Turismo Dop: Veneto, Toscana ed Emilia le mete preferite

Turismo Dop
Dal Prosecco al Pecorino, i prodotti Ig diventano motore del turismo esperienziale. Il Sud fatica

Un’Italia che si racconta attraverso i suoi sapori, i suoi paesaggi e le comunità che li custodiscono. Sono Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia le regioni al vertice del turismo Dop, è necessaria una riflessione sulle regioni del Sud. Questa la fotografia che emerge dal primo Rapporto sul Turismo Dop, presentato a Roma da Fondazione Qualivita e Origin Italia, con il supporto del Masaf. L’iniziativa ha raccolto il mondo dei consorzi, esperti, istituzioni e protagonisti delle filiere di qualità in un evento diffuso, con numerosi collegamenti live dai territori.

Ad aprire i lavori è stato Paolo De Castro, presidente del Comitato scientifico di Qualivita, che ha sottolineato come «le Indicazioni geografiche siano oggi uno strumento strategico non solo per valorizzare l’agroalimentare italiano, ma anche per costruire un nuovo modello di sviluppo turistico, identitario e sostenibile».

«Aver esteso, con il nuovo Regolamento europeo sulle Ig, la responsabilità delle iniziative turistiche enogastronomiche ai Consorzi di tutela rappresenta un’opportunità decisiva per creare valore e sviluppo non solo per il singolo prodotto Dop o Igp, ma per l’intero territorio – ha aggiunto l'ex eurodeputato –. È una visione integrata che rafforza il legame tra qualità, cultura e comunità locali».

Scarica il rapporto sul turismo Dop

Una mappa nazionale del Turismo Dop

Dal Parmigiano Reggiano al cappero di Pantelleria, dal Prosecco all’oliva ascolana: il Rapporto propone per la prima volta una classifica regionale del Turismo Dop, costruita sulla base di oltre 20 indicatori ufficiali (eventi, infrastrutture, riconoscimenti, azioni formative, consistenza delle filiere, flussi turistici), restituendo una fotografia comparativa del fenomeno.

Il Veneto conquista la medaglia d’oro, trainato da 69 prodotti Ig – tra cui spiccano Prosecco, Amarone, Soave e radicchio trevigiano – e 35 Consorzi attivi, con un’offerta strutturata lungo strade del vino e paesaggi rurali di eccellenza.

Al secondo posto la Toscana, che vanta 77 prodotti IG e 34 Consorzi, e un’offerta centrata su festival enogastronomici, degustazioni e percorsi che valorizzano vino, olio, pecorino e cinta senese.

Chiude il podio l’Emilia-Romagna, con 61 prodotti Dop e Igp e 28 Consorzi, una rete museale diffusa e itinerari legati a Parmigiano Reggiano, piadina, coppa piacentina e prosciutto di Parma.

Tutte e 20 le regioni italiane risultano comunque presenti in classifica, dalle mele della Val di Non al cioccolato di Modica, dalla burrata pugliese al limone di Amalfi. Il miglior piazzamento del Sud è della Campania, sesta, ma la parte bassa della classifica evidenzia un potenziale ancora inespresso. A mancare non sono i prodotti, ma la capacità di trasformare l’identità territoriale in offerta turistica strutturata, con eventi, infrastrutture e reti di accoglienza.

Un sistema integrato di accoglienza

Secondo il Rapporto, il Turismo Dop si articola in 585 attività turistiche, collegate a 597 prodotti a Indicazione Geografica, tutelati da 361 Consorzi. Le attività si snodano lungo 103 strade tematiche, 17 siti Unesco, 29 paesaggi rurali storici e 82 aree naturali protette, in un mosaico che mette in connessione cultura, paesaggio, biodiversità e produzioni locali.

Non si tratta più di iniziative isolate, ma di un modello identitario che riflette la nuova competenza turistica attribuita ai Consorzi di tutela dal Regolamento Ue 2024/1143, che riconosce loro un ruolo diretto nello sviluppo turistico delle aree Ig. È il passaggio dalla degustazione al racconto del territorio, con il turista accolto come cittadino temporaneo e coinvolto in esperienze autentiche e sostenibili.

L'intervento del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida

Le voci dal governo: «Opportunità da non perdere»

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, intervenuto nella sessione conclusiva, ha dichiarato: «Il turismo legato alle Dop e Igp è un’opportunità che dobbiamo cogliere, è un asset su cui investire che porterà vantaggi non solo al mondo agricolo, ma offrirà opportunità di sviluppo e benessere all’Italia rurale, che merita di essere conosciuta nel mondo insieme alle nostre eccellenze agroalimentari».

«L’Italia è leader in Europa per prodotti a Indicazione geografica – ha aggiunto –. Questo primato non deve essere solo un vanto, ma una responsabilità nazionale. Dietro ogni prodotto Dop o Igp c’è una storia che parla dell’identità italiana. Cultura, paesaggio, tradizione, lavoro, convivialità: sono i pilastri di un modello produttivo che non solo ha radici solide nel nostro passato, ma che incarna anche una visione di sviluppo».

La ministra del Turismo Daniela Santanché

Anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha sottolineato l’importanza strategica del settore: «Il Turismo Dop rappresenta una nuova frontiera per il turismo italiano, valorizzando i nostri territori e le produzioni certificate. È un modello di accoglienza autentico e sostenibile, che punta a una rinascita culturale. Dobbiamo attuare un piano di promozione internazionale per le nostre 890 produzioni Dop e Igp, creando una narrazione identitaria forte e coesa. È essenziale anche una legge quadro sul Turismo Enogastronomico, per garantire qualità e favorire reti tra tutti gli attori coinvolti. Investire nel Turismo Dop significa raccontare l’Italia che sa fare e custodire: un’opportunità da non perdere».

Il Rapporto è solo un punto di partenza, ma apre una strada chiara: fare sistema per trasformare le eccellenze agroalimentari in esperienze turistiche diffuse, coordinate e riconoscibili. L’Italia, prima in Europa per numero di Ig, ha tutte le carte per diventare anche la prima destinazione del Turismo Dop.

Turismo Dop: Veneto, Toscana ed Emilia le mete preferite - Ultima modifica: 2025-06-25T15:06:55+02:00 da Simone Martarello

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