Il biologico italiano ha una casetta in Canadà

Grazie anche alla piattaforma ITA.BIO le produzioni italiane biologiche vanno alla grande nel Paese nord americano. Lo certifica l’analisi di Nomisma presentata nel corso del webinar moderato da Edagricole che ha fatto il punto sui risultati ottenuti in Canada dalla prima piattaforma del bio italiano nel mondo promossa da ICE Agenzia e FederBio e a cura di Nomisma

Canada, porta di accesso preferenziale per i nostri prodotti agroalimentari di qualità nel Nord America grazie agli accordi Ceta, è anche uno dei mercati più promettenti per il biologico Made in Italy.

La conferma arriva dalla doppia indagine di Nomisma presentata in occasione del terzo forum ITA.BIO, la piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio.


Un consumatore su 2 attribuisce una qualità superiore al bio made in italy,

Il 25% ha consumato bio italiano,

gli altri non acquistano perchè non trovano i nostri prodotti nei punti vendita abituali

É quanto emerge dall’analisi di Nomisma per la Piattaforma ITA.BIO (www.ita.bio) nel terzo forum dedicato al Canada.
Il 9 febbraio 2022 il focus Emirati Arabi.


Da sinistra: Marta Fegarcich e Silvia Zucconi di Nomisma, Lorenzo Tosi, Evita Gandini di Nomisma, Paolo Carnemolla di FederBio

Quasi raddoppio in dieci anni

Attualmente il Canada è infatti il sesto mercato al mondo per il consumo di prodotti bio, ma l’incremento negli ultimi 10 anni è stato del +83% e il basso livello di produzione interna lo rende uno degli sbocchi più promettenti per l’export italiano, come confermato anche dal 20% delle imprese italiane intervistate da Nomisma e dal sondaggio effettuato dalla società di ricerche bolognese sul consumatore canadese, che ha confermato l’alto livello di considerazione del made in Italy agroalimentare.

I telamoni a guardia dell'accesso del Palazzo Davia Bargellini a Bologna, sede di NOmisma

In diretta streaming dallo storico palazzo Davia Bargellini di Bologna, sede di Nomisma, l’evento del 1 dicembre moderato da Terra e Vita ha unito le due sponde dell’Atlantico.

Botta e risposta tra esportatori, esperti e distributori

Da Toronto, dove erano le 9 di mattina, si sono infatti collegati per descrivere le opportunità e i percorsi di promozione del bio italiano in Canada: Pietro Goglia, Deputy Trade Commissioner di ICE Canada; Sandra Kabat di Chfa (Canadian Health Food Association), la più grande associazione commerciale canadese dedicata alla salute naturale e ai prodotti biologici e Serene Martin di Tree Of Life, uno dei maggiori importatori e distributori di prodotti bio in questa area commerciale.

Un momento dell'incontro per la presentazione dei risultati della piattaforma ITABIO in Canada

Esperti canadesi che sono stati messi a confronto con le esigenze espresse da alcuni dei player italiani più attivi all’interno della piattaforma ITA.BIO, collegati alle ore 15 italiane dalle rispettive sedi aziendali:

Gennaro Sicolo, Presidente  di Italia Olivicola, presente nel mercato canadese soprattutto con il marchio Alce Nero;

Ermes Scardova,  Export manager di Terre Cevico, protagonista del caso di successo della gamma di vini B.Io, che rappresenta da Nord a Sud tutte la maggiori aree viticole italiane;

Annibale Pancrazio, Ceo di Pancrazio, storica aziende leader nella produzione di conserve alimentari vegetali con un export significativo verso il canada soprattutto nelle linee di pomodori e legumi bio;

Renato Calabresi, Direttore Generale Probios, pioniere nella distribuzione degli alimenti biologici vegetariani, in grado di “apparecchiare” la tavola da colazione a cena con prodotti bio bilanciati su tutti i regimi alimentari.

Tre le principali esigenze rappresentate dai produttori:

  • più promozione, per spiegare ai consumatori canadesi l’unicità di un’offerta come quella bio italiana, in grado di coniugare qualità organolettica, tipicità e sostenibilità;
  • più servizio, assistendo le aziende nella necessità di affrontare anche all’interno del mercato americano le specificità di numerosi diversi standard normativi;
  • più tutela, per difendere la serietà del biologico italiano dalla concorrenza sleale del falso bio o di prodotti ottenuti in Paesi con standard decisamente più “tolleranti” (Spagna).

Una formula efficace per sostenere il made in Italy

A coordinare il botta e risposta dalla sede dell’evento sono stati: Silvia Zucconi ed Evita Gandini di Nomisma, Paolo Carnemolla di FederBio e Lorenzo Tosi di Terra e Vita.

 

Guido Magnoni

Anna Flavia Pascarelli Dirigente Ufficio Agroalimentare & Vini Agenzia ICE e Guido Magnoni, al vertice dell’Ufficio Agroalimentare e Vini di ICE (nota all'estero come Ita, italian trade agency) hanno aperto e chiuso l’incontro.

«La crescita – ha dichiarato Pascarelli- del comparto biologico e dei prodotti made in Italy in Canada è proseguita anche anche per il 2021».

«L'Agenzia ICE ha scelto di portare avanti ITA.BIO a seguito degli ottimi risultati ottenuti durante il primo anno. Come evidenziano i dati elaborati nell’ambito di questo progetto il biologico italiano ha infatti consolidato il suo potenziale, in particolare durante il periodo di emergenza, mantenendo costante la crescita riscontrata negli ultimi dieci anni».

Anna Flavia Pascarelli

 

«I feedback positivi ricevuti dalle aziende italiane coinvolte confermano l'efficacia di ITA.BIO e ci spingono a proseguire in questa produttiva collaborazione con Nomisma e FederBio sostenendo una strategia d’azione che si sta dimostrando efficace nel supportare il Made in Italy in tutto il mondo, tramite anche l'attuazione concreta di tematiche di innovazione e digitalizzazione che, in un settore come quello biologico, hanno assunto ormai un ruolo fondamentale»

Paolo Carnemolla

 

«La collaborazione fra noi e ICE – ha testimoniato Paolo Carnemolla, Segretario Generale di FederBio – prosegue nel percorso di consolidamento di una piattaforma di supporto alle imprese biologiche italiane che vogliono rafforzare o avviare la loro presenza sui mercati esteri anche di più recente e promettente sviluppo come appunto quello del Canada».

«Attraverso il lavoro di analisi dei mercati svolto in collaborazione con Nomisma e grazie al sistema ICE e a un desk dedicato attivato da FederBio – ha continuato Carnemolla - intendiamo fornire alle imprese del settore informazioni e contatti utili per orientare le loro strategie commerciali e dare un supporto fattivo per accompagnarle sui mercati».

«In tal senso è particolarmente importante anche la collaborazione di SANA, la fiera specializzata del settore in Italia, i cui accordi con piattaforme e-commerce e con sistemi fieristici all’estero integrano e potenziano le opportunità offerte dalla piattaforma ITA.BIO».

“Con questo terzo forum – ha affermato Silvia Zucconi, Responsabile Market Intelligence di Nomisma – confermiamo l'obiettivo di supportare i protagonisti della filiera italiana del biologico attraverso ITA.BIO, fornendo informazioni e strumenti utili al corretto posizionamento dei prodotti biologici in specifici canali e mercati».

«Quest’anno sono state proprio le imprese a suggerire quali mercati e su quali prodotti realizzare i diversi focus, attraverso la compilazione di un questionario online, da cui è emersa una forte necessità di dati e ricerche di mercato a supporto delle strategie di internazionalizzazione, oltre al supporto di notizie puntuali e sempre aggiornate sulla normativa del mondo bio nei vari paesi di destinazione dei prodotti Made in Italy».


 I risultati della doppia indagine

clicca per scaricare il dossier

Il ruolo dell’export nel bio made in italy

Più che positiva, nonché superiore a quella registrata dall’export agroalimentare nel suo complesso, la performance dell’export bio: nel 2021 le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali hanno sfiorato i 3 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita del +11% (anno terminante luglio 2021) rispetto all’anno precedente, in linea rispetto all’export agroalimentare nel complesso (+10% gen-lug 2021/20).

Riconoscimento del bio Made in Italy sui mercati internazionali testimoniato anche della crescita di lungo periodo (+156% rispetto al 2009) e dalla quota di export sul paniere Made in Italy (6% sull’export agroalimentare italiano totale).

I numeri chiave del bio in Canada

Tutti i numeri del bio in Canada sono positivi: oltre 1,3 milioni di ettari coltivati secondo il metodo biologico nel 2019 (+88% rispetto al 2010) e 5.677 produttori (+50%). Le vendite di prodotti bio sul mercato interno hanno dimensioni simili a quelle del mercato italiano: 3,5 miliardi di euro (+12% rispetto al 2018 e +83% sul 2010) che rappresentano il 3% delle vendite mondiali e che fanno del Canada il sesto mercato al mondo per consumi di prodotti biologici.

Anche l’incidenza complessiva del bio sul totale del carrello è simile a quella italiana (3,2% nel 2019) ma la spesa pro-capite per prodotti biologici in Canada è più elevata: 93 euro a persona (a fronte di 58 euro in Italia) con una quota di frequent users più elevata (66% su totale della popolazione canadese consuma bio almeno una volta la settimana contro il 48% in Italia).

E l’interesse per il bio che non si ferma al consumo domestico: il 48% dei consumatori riferisce di aver consumato un prodotto bio anche nel canale away from home. Alla base del successo crescente del bio sicuramente una maggiore richiesta delle famiglie canadesi di garanzia di sicurezza e salubrità del cibo, principale motivazione espressa dal 48% degli users bio.

Il consumatore bio in Canada

I dati della consumer survey di Nomisma rilevano una profonda diffusione del bio in Canada: quasi 8 famiglie su 10 (76%) hanno consumato un prodotto alimentare o una bevanda a marchio biologico nel corso degli ultimi 12 mesi. La survey ha coinvolto un campione di mille responsabili acquisti alimentari della famiglia dai 18 ai 65 anni. Il questionario, semi-strutturato a risposta chiusa, è stato somministrato con metodo CAWI (Computer Assisted Web Interviewing).

Sebbene sia l’Ontario complessivamente il mercato più importante per il bio in Canada in termini assoluti, sono gli stati della British Columbia e del Québec ad avere la quota di mercato più alta: qui, infatti, i prodotti bio raggiungono rispettivamente l’83% e l’82% dei consumatori. Altri target in cui è molto forte il richiamo del bio è quello dei giovani (nella fascia 18-29 anni il bio viene consumatodall’85%) e quello dei nuclei familiari in cui sono presenti bambini in età prescolare, qui il tasso di penetrazione è addirittura al 90%.

Sicurezza alimentare (espressa dal 48% degli organic user), fiducia nella qualità del prodotto (47%) e attenzione per l’ambiente (41%) sono le principali motivazioni dei consumatori alla base della scelta di prodotti biologici.

Garanzie che diventano ancora più importanti in questo periodo di crisi sanitaria, tanto che durante il 2021 il 37% dei consumatori, ha incrementato la spesa destinata ai prodotti bio.

Ma il marchio biologico non è l’unico attributo che conta nella scelta dei prodotti da mettere nel carrello. Oltre a preferire l’origine nazionale dei prodotti bio che acquista, il consumatore richiede coerenza e sostenibilità a 360°: il 15% degli user bio ritiene importante che la confezione sia eco-friendly o che il prodotto sia stato fatto rispettando l’ambiente (minori emissioni di CO2, zero sprechi, uso di energia rinnovabile ecc ...).

Il made in Italy bio per il consumatore canadese

Nel confronto internazionale, nel percepito dei consumatori, l’Italia si posiziona al secondo posto, dopo gli Stati Uniti, tra i Paesi che producono i prodotti di maggiore qualità, sia relativamente ai prodotti alimentari in generale (22% indica “Italia” quando pensa ad un paese produttore di eccellenze del Food & Beverage) che per quelli a marchio bio (18%). Complessivamente però la qualità del nostro bio tricolore è ritenuta complessivamente superiore rispetto a quella di altri Paesi dal 50% dei canadesi, tanto che 7 su 10 sono disposti a pagare un prezzo più alto per avere la garanzia del Made in Italy nel bio.

Ma quali sono i prodotti più promettenti per il bio Made in Italy?

Olio extra vergine d’oliva, formaggi, passate/conserve vegetali sono le categorie di prodotto per cui i consumatori canadesi cercano le garanzie di qualità offerte dal marchio bio e quelle su cui l’italianità è un fattore distintivo. Su pasta e vino sono molto forti interesse e apprezzamento nei confronti dell’origine italiana, queste restano categorie per cui, al momento, il bio non sempre è la prima scelta.

Nessun ostacolo per il binomio bio e Made in Italy neanche per il futuro: il 37% si dice interessato all’acquisto di un prodotto italiano a marchio bio se disponibile presso i canali abituali. Gli indecisi (46%) sarebbero attratti, oltre che da promozioni e prezzi bassi, anche da informazioni riguardo agli ingredienti e ai loro valori nutrizionali, e, in particolare alla relazione tra il prodotto e i benefici che esso produce sulla salute.

Il biologico italiano ha una casetta in Canadà - Ultima modifica: 2021-12-03T16:30:42+01:00 da Lorenzo Tosi

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