Ue Ambiente, danneggia gli ecosistemi agricoli perché non risponde alla oggettiva necessità di assicurare l’equilibrio tra sostenibilità ambientale, economica e sociale, essenziale per l’attuazione del Green Deal Ue». Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha espresso rammarico per gli esiti di una battaglia che ha visto l’Italia contraria fino al voto finale.

«Pur condividendo pienamente gli obiettivi alla base della normativa comunitaria per la tutela della biodiversità, non possiamo mancare di ricordare i possibili rischi legati all’impatto di un simile provvedimento sull’agricoltura e, in particolare, sulle superfici agricole, dalle quali la tutela della biodiversità non può assolutamente prescindere» è invece il commento dl presidente della Copagri Tommaso Battista.

Sulla stessa linea anche Confagricoltura, che con una nota parla di "preoccupazione" perché "la Nature Restoration Law compromette di fatto il potenziale produttivo del settore primario". Nonostante i miglioramenti al testo rispetto alla prima stesura, "in linea con quanto auspicato dalla Confederazione, il testo rimane insoddisfacente poiché non tutela la superficie agricola e non prevedere fondi adeguati a raggiungere gli obiettivi fissati".

E di "provvedimento ideologico" parla Coldiretti che sottolinea come "anche se sono state eliminate le misure che avrebbero tagliato la produzione agricola made in Italy, il testo varato rappresenta un compromesso al ribasso anche se senza dubbio migliorativo rispetto alla prima proposta della Commissione".

Ripristino della Natura, via libera dell’Ue alla legge - Ultima modifica: 2024-06-17T16:01:09+02:00 da Redazione Terra e Vita

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