Dal 2026 saranno 88mila gli stranieri che potranno entrare in Italia per svolgere lavori in agricoltura. Lo prevede il nuovo Decreto flussi varato dal Governo, che per il triennio 2026-2028 autorizza nel complesso l'ingresso nel nostro Paese di 500mila lavoratori l'anno. Nei 36 mesi sono assegnate 230.550 quote per lavoro subordinato non stagionale e autonomo e 267mila per lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico. In base al decreto nel 2027 il numero di lavoratori assegnati al settore primario dovrebbe salire a 89mila per il 2027 e a 90mila per il 2028. Di questi, 47mila l'anno saranno gestiti direttamente dalle organizzazioni agricole.
Anche se il fabbisogno di lavoratori stagionali nei campi viene stimato in centomila, sono soddisfatte le associazioni agricole che avevano chiesto un aumento delle quote, considerata la grave carenza di manodopera che si registra nelle campagne della Penisola soprattutto nel periodo della raccolta delle principali colture.
L'esecutivo si è impegnato anche a risolvere un altro problema, quello della lentezza delle pratiche. Spesso, infatti, a causa della burocrazia i lavoratori stranieri arrivano in Italia quando il lavoro per cui sono stati chiesti è terminato. C'è la volontà di superare il meccanismo del click day (che per la stagione 2026 dovrebbe essere il 12 gennaio), incentivando gli ingressi fuori quota con "un percorso graduale,che riguardi anzitutto i profili professionali più ricercati daidatori di lavoro e che potenzi la formazione dei lavoratori neiPaesi di origine".
Coldiretti: cambio di passo importante
«Un cambio di passo importante da parte del Governo – commenta Romano Magrini, responsabile lavoro di Coldiretti – al quale deve ora seguire il definitivo superamento del click day permettendo alle imprese di presentare le richieste durante tutto l’anno, con il supporto delle associazioni agricole e in base alle reali esigenze stagionali. Ci sono peraltro le premesse per poter portare le quote nei prossimi tre anni anche a 50-60mila lavoratori».
Confagricoltura:
L'associazione presieduta da Massimiliano Giansanti sottolinea come permangano ancora difficoltà relative all'iter burocratico correlato al click day. "A oggi, ad esempio, pochi lavoratori sono entrati in Italia dopo il click day di febbraio - scrive in una nota - e le operazioni di raccolta in campagna sono già avviate da mesi. La situazione preoccupa le nostre imprese, che hanno presentato le istanze per i lavoratori extracomunitari nel novembre dello scorso anno e che confidavano di avere la manodopera in tempo per i raccolti".