Come da tradizione a maggio i consigli d'amministrazione di tutte le cooperative agricole si riuniscono in previsione dell’assemblea generale della Federazione trentina delle cooperative. Questa è anche l’occasione per fare un bilancio e tracciare le linee per il futuro. Il 2023 si è concluso con risultati positivi e spunti importanti per il futuro del comparto della Provincia autonoma. Il fatturato è stato di 1.240 milioni di euro, in linea con quello del 2022 ma inferiore del 3,8% rispetto a quello del 2021. Le preoccupazioni maggiori vengono dagli alti i costi energetici e delle materie prime, ma anche dai grandi carnivori, a cui è legato il futuro della zootecnia trentina.
I numeri delle cooperative
Nel 2023 i dipendenti sono aumentati a 2.967, con un incremento di 41 unità rispetto all'anno precedente. Gli ettari coltivati a pascolo sono 53.771 e svolgono un ruolo insostituibile per la conservazione dell’ambiente, ma anche per il turismo. La produzione di latte si è attestata sui 120 milioni di litri, in leggera diminuzione rispetto ai 124 milioni del 2022. La produzione ortofrutticola è stata di 486mila quintali, leggermente inferiore ai 490 del 2022, mentre quella vitivinicola è aumentata di poco, portandosi a 1,2 milioni di quintali.
Nel dettaglio, per il settore ortofrutticolo il fatturato è stato di 545 milioni di euro, un risultato stabile rispetto al 2022. Il settore vitivinicolo ha registrato un fatturato di 602 milioni: nel 2022 fu di 578 milioni, mentre gli altri comparti hanno raggiunto i 93 milioni di euro, rispetto agli 89 del 2022.
Per quanto riguarda i bilanci del 2023, gli investimenti netti ammontano a 599 milioni di euro, leggermente inferiori ai 614 milioni del 2022. Il patrimonio netto è aumentato a 493 milioni, rispetto ai 476 dell'anno precedente. I debiti finanziari sono diminuiti a 329 milioni di euro, rispetto ai 384 dei dodici mesi precedenti.
Fra i vari settori quello zootecnico ha affrontato sfide significative a causa dell'aumento dei costi dei mangimi e delle normative ambientali sempre più stringenti. Nonostante ciò, le cooperative hanno adottato pratiche innovative per migliorare la sostenibilità delle loro operazioni, come l'uso di mangimi alternativi e la gestione sostenibile dei rifiuti zootecnici. All’interno del dibattito del convegno si è sottolineata l’importanza di trovare soluzioni al problema dei grandi carnivori, a cui è direttamente collegato il futuro della zootecnia del trentino.
Difficoltà spinta per innovare
Ma aldilà dei dati, la riunione si è conclusa con soddisfazione, anche se il comparto mostra qualche scricchiolio, per la prima volta il numero dei soci dei vari settori è sceso sotto le 17mila unità (16.965 a fine 2023).
«Anche il settore agricolo trentino come molti altri, si trova ad affrontare un contesto globale caratterizzato da numerose sfide – ha affermato il vicepresidente della Federazione per le cooperative agricole Stefano Albasini –. I cambiamenti climatici, l'aumento dei costi delle materie prime, le fluttuazioni dei mercati internazionali, il costo del denaro e le crescenti richieste di sostenibilità sono solo alcune delle pressioni che influenzano quotidianamente le attività agricole. Tuttavia, queste sfide offrono anche opportunità uniche per innovare e migliorare. Il comparto – ha proseguito Albasini – rappresenta un modello di resilienza e adattabilità. In un'epoca in cui l'agricoltura è sempre più chiamata a bilanciare produttività e sostenibilità, il modello cooperativo si dimostra particolarmente efficace nel coniugare questi due aspetti».
Accordo con i sindacati per il contratto degli operai
Raggiunta l'intesa per la sottoscrizione del rinnovo del contratto collettivo provinciale di lavoro per gli operai delle cooperative ortofrutticole trentine. L'accordo - si legge in una
nota della cooperazione trentina - è stato siglato dalla delegazione datoriale e dalle organizzazioni sindacali Flai Cgil e Fai Cisl. L'intesa prevede un aumento sui minimi tabellari pari all'11%, suddiviso in quattro tranche: +5% riferito al 2024 (con decorrenza dal primo gennaio 2024), +3% riferito al 2025, +2% riferito al 2026 ed un +1% riferito al 2027. L'accordo regolamenta anche il tempo tuta, al centro delle proteste sindacali del comparto ortofrutticolo trentino. Questo tempo - si legge sempre nella nota - viene fissato a tre minuti giornalieri "con modalità da definirsi nelle diverse organizzazioni aziendali".
Stabilita anche la quota dell'1,6% delle retribuzioni per il contributo per la previdenza complementare sia a carico del datore di lavoro sia a carico del lavoratore, una percentuale pari al 2% (delle retribuzioni contrattuali annue) da destinare al premio di risultato in aggiunta al sistema premiale e un rimando a un confronto sindacale aziendale per la definizione delle modalità di riconoscimento dei tre minuti del "tempo tuta" nel modo più aderente possibile alle differenti esigenze organizzative.