L’Associazione Biodinamica, anche grazie allo spazio dato al suo 38esimo convegno da quotidiani come il Corriere della Sera e da agenzie di comunicazione di rilievo nazionale, ha lanciato una campagna di iscrizioni e sottoscrizioni rivolta al grande pubblico, puntando così ad estendere e aprire il dibattito sull’agroecologia al maggior numero di persone possibile.
«L’agroecologia è guidata in vari angoli del mondo da movimenti di agricoltori e cittadini solidali, con azioni concrete per un percorso di uguaglianza socioeconomica e sostenibilità ecologica. Le gravi crisi che affliggono l’umanità, che minacciano contemporaneamente l’economia globale, la pace e l’integrità ecologica del pianeta, pongono in serio pericolo l’agricoltura e la sicurezza alimentare mondiale». Inizia del resto così la Carta di San Casciano Val Di Pesa (FI) “Terra non guerra”.
Tra i primi sottoscrittori Miguel Altieri, University of California, Berkeley e Centro LatinoAmericano de Investigaciones Agroecologicas – Celia, Clara Nicholss, University of California, Berkeley, Lucio Cavazzoni, BioDistretto Appennino Bolognese, Carlo Triarico, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Maurizio Agostino, Rete Humus, Michele Monetta, UP Bio, Rada Zarcovik, Cooperativa "Insieme Frutti di pace” Srebrenica, Gaio Cesare Pacini, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali Dagri Università di Firenze, Fabio Caporali, già Professore Ordinario di Ecologia agraria presso l'Università degli Studi della Tuscia e Silvia Francescon, responsabile Agenda Ecologia Unione Buddhista Italiana.
Un'alternativa possibile
Fortunatamente esiste una strada innovativa: l’agricoltura agroecologica, che è «capace di ricucire la frattura sociale, umana, ambientale creata dalla guerra contro la natura».
La carta prosegue specificando che «l’agroecologia può portare alla pace e risolvere i problemi ecologici del pianeta, ma richiede anche lo sviluppo di un rapporto spirituale tra l’uomo e l’ambiente e riafferma il concetto di convivenza armoniosa con tutti gli esseri viventi della terra».
Diffusi in tutto il mondo, infatti, ci sono migliaia di gruppi, nelle città e nelle aree rurali, impegnati in iniziative per un’agricoltura sostenibile che conserva la biodiversità, si adatta ai cambiamenti climatici e affronta i problemi della fame, della povertà e della giustizia sociale.
«Senza una terra sana non esistono persone sane e senza di esse non può esserci pace tra gli esseri umani e tra questi e la natura», conclude la Carta.
Occhi puntati sul Piano strategico nazionale
Nel nostro paese ora gli occhi sono puntati al 2027, quando - secondo il Piano strategico nazionale - l’Italia dovrà raggiungere il 25% di suolo agricolo coltivato a biologico. Un obiettivo che appare più difficile, secondo l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, all’indomani del via libera da parte del Consiglio Europeo alla revisione mirata della Pac 2023/27.
Una timida revisione della Pac
Carlo Triarico, presidente nazionale dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, in apertura del 38esimo convegno internazionale di agricoltura Biodinamica che si è tenuto a Roma afferma: «La revisione della Pac è stata timida dal punto di vista sociale, perché non offre le giuste risposte alle richieste avanzate dalla “protesta dei trattori”. E rischiosa dal punto di vista ambientale, perché prevede una riduzione di tutti i presidi ambientali senza sanare davvero i problemi degli agricoltori, oltre a non incentivare i consumatori ad acquistare qualità».
Un tema, quest’ultimo, al centro della tre-giorni romana alla quale hanno partecipato ricercatori, agricoltori e divulgatori di profilo internazionale. Tra questi, solo per citarne alcuni, Jean-Michel Florin, consigliere della Biodynamic Federation, Nadia El-Hage Scialabba, ecologa, ex-dirigente della Fao e ricercatrice del Swette Center dell’Università statale dell’Arizona e, come rappresentanti del mondo sindacale e della ricerca, Luca Colombo, della Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica, Maurizio Agostino di Rete Humus e Michele Monetta di Upbio.
Italia prima nell'export di prodotti biodinamici
«L’Italia è il primo esportatore europeo di prodotti biodinamici – aggiunge Triarico - conta circa 4.500 aziende agricole con una superficie media di 30 ettari che non fanno uso di pesticidi né sostanze chimiche di sintesi, nelle quali terreno, piante, animali, uomini e ambiente mirano all’autosufficienza. I nostri agricoltori riescono ad essere presenti sui mercati che contano, con prodotti di alta qualità e profonda competenza agronomica che tutelano la salute e l’ambiente. Questo è il modello produttivo sul quale scommettiamo per uscire da un momento in cui l'agricoltura non remunera più il lavoro, i costi produttivi diventano insostenibili e chiudono decine di migliaia di aziende agricole italiane. Per questo chiediamo agli agricoltori, ai tecnici e ai cittadini di iscriversi all’Associazione Biodinamica».
I dati indicano che tra il 2010 e il 2020 le aziende agricole siano diminuite del 30%, accorpate da grandi latifondi industriali.Spazio nella nuova agroecologia anche al ruolo imprescindibile degli animali, per la fertilità del suolo e per la rotazione delle colture. Conclude il presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica: «In agricoltura biodinamica alleviamo animali in un organismo agricolo vivente, nel quale le vacche hanno un minimo di 5.000 mq a testa. Gli animali mangiano il foraggio aziendale, sono vietate le mutilazioni e la stabulazione fissa, i piccoli devono stare con le madri. Fare biodinamica significa rivedere in toto l'intero rapporto che l'uomo ha con gli animali e di conseguenza, generare una nuova forma di economia, circolare e solidale».
I protagonisti
Molti gli agricoltori bio che nelle 3 giornate sono intervenuti con una relazione durante il Convegno dell’Associazione Biodinamica: Lucio Pontecorvi di Az. Agr. Villa Pontina, Maurizio Domenico Falzarano di Biolatina, Rocco Arcaro de I giardini delle meraviglie, Lorenzo Andi di Solidor, Marinella Camerani di Corte Sant’Alda, Carlo Noro di Biodinamica Noro, Felice Armienti dell’Az. Agr. Armienti, Alessandro Delli Carri dell’Az. Agr. Menichella, Elena Anastasi di Mediterranean Food, Paolo Clemente dell'Az. Agr. Vallisassoli e Enrico Tiberio di Rosa Rubra.
Durante il convegno si sono tenuti i seminari del progetto Innovazione Bio su: "nuove vie agricole per una percezione delle relazioni viventi e sociali" (1° seminario), "l’agroecologia profonda e organismo agricolo" (2° seminario), "da una nuova visione dei processi di fertilità e vita: le fattorie come luoghi di armonizzazione ecologica e sociale" (3° seminario), "l’azione agricola morale: nuovi strumenti per la trasformazione profonda delle fattorie" (4° seminario), "l’anima delle fattorie: gli animali come anello insostituibile per gli equilibri agroecologici" (5° seminario). Per gli interessati i lavori del 38° Convegno sono disponibili a questo link.
Gli enti patrocinanti
Il 38° convegno internazionale dell’Associazione Biodinamica ha registrato i seguenti patrocini: Regione Lazio, Agrifound, Aresma Associazione di ricerche e studi per la medicina antroposofica, Federazione delle Scuole Steiner-Waldorf in Italia, Fondazione Rudolf Steiner Roma, Gruppo di studio e ricerca medico pedagogica, Il Centro Fondazione per l’antroposofica ETS, Rete Humus, Rinascita 18, SIMA Società Italiana di Medicina Antroposofica, SISB Società italiana di scienza biodinamiche, Slowfood Tivoli e Valle dell’Aniene, Società Antroposofica in Italia, SOFAI Società Farmacisti Antroposofi Italiani, UPBIO.
Media partner: Terra Biodinamica, TerraNuova, Teleambiente
Consiglieri e segretari delle sezioni regionali e tematiche dell’Associazione Biodinamica intervenuti: Carlo Triarico (presidente), Domenico Genovesi (sezione Lazio), Francesco D’Agosta (sezione Sicilia), Marco Serventi (consigliere), Nadia El-Hage Scialabba, Andrea Cerello (sezione Veneto), Valentina Carlà Campa (sezione Toscana), Maurizio Morisco (sezione Puglia), Mariagrazia De Simone (sezione Campania), Achille Minisini (sezione Friuli), Matteo di Mattei (sezione Lombardia), Rocco Arcaro (sezione Calabria), Alessandro Delli Carri (sezione Cerealicoltura), Amelia Caselli (sezione Antroposofia), Carlotta Iarrapino (sezione comunicazione).
Sono intervenuti anche: Carmelo Samonà, Stefano Norato, Elisabetta Ferraris, Nicholas Bawtree, Stefano Notturno, Maurizio Agostino, Luca Colombo, Lucio Cavazzoni, Michele Monetta, Alessandro Maresca.