Le zone umide sono aree di eccezionale rilevanza, perché forniscono moltissimi benefici all’ecosistema, tanto è vero che il 40% delle specie vegetali ed animali del mondo nasce, vive e si riproduce proprio al loro interno.
Anche in Emilia Romagna, però, fenomeni climatici ormai endemici, come la riduzione dei periodi di pioggia e l’incremento delle temperature, stanno prosciugando le zone umide e incrementando il livello della quantità salina in quelle costiere, nelle quali si è già assistito a vistosi effetti negativi sugli uccelli palustri.
Per questo il Consorzio Cer - Canale Emiliano Romagnolo, sotto l’egida di Anbi, ha deciso di dar vita ad “Acqua Campus Natura”, nuova area di tutela sperimentale, che affianca i due poli di eccellenza, già esistenti sulla ricerca agronomica in campo e sull’efficienza idrica in agricoltura. È stato infatti presentato ufficialmente a Ravenna, il nuovo centro ecologico strategico che ha sede nell’Oasi di Volta Scirocco, a Mandriole di Sant’Alberto, all’interno del Parco Regionale del Delta del Po che ha come mission la salvaguardia ambientale del sito, dei suoi corridoi ecologici e della biodiversità locale.
Contrasto della salinizzazione
Ad “Acqua Campus Natura” collaborano il Comune di Ravenna, il Parco del Delta del Po e il Cestha (Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat). L’obbiettivo è lo studio approfondito delle possibili azioni per contrastare la progressiva salinizzazione delle acque, conseguenza dei cambiamenti climatici. Inoltre c’è l’impegno per la tutela e la riproduzione della testuggine Emys orbicularis, prossima al rischio di estinzione e ancora presente nell’area.
«Il cambiamento climatico – commentano il presidente, Nicola Dalmonte e il direttore del Consorzio Cer, Paolo Mannini – sta colpendo duramente sia l’ambiente che il mondo agricolo del nostro territorio dove, lungo un’asta di 130 chilometri, il Canale Emiliano Romagnolo fornisce acqua a 13mila ettari, tra cui le zone umide di Punta Alberete e Valle Mandriole».
Attività di fitodepurazione
Le aree umide contribuiscono all’equilibrio idraulico del territorio, migliorano la qualità dell’acqua grazie al processo di fitodepurazione e nelle zone costiere sono fondamentali per proteggere il litorale dall’erosione, nonché dalla risalita del cuneo salino, che contamina terreni e falde.
Importante è anche il loro effetto per contrastare una delle cause dei cambiamenti climatici: le zone umide possono, infatti, prelevare e immagazzinare carbonio nel suolo e nella sostanza organica fino a 55 volte più velocemente delle foreste pluviali tropicali. Purtroppo, nonostante la loro importanza, il 35% delle zone umide del mondo sono andate perdute negli ultimi 50 anni e stanno scomparendo molto più velocemente delle foreste. Molte specie di piante e di animali dipendenti dalle zone umide sono quindi a rischio di estinzione.
La missione ambientale
L’area umida di Volta Scirocco, originata dalla costruzione della Traversa fluviale sul fiume Reno, è da oltre 50 anni salvaguardata dal Consorzio Cer e dopo ripetute azioni di rinaturalizzazione è oggi caratterizzata dalla presenza di prati umidi, canneti e paludi, popolati da flora e fauna di alto interesse naturalistico, diventando ideale sito di studio sulla salvaguardia della biodiversità legata all’acqua.
«È questa una piena espressione della cosiddetta terza missione dei Consorzi di bonifica e irrigazione: quella ambientale. La pandemia – commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) – ci ha fatto riscoprire l’esigenza del benessere in sintonia con la natura. Per questo le aree umide devono essere un patrimonio consapevolmente a disposizione di tutti ed in compatibile armonia con le attività umane, perché non c’è ambiente gestito senza agricoltura responsabile così come non può esserci qualità agroalimentare senza un habitat salubre».
A fargli eco è Barbara Lori, assessore a Programmazione Territoriale e Paesaggistica della regione Emilia Romagna: «Acqua Campus Natura è un decisivo passo avanti nell’ambito della tutela della biodiversità.
Il documento programmatico Prioritised Action Frameworks, da noi recentemente approvato, individua oltre 6mila interventi da realizzarsi tra il 2021 ed il 2027 per la tutela e la valorizzazione dei 159 siti della Rete Natura 2000 presenti nella regione».