L'agricoltura umbra ha sete d'acqua. Si tratta di un problema atavico che i cambiamenti climatici hanno fatto diventare ancor più centrale. Da qui gli investimenti avviati per un uso più efficiente della risorsa idrica e per una riduzione delle perdite.
Tra questi si segnala quello da quasi 10 milioni di euro per l'ammodernamento dell’impianto di irrigazione a pioggia della Valle di Spoleto, finanziato con decreto del Ministero delle Politiche Agricole a valere sulla legge 30 dicembre 2018.
Valle spoletina con 850 agricoltori e 1600 ettari irrigabili
L'inizio dei lavori è stato inaugurato a fine maggio alla presenza delle istituzioni nazionali e regionali. Il progetto, in estrema sintesi, prevede interventi sull’impianto di irrigazione costruito nel 1985 che, servito dalla diga sul torrente Marroggia in località Arezzo di Spoleto, porta l'acqua agli 850 agricoltori della valle spoletina, con una superficie agricola interessata di circa 1600 ettari irrigabili.
Diga torrente Marroggia: invaso da 6,5 milioni di metri
La diga sul torrente Marroggia ha una capacità d’invaso di circa 6.5 milioni di metri cubi, di cui oltre 3.4 milioni destinati all’irrigazione. Si caratterizza per una duplice funzione di modulazione delle piene e di serbatoio di acqua irrigua. A lavori ultimati si stima di ottenere un risparmio di acqua per l’irrigazione fino al 33%. La sostituzione della condotta eviterà le perdite, con i conseguenti danni alle colture e i costi delle squadre di manutenzione, il cui impiego incide sul calcolo del contributo irriguo.
Lavori suddivisi in quattro lotti funzionali
L'intervento risulta suddiviso in quattro lotti funzionali. Il primo prevede la sostituzione delle condotte adduttrici in cemento amianto dalle vasche di compenso ai distretti 1 e 2 per 2,9 milioni di euro; il secondo riguarderà l'installazione di idrocontatori a tessera per una spesa di 3,8 milioni; con il terzo si provvederà all'ammodernamento delle camere di manovra comiziali per 3,4 milioni; il quarto lotto prevede, con le restanti risorse, l'ammodernamento delle apparecchiature di telecontrollo della diga sul torrente Marroggia.
Terreni riconvertiti da mais e foraggere a orticole
Nel corso della "posa della prima pietra" è stato evidenziato come parte delle aree già destinate a foraggere e mais siano state riconvertite in orticole in pieno campo o a colture sperimentali a maggior reddito. Sottolineato anche come la formazione degli imprenditori agricoli sull’uso degli idrocontatori a tessere e della piattaforma Irriframe, già messa in campo dal Consorzio di bonficia stia già producendo i primi positivi risultati.
"Prima pietra" alla presenza delle istituzioni
L'avvio dei lavori è avvenuto presso Casale Rotoloni a Protte di Spoleto, alla presenza del presidente della Bonifica Paolo Montioni, del direttore Candia Marcucci, della presidente della Regione Donatella Tesei e del sindaco di Spoleto Andrea Sisti. Sono intervenuti il sottosegretario all’agricoltura Francesco Battistoni, il presidente Commissione Agricoltura Camera Filippo Gallinella, il deputato Raffaele Nevi della Commissione Agricoltura della Camera, Roberto Morroni, assessore regionale all'agricoltura, Massimo Gargano DG ANBI e l'europarlamentare Camilla Laureti.
Diga sul Chiascio: invasi sperimentali in corso
Negli stessi giorni il vicepresidente della Regione, Roberto Morroni, ha effettuato un sopralluogo ai lavori in corso sulla diga del Chiascio, nel comune di Valfabbrica, per una verifica dello stato di avanzamento della prima fase degli invasi sperimentali propedeutica all’entrata in esercizio dell’impianto.
Lavori sbloccati un anno fa dopo un iter decennale
Morroni ha potuto constatare i "significativi passi in avanti compiuti ad un anno dallo sblocco dell’ultradecennale e complesso iter dei lavori che ha permesso l’avvio, nella primavera 2021, del programma di incremento dei livelli di invaso dopo il completamento delle opere di stabilizzazione del versante destro dello sbarramento, resi necessari da un fenomeno di frana".
Raggiunti i 16 milioni di metri cubi, si può arrivare a 52
A fine maggio è stata raggiunta la prima quota d’invaso, 292 metri, corrispondente a circa 16 milioni di metri cubi di acqua: lo step iniziale di un percorso che, si stima fra circa tre anni, con quattro cicli di carico e scarico di invasi sperimentali, potrà consentire di incrementare il livello di invaso fino a 305 metri, per un volume di 52 milioni di metri cubi di acqua.
8.000 gli ettari irrigabili, ma c'è anche l'acquedotto
Ad oggi, oltre allo sbarramento e alle opere accessorie, sono state realizzate la galleria di derivazione e le condotte di adduzione fino alla località Feccioli, nel territorio comunale di Spello, per una lunghezza complessiva di circa 36 chilometri (di cui circa 6 di galleria naturale) per un importo di circa 63 milioni di euro, stanziati dal Ministero delle Politiche agricole.
Tramite questa linea, gli ettari totali potenzialmente irrigabili a regime potranno essere 8.000; 185 mila gli abitanti potenzialmente servibili a regime dagli acquedotti ad uso idropotabile.
Spello, Foligno, Montefalco, Trevi e Bevagna
Durante il sopralluogo sono state illustrate le prospettive di possibile fruizione della risorsa idrica, insieme ai progetti della rete di adduzione già finanziati e di quelli presentati ed in attesa di finanziamento. I più importanti impieghi dell’acqua sono l’approvvigionamento idrico del sistema Perugino-Trasimeno, l’alimentazione degli impianti già realizzati nei distretti irrigui della Valle Umbra nei territori comunali di Spello, Foligno e Montefalco, degli impianti nella piana di Trevi e a Montefalco e Bevagna e la produzione di energia idroelettrica.
In arrivo ulteriori 15 milioni di euro dal Pnrr
L’Eaut, l'Ente acque umbre toscane, risulta concessionaria di un finanziamento ministeriale di oltre 17 milioni di euro per la realizzazione dei lavori relativi alle “opere di adduzione primaria dalla diga sul fiume Chiascio” per i distretti irrigui della Valle Umbra ed è inserita nell’elenco degli interventi da finanziare con il Pnrr, per 15 milioni di euro, con cui sviluppare ulteriormente l’adduzione nel territorio di Montefalco.
Irrigazione ma anche valorizzazione naturalistica
"Si tratta di un’opera di valenza strategica - ha dichiarato Morroni - ai fini idropotabili e quale leva per lo sviluppo competitivo dell'agricoltura umbra. Inoltre, dalla valorizzazione naturalistica e del paesaggio dello specchio lacustre della diga, lungo circa 20 chilometri, scaturiranno opportunità sul fronte dell’attrattività turistica, generando lavoro e implicazioni positive per la crescita complessiva del territorio in cui insiste la diga".