Cresce la preoccupazione in tutta la Ue dopo che il presidente statunitense Donald Trump ha postato su Truth la lettera inviata alla Ue, dove annuncia dazi dal primo agosto al 30%, minacciando di raddoppiarli in caso di ritorsioni.
La lettera, indirizzata alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, invoca come motivo per i dazi al 30% «la disparità del deficit commerciale», dovuta a barriere commerciali, tariffarie e non tariffarie. La percentuale è ben al di sopra di quella che la Ue si aspettava, soprattutto dopo che Trump aveva detto che recentemente Bruxelles ha trattato bene gli Usa.
Secondo la Cgia di Mestre «i dazi doganali al 30 per cento voluti dall’Amministrazione Trump potrebbero innescare una serie di effetti diretti sulle nostre esportazioni, ma anche indiretti – come l’ulteriore apprezzamento dell’euro, un aumento dell’incertezza dei mercati finanziari e un incremento del costo di molte materie prime – in grado di provocare un danno economico al nostro sistema produttivo fino a 35 miliardi di euro all’anno».
Immediate le reazioni anche dai diversi comparti produttivi nazionali, tra cui quello agroalimentare.
«Il 30% di dazi Usa mette in grande difficoltà l'export Ue e italiano». A lamentarlo è Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare. «Tutti questi cambi di direzione di Trump degli ultimi mesi rischiano di essere una foglia di fico per nascondere la volontà politica di colpire un alleato storico come l'Europa». E chiede una risposta adeguata da parte della Ue. «Certo, noi saremo sempre dalla parte di chi evita di buttare benzina sul fuoco. Ma se un nostro alleato e "amico" di parte politica dà fuoco al nostro fienile, non possiamo certo usare i guanti bianchi e il fioretto per ragionare con lui».
Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, commenta: «I dazi al 30% all'Europa annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump vanno oltre ogni più cupa previsione e sono assolutamente inaccettabili. Per l'agricoltura europea, e per quella italiana, sarebbero una condanna che va a colpire non solo il settore primario, ma l'economia di interi Paesi».
Giacomo Ponti, presidente di Federvini, osserva: «L'imposizione di un dazio generalizzato del 30% colpisce in modo indiscriminato settori ad alto valore aggiunto, come il nostro – dichiara Giacomo Ponti, Presidente di Federvini –. È una misura gravissima e ingiustificata, che penalizza non solo i produttori europei, ma anche gli operatori economici americani che fanno parte integrante della nostra filiera commerciale».
Coldiretti stima: «I dazi al 30% annunciati dal presidente Usa Donald Trump sui prodotti europei potrebbero costare alle famiglie statunitensi e all'agroalimentare italiano oltre 2,3 miliardi di euro». Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha poi aggiunto: «Imporre dazi al 30% sui prodotti agroalimentari europei – e quindi italiani – sarebbe un colpo durissimo all'economia reale, alle imprese agricole che lavorano ogni giorno per portare qualità e identità nel mondo, ma anche ai consumatori americani, che verrebbero privati di prodotti autentici o costretti a pagarli molto di più oltre ad alimentare il fenomeno dell’italian sounding».
Luigi Scordamaglia, AD di Filiera Italia, sottolinea: «Non bisogna cedere all’ennesima provocazione, che si spera abbia il significato di una nuova mossa negoziale, ma continuare a trattare mantenendo i nervi saldi».
Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative (federazione che associa 3000 cooperative agroalimentari e della pesca che fatturano complessivamente oltre 35 miliardi di euro), auspica che «si arrivi ad un accordo tra le parti che scongiuri l'imposizione dei dazi al 30%».










