Quattro cittadini europei su cinque riconoscono le profonde differenze tra le nuove Tea e i vecchi ogm.
È quanto emerge dai risultati appena pubblicati sul sito della Commissione europea della consultazione pubblica sull’inquadramento normativo delle nuove tecniche genomiche Nbt (secondo la denominazione Ue) ovvero Tea (Tecniche di evoluzione assistita, secondo l’elegante definizione proposta in Italia dalla Siga, Società di genetica agraria).
La forte partecipazione italiana
In particolare il 79% dei partecipanti alla consultazione hanno riscontrato che le disposizioni vigenti della legislazione sugli ogm non sono adeguate per le piante ottenute mediante mutagenesi mirata (genome editing) o cisgenesi. L’Italia, con il 23,5% del panel, è risultata il secondo Paese dopo la Germania per numero di cittadini che hanno partecipato alla consultazione.
Cibo per la mente
«Questi risultati - afferma Clara Fossato a nome di "Cibo per la mente", il manifesto per l'innovazione in agricoltura sottoscritto da 15 associazioni - dimostrano che l'opinione pubblica è disposta a sostenere la modifica della legislazione sulle Nbt».
«La filiera agroalimentare – continua Fossato - chiede di aprire al più presto la sperimentazione in campo di questi preziosi strumenti di miglioramento genetico, che possono contribuire ad affrontare la crisi causata dai cambiamenti climatici, la sfida della sostenibilità e la grave carenza produttiva del nostro Paese».
La promessa della Commissaria
La palla passa ora alla Commissaria alla Salute Stella Kyriakides che ha promesso l’avvio del tavolo Ue per la modifica della normativa di riferimento, ovvero la datata Dir. 18/2001 (sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati) entro la fine del 2022.