Mais a taglia bassa, un prodigio anti climate change

Taglia ridotta, tanti vantaggi. Il mais Vitala di Bayer sarà lanciato in grande stile nel 2024
Bayer apre le porte dei suoi cantieri d’innovazione. Tra le novità che interessano maggiormente il nostro Paese la linea di mais a internodi ridotti Vitala che promette di abbinare performance di resa e di sostenibilità. E che sarà disponibile sia in versione tradizionale che Ngt. Ty Vaughn: «La trasparenza è la chiave per conquistare la fiducia dei consumatori europei sulle nuove tecnologie di evoluzione assistita»

Promuovere oggi l'innovazione di domani (advancing tomorrow's innovation today).

E sviluppare soluzioni per un futuro di sostenibiità.

È la missione dichiarata da Bayer Crop Science nel corso di un incontro virtuale con la stampa specializzata di mezzo mondo (più info qui). Un evento organizzato con l’obiettivo di illustrare i nuovi prodotti che stanno uscendo dai cantieri d’innovazione di Monheim in Germania e St. Louis nello Stato americano del Missouri

Nuovi agrofarmaci, sementi innovative e tanto digitale. Durante un evento dedicato alla stampa Bayer ha presentato i nuovi prodotti che saranno presto sul mercato e quelli su cui sta lavorando per il futuro

Soluzioni calibrate in base all’areale di produzione

Soluzioni che comprendono cultivar innovative, nuovi agrofarmaci e dirompenti applicazioni digitali, calibrate dal settore Ricerca e Sviluppo di Bayer a seconda delle norme e delle diverse sensibilità dell’areale agricolo in cui verranno applicate.

Nel nostro Paese, in particolare, c’è una grande attesa riguardo al mais a taglia bassa (ne avevamo già parlato qui e qui chiamandolo mais “nano”, ma con l’avvicinarsi della fase di commercializzazione meglio optare per una denominazione più politically correct).

Un’innovazione su cui Bob Reiter, al vertice del comparto Ricerca e Sviluppo di Bayer Crop Science ripone una triplice fiducia.

I vantaggi di un mais alla giusta altezza

Gli ibridi a bassa statura sono infatti alti da un terzo alla metà degli ibridi tradizionali, con un punto di inserimento della spiga che arriva all'altezza del ginocchio. Per il mais si tratta di una rivoluzione simile a quella con cui il genetico italiano Nazareno Strampelli riuscì circa un secolo fa a migliorare la gestione e la resa del frumento riducendone la taglia.

L'idea è quella di sviluppare varietà meno esigenti, che utilizzino meno risorse idriche e meno input e siano più facili da gestire per i maiscoltori. Il contenimento della taglia migliora anche la stabilità del mais, consentendo di resistere a condizioni meteorologiche estreme come quelle caratterizzate da venti forti.

Questa novità, per ora frutto di tecniche tradizionali di ibridazione, ha già debuttato in anteprima in Messico con il marchio Vitala confermando la possibilità di ridurre considerevolmente stroncature degli stocchi e allettamenti, aumentare la densità di semina e ottenere una migliore produttività. Dietro l’angolo ci sono però altri due approcci per accorciare gli internodi del mais: attraverso ingegneria genetica e genome editing.

Stesso fenotipo, tre diverse tecnologie

Bayer conta di diffondere questa innovazione negli States già nel 2023, dapprima attraverso il circuito selezionato dei coltivatori “Ground Breakers” per arrivare poi a un lancio commerciale internazionale più ampio previsto nel 2024. Le versioni biotech potrebbero arrivare entro il 2027, seguite dagli ibridi ottenuti da genome editing entro la fine del decennio.

Un mais a bassa statura che, a quanto riferisce Reiter, offrirà a Bayer l'opportunità di pensare in modo diverso all’introduzione delle innovazioni sul mercato, proponendo una gestione integrata che metterà insieme varietà esclusive, strumenti digitali di Bayer e soluzioni per la difesa delle colture.

Un evento che ha offerto l’opportunità di conoscere le altre innovazioni biotecnologiche per ora precluse all’Europa. Come il cotone ThryvOn Technology, resistente agli insetti con apparato pungente succhiatore o la soia con tecnologia Intacta 2 Xtend (resistente a 5 erbicidi) o anche come il granturco Smart Stax Pro, che consente di contrastare gli insetti ipogei come la diabrotica attraverso il meccanismo dell'Rna interferente.

Qualcosa però sta cambiando anche nel vecchio continente. Bruxelles ha infatti annunciato un'apertura normativa sulle nuove tecniche genomiche (Ngt) attraverso una riforma che dovrebbe entrare nel vivo già dalla prossima primavera.

Ngt in Europa, cosa cambia? L’intervista a Ty Vaughn

Ty Vaughn, al vertice del settore biotecnologie di Bayer CropScience

Abbiamo chiesto a Ty Vaughn, al vertice del settore Plant Biotechnology di Bayer Crop Science qual è il contributo che si attende dalla possibile prossima entrata dell’Unione europea nel settore delle tecnologie di evoluzione assistita.

«La svolta – risponde Vaughn  - in corso nell’Unione europea riguardo alle Ngt, le nuove tecniche genomiche, è incoraggiante. La normativa oggi in vigore determina infatti costi proibitivi che di fatto impediscono lo sviluppo in Europa di queste tecnologie».

«Cisgenesi e genome editing sono tecnologie molto efficaci e precise, completamente differenti dagli Ogm e molto più simili al miglioramento genetico tradizionale. La chiave su cui occorre puntare per conquistare la fiducia dell’opinione pubblica europea è la trasparenza e la corretta informazione riguardo ai vantaggi delle tecnologie Ngt in termini di resistenza alle malattie e ai parassiti, alla qualità e resa dei prodotti ma anche come preziose risorse di sostenibilità e di resilienza contro gli effetti del climate change».

Il mais a statura bassa è un valido esempio in questo senso.

«Certamente: Bayer sta sviluppando tre approcci differenti per ottenere un fenotipo di mais pienamente in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo, capace di ridurre i consumi idrici e l’impiego di input produttivi e di contribuire alla neutralità climatica. È anche un chiaro esempio delle potenzialità delle Ngt, della loro plasticità e del contributo che possono dare in diversi ambiti: dalla qualità, alla resa fino alla sostenibilità della produzione agricola».

Un approccio riservato solo al mais o ci sono anche altre colture nel mirino?

«Puntiamo sui seminativi e sulle colture di pieno campo più diffuse a livello globale e abbiamo intenzione di seguire lo stesso approccio del mais, con l’attenzione alla diversa sensibilità riguardo al tema dell’innovazione del breeding, anche per colture come la soia, il cotone e la colza».

Una differenziazione territoriale che contiene l’effetto competizione. Non c’è tuttavia il rischio che, una volta approvate le new genomic technique anche in Europa, il mais a taglia bassa di terza generazione soppianti velocemente quello ottenuto con miglioramento genetico tradizionale?

«Aggiungerà molto semplicemente nuove opportunità anche agli agricoltori europei. Genome editing e cisgenesi sono tecnologie molto promettenti, ma non facciamo un bel servizio se addossiamo a queste innovazioni la responsabilità di risolvere tutti i problemi di sostenibilità e di sicurezza alimentare».

«Le innovazioni, per definizione, devono aggiungere possibilità di sviluppo integrandosi con le tecnologie già utilizzate. Ritengo infatti che l’approccio più corretto per sostenere l'agricoltura nella sua doppia missione di assicurare cibo e sostenibilità rimanga quello della produzione integrata, dell’Integrated pest management. Per questo Bayer è la società che investe di più, circa 2 miliardi di dollari all’anno, nella ricerca e sviluppo applicata al settore della difesa delle colture, per sviluppare le soluzioni più promettenti nell’ambito delle biotecnologie ma anche in quelli delle biosolutions, del digitale e anche della chimica».

Nuovo erbicida in arrivo

Tra le novità più attese in quest’ultimo settore c’è quello di un nuovo erbicida che possa affiancare glifosate. Da tempo infatti non si individuano nuovi meccanismi di azione, un’attesa che potrebbe stare per finire.

Rachel Rama, a capo del settore Small Molecules di Bayer, ha infatti annunciato nel corso dell’evento che gli investimenti nel promettente settore delle micromolecole stanno per produrre i primi frutti. Si tratta di un prodotto che sarà caratterizzato da elasticità d’impiego, efficace in post-emergenza precoce ma anche per il presemina e per le pratiche di agricoltura conservativa e che potrebbe presto vedere la luce per la gestione dei seminativi.

Forte l’impegno di Bayer anche nello sviluppo di prodotti di origine biologica, con più di dieci candidati, che potrebbero entrare in commercio nel breve termine. Tra questi Serenade Soil Activ, l'ultimo tassello che si aggiunge alla famiglia di prodotti Serenade a base di Bacillus subtilis (ceppo QST 713) con una formulazione ha una maggiore facilità d'uso per gli agricoltori e dosi di applicazione inferiori.

Il contributo alla carbon farming di Climate Fieldview

E l’ultimo decisivo tassello, in ordine di apparizione, ma non certamente d’importanza, è quello delle tecnologie digitali.

Dove Bayer conta su una delle piattaforme più efficienti e versatili come Climate FieldView ormai adottata da migliaia di agricoltori in 23 Paesi per migliorare l'uso delle risorse e la gestione della difesa.

E ora, in dieci di questi Paesi, anche in ottica carbon farming, consentendo di misurare in tempo reale gli effetti delle pratiche adottate in termini di riduzione dell’emissione dei gas serra e incremento dei carbon sink del suolo (clicca qui sotto per approfondire).

Bayer: l’impegno anti-climate change diventa occasione di reddito

Mais a taglia bassa, un prodigio anti climate change - Ultima modifica: 2022-03-08T18:35:56+01:00 da Lorenzo Tosi

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